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‘Tabù’: il capolavoro di Miguel Gomes

Un racconto appassionante e originale che parte dalla fine, per raccontare la storia di una passione vissuta in gioventù. Dal portoghese talentuoso Manuel Gomes, un film straordinario che emoziona e appassiona.

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Tabù

Dopo i premi alla Berlinale 2012 (Fipresci e premio Alfred Bauer), grazie al Torino Film Festival, Tabù è il film che ha permesso al pubblico italiano più attento e appassionato di scoprire il talento unico del regista portoghese Miguel Gomes, noto poi per la sua composita trilogia di Arabian Nights (2015), ispirata alla celebre raccolta di racconti orientali Le mille e una notte, e anche per il suo affascinante The Tsuga Diaries, presentato con clamore nel 2021 alla Quinzaine des Cineastes di Cannes 74.

Da fine giugno di quest’anno è possibile vedere questa straordinaria opera grazie al portale per cinefili MUBI.

La vecchiaia ordinaria e lenta che introduce il racconto di un intrigante storia d’amore giovanile

L’anziana Aurora, dal forte temperamento, la sua efficiente badante capoverdiana e una dinamica vicina di casa, da sempre impegnata a farsi partecipe di cause civili, condividono lo stesso pianerottolo presso un vecchio condominio di Lisbona.

Quando la vecchia inesorabilmente muore, le altre due scoprono i dettagli entusiasmanti di un episodio del suo passato,  su una intensa storia d’amore con uno sfondo di illegalità e crimine, che visse da giovane in terra africana.

Ciudadano Noodles: Tabu de Miguel Gomes... Cine, Tiempo y Memoria.

Una storia di sentimenti tempestosi in grado di sconfiggere ogni più bigotta convenzione sociale, ovvero i più tradizionali tabù imposti dalla società a quei tempi così distante, sia geograficamente che come modo di sentire.

Tabù – la recensione

Tabù è strutturato dal regista in due parti diametralmente opposte.

Una prima parte più tradizionale, che inizia dalla consapevolezza della vecchiaia e dalla tristezza di ricordi bizzarri che vengono scambiati per demenza senile da parte di chi circonda l’anziana Aurora.

Quest’ultima infatti, nella parte conclusiva della sua borghese esistenza, è assistita da una domestica e si avvale pure del cordiale interessamento della vicina Pilar, preoccupata della solitudine dell’anziana, con una figlia lontana che non viene mai a trovarla.

La morte sopraggiunge poco dopo un ricovero, prima che la vicina caritatevole possa rintracciare l’unico collegamento della vecchia con la sua precedente esperienza giovanile africana.

 

É a quel punto che prende avvio la seconda parte, quella della memoria: un racconto brioso che si differenzia dal grigiore della memoria del passato che domina la prima parte. Una vicenda che ci viene raccontata dalla voce narrante dell’ormai anziano avventuriero genovese Gian Luca Ventura, amante bello ed affascinante di Aurora ai tempi della loro permanenza in territorio coloniale africano.

L’attore che interpreta il giovane avventuriero è Carloto Cotta, attore di riferimento di buona parte della cinematografia di Gomes.

L’amore che va oltre le convenzioni

Amori clandestini, perché Aurora è già sposata con un facoltoso uomo d’affari che ama e dal quale aspetta un bambino.

Così, in una esplosione narrativa che sorprende e spiazza dopo il rigore quasi dreyeriano di una prima parte trattenuta e gelida, quella dei ricordi è il vero e proprio “tabu” che omaggia Murnau, a partire dal nome della dinamica e ostinata protagonista, Aurora.

All’interno di questo vortice narrativo il ricordo solo lievemente appannato dall’età, dei suoi coccodrilli, la passione della donna per la caccia, le feste allietate dalla presenza coinvolgente dell’altro bizzarro italiano, musicista e cartografo fantasioso, che costituisce uno dei personaggi più azzeccati ed esilaranti del film.

Si potrebbe raccontare ancora per ore una trama fitta e densa di episodi e tragedie.

Gomes riesce a spiazzarci cambiando registro e stile, ma conservando l’assoluto controllo su una storia che poi al termine dell’opera quadra alla perfezione.

Su tutto spiccano il valore e l’importanza del ricordo, che rimane la sola difesa e il solo modo per vincere una solitudine che prima o poi finisce per coinvolgere tutti i più irriducibili superstiti di questa nostra vita terrena.

Tabù

  • Anno: 2012
  • Durata: 111
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Portogallo
  • Regia: Miguel Gomes