ShorTS International Film Festival Maremetraggio
Nulla è perduto in “The Storm” di Wendi Tang
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2 anni agoon
“The Storm” (Yu bu zhong ri) è un cortometraggio del 2022 scritto e diretto dalla regista cinese Wendi Tang. Prodotto da Lights On Films, la realizzazione del corto è stata resa possibile grazie ai fondi del NYC Women’s Fund.
È stato presentato per la prima volta a livello internazionale durante il Red Sea Film Festival 2022, in Arabia Saudita, arriva oggi 3 luglio al festival triestino Maremetraggio ShoRTS Film Festival.
“The Storm”: La sinossi
Come preannuncia il titolo, il corto incomincia nel bel pieno di un temporale e la dodicenne Li Xiaomi (Xiangyue Meng), intanto, si trova a scuola. La condizione meteorologica e l’ambiente scolastico fanno da cornice di questa storia, poiché simbolo dei turbamenti e dei problemi che affliggono la giovane studentessa.
In quello che dovrebbe essere un luogo sicuro, di amicizia e apprendimento, Xiaomi si ritrova in realtà sola, vittima di atti di bullismo e impossibilitata a stringere amicizia con le sue compagne. Anche il rapporto con i propri insegnanti è turbolento, facendola sentire ulteriormente isolata e disprezzata. Xiaomi viene accusata dai propri compagni di frequentare giri pericolosi e non adatti ad una ragazzina come lei, che dovrebbe concentrarsi sugli studi. La motivazione dietro tale accusa non viene esplicitata, ma appare fatta con malizia, e viene bensì reso esplicito lo stato di tristezza e isolamento ch’ella prova in classe.
Mentre rimugina tra sé e sé sull’ennesima accusa di essere una poco di buono, come scrittole anonimamente sul quaderno, viene chiamata da una delle sue insegnanti, che la notifica di essere al corrente dei suoi giri pericolosi. Oltre a ciò, anche i suoi voti sono notevolmente peggiorati e il mancato interessamento dei suoi genitori verso la sua vita scolastica rappresentano un motivo in più per venire denigrata dalla propria docente.
Non solo, ma la notizia arriva anche ai suoi genitori, i quali sono pronti già ad attaccarla una volta tornati a casa. Anche nel contesto familiare Xiaomi viene mancata di rispetto e messa da parte, poiché i suoi genitori, soprattutto la madre, sembrano non interessarsi dei suoi sentimenti. Nonostante ella giuri che le accuse siano false e infondate, allo stesso tempo sembra poco propensa a svelare cosa sia veramente successo e del perché le ragazze l’abbiano presa di mira in questo modo. Nonostante ciò, il litigio prosegue, sfociando man mano in un gioco dove chi urla più forte vince. In un’atmosfera pesante e soffocante, ad un tratto il tutto sembra esplodere e Xiaomi, presa dalla rabbia, scappa di casa piangendo.
Xiaomi si ritrova nuovamente sola, spaventata in una strada illuminata dalla luce serale e a malapena da qualche lampione. Raggiunge la spiaggia, e intanto, la tempesta è finita. Il ciclo si chiude con lei su una barca, mentre è in ascolto di una notizia in radio, dove riecheggia il codice rosso per un tifone che avrebbe dovuto colpire la città. Xiaomi intanto guarda verso il mare con aria serena, ma allo stesso tempo insicura, poiché lontana dai luoghi d’angoscia che la trattenevano.
Non può piovere per sempre
Il titolo originale del cortometraggio, in realtà, origina da un idioma cinese, che si potrebbe tradurre letteralmente con “la pioggia non dura un giorno intero”. Il suo significato è evidente: i momenti di tristezza e caos, tipicamente rappresentati da pioggia e temporali, non possono durare per sempre. Non a caso il cortometraggio, come dichiarato dalla stessa regista, s’ispira a fatti realmente accaduti nella sua vita. Un’ulteriore prova di come i turbamenti interiori e l’isolamento non siano destinati a persistere, ma ad affievolirsi sempre di più, soprattutto grazie alla propria forza di volontà.
