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Euganea Film Festival

Giovanni Benini racconta Euganea Film Festival

Dal 21 giugno al 2 luglio si è tenuta la 22ªedizione dell'Euganea Film Festival, a tema ambiente, sostenibilità e ruralità. Di seguito le parole del segretario artistico in una intervista esclusiva

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Intervista a Giovanni Benini

Si è appena concluso l’Euganea Film Festival 2023 dei colli Euganei e Berici, che presenta lungometraggi e cortometraggi sia nazionali che internazionali, a tema sostenibilità. È uno splendido evento immerso nella natura veneta che offre la possibilità a molti artisti emergenti di mettersi in luce, mostrando le proprie opere ricche di significato. L’intervista a Giovanni Benini, uno dei principali rappresentanti, crea un’ampia veduta riguardo i temi del festival.

L’attenzione all’ambiente e all’essere umano

Giovanni Benini, originario di Verona ma cittadino di Bruxelles, nasce come regista di documentari. Anche quest’anno, per la 22ª edizione dell’Euganea Film Festival, Giovanni si occupa della segreteria artistica. Il cinema documentario è una tipologia che si associa perfettamente coi temi del festival, ma non è l’unico genere proposto.

Euganea Film Festival si apre anche ad altri generi cinematografici, film di finzione e film d’animazione. Tuttavia il documentario è il cinema della realtà, che si confronta col reale, pur rimanendo un cinema molto creativo. I film che abbiamo selezionato fanno parte di un cinema coraggioso, che noi abbiamo la cura e il desiderio di valorizzare, perchè riteniamo sia importante creare un moto di pensiero ad ogni visione.

Il festival ha molto a cuore l’emergenza climatica e la tradizione culturale dei popoli, come si relazionano questi due mondi?

Io credo che ogni luogo abbia delle caratteristiche e delle peculiarità che vanno evidenziate. Le culture dei popoli, le comunità, hanno un identità molto forte e, grazie alle visioni internazionali ma anche nostrane, possiamo notare come queste comunità reagiscono ai cambiamenti. Esse rispondono in maniera differente a seconda del proprio background culturale ma tutte hanno un filo conduttore che è l’emergenza climatica. La parola chiave è ruralità, uno spazio dove l’incontro tra uomo e ambiente arriva in maniera più evidente.

Si parla molto di tecnologia come mezzo risolutore per molti problemi ambientali, ma può essere essa stessa un inquinamento?

Come tutti gli strumenti dipende come questi vengono utilizzati. Il digitale ha un potenziale enorme, che deve essere sfruttato molto bene, con una direzione culturale e politica molto precisa. La tecnologia di per sè è sterile, bisogna metterci il contenuto; ci deve sempre essere l’apporto dell’essere umano e delle società. La tecnologia a livello sostenibile è sempre presente all’interno del festival. Per esempio noi proiettiamo su un solar cinema (un van con pannelli solari che accumula energia) che ci permette di portare ovunque l’esperienza del cinema. È una procedura che fino a 10 anni fa era impensabile.

Il cinema come mezzo di comunicazione

Quale pensi sia il modo migliore per avvicinare i giovani al tema dell’ecosostenibilità?

Come festival lavoriamo molto con l’engagement dei giovani. Abbiamo sviluppato dei progetti all’interno di istituti scolastici grazie al piano nazionale Cinema e Immagini Per la Scuola, il CIPS, promosso dal ministero della cultura e dal ministero dell’istruzione. L’educazione cinematografica che interviene in una fase di crescita dei giovani, anche a livello didattico, è fondamentale per avvicinare le nuove generazioni al linguaggio del cinema. Ci sono percentuali mostruose di giovani che non sono mai andati in una sala cinematografica. C’è una consapevolezza nel festival di promuovere progetti che abbiano l’obiettivo di raggiungere le nuove generazioni.

Riteniamo che il cinema, e più in generale il mondo audiovisivo, possa essere un ottimo strumento per la crescita e la formazione personale.

Al festival sono presenti molti film d’animazione, come è avvenuta questa scelta?

Storicamente Euganea Film Festival aveva una sezione dedicata ai film d’animazione. Da qualche anno il tema è la sostenibilità, la ruralità, e le animazioni rispondono molto bene. È un cinema molto sensibile al tema del cambiamento climatico che arriva anche ad un pubblico giovane. Ci teniamo particolarmente perchè l‘animazione ha un linguaggio universale, capace di affrontare temi cruciali in maniera molto diretta, utilizzando talvolta anche l’ironia.

Il pubblico agli occhi di Giovanni Benini

Come hai visto il pubblico durante le proiezioni al festival?

È un pubblico molto partecipe, molto attento. A volte c’è questa retorica: lo spettatore vuole l’intrattenimento puro e basta. Non è così. Al pubblico vanno fatte proposte perchè è in grado di rispondere ad un cinema coraggioso, che porta a riflettere e ad osservare quello che è la complessità dei tempi moderni. Avere uno strumento come il cinema diventa una maniera per decifrare il mondo, per farsi un’idea del mondo anche lontano da noi. Credo che la curiosità sia insita nell’essere umano. Se si appiattisce la proposta, il pubblico diventa più assopito, ma di per sè non è così.

È scaturita una riflessione sull’importanza del festival in presenza:

Alcuni festival si sono spostati online, soprattutto dopo la pandemia. Abbiamo vissuto tutti, collettivamente o individualmente, cosa significa usufruire del cinema chiusi in casa. Euganea Film Festival promuove il cinema, quindi la cultura, e per noi l’esperienza cinema è in presenza. Il cinema va vissuto, condiviso, perchè in questo modo lo riteniamo la forma più alta dell’espressione cinematografica. È bello uscire, andare in sala e avere incontri; è una cosa insostituibile.

Il festival è un incontro con i registi, con gli ospiti, con la gente che fa i film.

Giovanni Benini, Susanna Boetto e Marco Trevisan

Un parere personale ai film in concorso

Sono arrivati più di 800 film. Il lavoro di selezione è stato molto impegnativo, un lavoro molto discusso. I 27 film che abbiamo portato a concorso sono un’espressione della nostra proposta, della nostra visione. Siamo molto attenti al linguaggio cinematografico, al contenuto, ma anche all’aspetto formale. Siamo alla ricerca di nuove forme di cinema, nuove forme di linguaggio; la ricerca verso autori emergenti è molto presente all’interno dei criteri di selezione.

 

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