Con una regia attenta e coinvolgente, “The Storm” racconta una storia che parte da momenti tempestosi e oscuri ma, grazie ad un messaggio di speranza, andranno scemandosi in favore di un cielo più luminoso. Di fatto, sarebbe un errore escludere dal discorso la cornice meteorologica che accompagna la storia. Come già anticipato, quest’ultima parte da una tempesta, che raggiunge il suo massimo durante l’orario scolastico, un momento in cui Xiaomi dovrebbe sentirsi al sicuro, anche se non è così. Man mano, la pioggia va ad affievolirsi fino al ritorno a casa, dove la protagonista vive un attimo di quiete, il quale viene nuovamente distrutto dal ritorno a casa dei suoi genitori. Il culmine si raggiunge con la sua fuga, anche se la tempesta si è ormai conclusa, ma al suo posto si trova un cielo buio, freddo e umido, simboleggiando lo stato d’animo sconsolato e disorientato della protagonista. Infine, con il progredire del racconto, Xiaomi si ritrova finalmente abbracciata da un’atmosfera più calorosa e luminosa, nonostante ancora con quella sensazione umida che non l’abbandona ancora.
La cinematografia è davvero notevole, e presenta un coinvolgente gioco di luci e suoni che fanno oscillare lo spettatore tra momenti d’angoscia e speranza. Grazie a tale dicotomia altalenante, si diventa un tutt’uno con i sentimenti di Xiaomi, la quale tenta irrefrenabile di ribellarsi alla propria condizione, ma sembra ricadere ogni volta, tra un litigio e un’ingiustizia, in situazioni di scoraggiamento e solitudine. Tuttavia, lei, proprio come la tempesta, è destinata a chiudere questo capitolo piovoso, spingendosi verso una luce nuova e diversa, nonostante non sappia dove la possa portare.
Un racconto intimo ma globale
In questo racconto a tratti personale, Wendi Tang riesce a racchiudere i sentimenti e le paure di chi, da giovane, patisce o ha patito solitudine e incertezze. Molti sono i temi toccati, come il sentirsi costantemente in colpa e sotto accusa, l’incapacità naturale di sentirsi abbastanza per quegli ambienti, come la famiglia, che dovrebbero rappresentare un nido in cui rifugiarsi. Ma come nel caso di “The Storm”, è la stessa giovinezza a ricordarci che nulla è perduto, che un futuro migliore ci aspetta perché, proprio come il titolo suggerisce, “non può piovere per sempre”.
Dopotutto, l’adolescenza rappresenta solo una piccola parte dell’inizio della propria vita, il che significa una cosa sola: la fine del mondo non è altro che un punto lontanissimo, se non impossibile da raggiungere. Attraverso gli occhi di una ragazzina sembra tutto più ingigantito e pronto a crollare, e spesso il dolore è effettivamente enorme, ma non per questo v’è motivo di perdere la speranza.
Il punto forte di “The Storm” sono proprio le tematiche affrontate. Xiaomi non sa chi è, non sa cosa vuole, e soprattutto non sa come chiederlo. In un ambiente poco amichevole e che dà per scontato la sua persona, è difficile trovare sé stessi e un punto di conforto e serenità. Soprattutto durante la crescita, dove il supporto funge da elemento fondamentale per diventare forti. Ma è in quest’assenza di supporto da parte degli altri, soprattutto dagli adulti, che lei capisce di cosa necessità di più: sé stessa. È lei ad avere il suo bene in pugno, e deve comportarsi di conseguenza.
Una condizione per nulla rara, ma non per questo meno efficace e intensa attraverso l’occhio cinematografico. Non sempre si è stati trattati con il giusto rispetto e amore durante gli anni dell’adolescenza e/o dell’infanzia e la capacità di Wendi Tang di coinvolgere lo spettatore è sorprendente. Il racconto rende possibile rivivere quei brutti ricordi ormai lontani, e non solo: l’intensità della storia di Xiaomi riesce a trasmettere, in particolare da un punto di vista femminile, le preoccupazioni e le costanti ansie di chi vive queste situazioni anche a chi ha avuto la fortuna di non conoscerle. La regista ha dato alla luce una storia globale, il cui messaggio riesce a superare il divario linguistico, culturale e personale.
Oltre al suo messaggio, attraverso gli occhi della protagonista è possibile trovare una sorta di medicina, che possa curare malinconia e traumi appartenenti a diverse generazioni. Una luce di speranza per quei cuori spezzati che, ancora da adulti, o semplicemente cresciuti, non riescono ancora a rimettere insieme i pezzi.
Proprio come in una tempesta, la barca deve farsi forza per poter tornare a casa, nonostante in “The Storm” il concetto di casa o rifugio sia ancora confuso. Ma la tempesta è destinata a finire e, con il giusto coraggio, si riuscirà a vedere il sole.