Su Chili è disponibile il film Hook, Capitan Uncino. Il lungometraggio nasce da un’idea semplice ma, per il 1991, innovativa: e se Peter Pan avesse lasciato l’Isola che non c’è, fosse diventato un adulto ordinario nel mondo contemporaneo e avesse dimenticato la sua vita passata?
Steven Spielberg dirige una pellicola che fa della commedia, della fantasia e delle relazioni umane i suoi punti di forza. Al suo servizio un cast stellare. Tra i tanti: Capitan Uncino è Dustin Hoffman, Peter (Pan) Banning è interpretato da Robin Williams e nonna Wendy è Maggie Smith.
Peter Banning: l’adulto ordinario
Spielberg mostra un Peter Banning che non ha nessun ricordo di essere stato Peter Pan. È un uomo che ha perso la fantasia e la magia: un avvocato affermato che non ha il tempo di stare con la sua famiglia, composta dalla moglie Moira e da due bambini. Peter, nel periodo natalizio, va con la famiglia a Londra per un evento in cui si celebra la nonna di Moira, Wendy. Lei, negli anni, è riuscita a trovare famiglie e case a tanti orfani, chiamati anche ‘bimbi sperduti’: Peter è stato uno di loro.
In un clima che ha ben poco di famigliare Peter scopre che i suoi due figli sono stati rapiti da un certo Hook, Capitan Uncino. Wendy è costretta a rivelare al padre la sua vera identità: lui è Peter Pan, il vendicatore. Quel ragazzino che sapeva volare e che adesso, con l’aiuto di Trilli (interpretata da Julia Roberts), deve ritrovare per salvare i suoi figli.
Qui inizia il viaggio di Peter, da Banning a Pan. È sull’Isola che non c’è che Peter deve (re)imparare a volare, a battersi e ad esultare, un mantra che fa da filo conduttore all’intero film. È qui che Peter incontrerà il nemico dalle mille avventure: Hook.
Hook: il nuovo padre
C’è un motivo se il titolo del film è dedicato a questo personaggio, nonostante la scena sia principalmente occupata da Robin Williams. Hook è interpretato dal monumentale Dustin Hoffman, ed è lui il motore portante del film. È lui a rapire i figli di Peter ed è grazie a lui che il conflitto si fa interessante. Hook vuole una resa dei conti con il rivale di sempre, ma quando vede che Peter è un uomo qualunque, privo del senso dell’avventura e della sua innata pericolosità, gli concede 3 giorni per tornare il ragazzino che tanto ha odiato.
Nel frattempo Hook ne approfitta per diventare la figura paterna sempre sognata dal bambino più grande di Peter, Jack. Il piccolo vede in lui un padre presente e comprensivo. Un padre decisamente migliore di Peter.
I bimbi sperduti: la ricerca di sé
È difficile per i bimbi sperduti credere che quell’adulto privo di immaginazione possa essere il loro idolo. Peter deve sottostare alle sue stesse regole imposte da ragazzino, ai suoi giochi. Deve trovare un pensiero felice e tornare il fanciullo del passato tramite la (ri)scoperta di se stesso.
Peter, per diventare un padre migliore, deve tornare ad essere il leader dei bimbi sperduti.
Il tono
Il film è una commedia fantasy. Alle situazioni un po’ scontate si alternano alti livelli di comicità grazie alle interazioni tra Spugna, quindi Bob Hoskins, Dustin Hoffman e Robin Williams. Sulla nave di Hook avvengono gli sketch più comici, mentre i momenti più emozionanti vengono vissuti con Peter mentre gioca insieme ai bimbi sperduti.
Spielberg e la sua regia
Quando si assiste a una pellicola di Spielberg lo si capisce subito. Ci sono delle caratteristiche che lo hanno reso immortale e grazie alla quali è divenuto un regista amato dal pubblico. Due su tutte.
In Hook – Capitan Uncino, la prima è rappresentata dai problemi tra la figura paterna e la propria prole. Forse un bisogno personale, come abbiamo potuto vedere in The Fabelmans. La seconda è data dalle reazioni nel volto del protagonista. Quando questo scopre qualcosa l’inquadratura si ferma su di lui, lo si osserva per lungo tempo senza aver bisogno di un controcampo. La meraviglia del protagonista è superiore allo spettacolo a cui sta assistendo.
Se a questi due marchi di fabbrica si aggiunge l’infinita collaborazione con il compositore John Williams, allora l’intensità delle scene si amplifica ulteriormente.
Il film è pieno di riferimenti al mondo creato da J. M. Barrie in Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere. Nel primo atto possiamo già osservare una moltitudine di rimandi: la prima scena in teatro, Peter e la stramba paura di volare, la sua postura, le finestre stranamente chiuse, le regole della casa di Wendy e soprattutto l’accusa della nonna: “Peter, sei diventato un pirata”.
Il film: per conquistare la salvezza bisogna tornare bambini
Hook – Capitan Uncino è un film che, con la sua leggerezza, ha accompagnato una generazione. Non è una delle opere più ispirate di Spielberg, ma rimane un film efficace. Al mondo ordinario caratterizzato dall’assenza di Peter Banning viene contrapposto quello fantasioso, dove Peter Pan diviene un protagonista attivo per merito del compianto Robin Williams.
Peter Banning non rappresenta altro che ogni persona con un passato fanciullesco dimenticato. E il dimenticarsi della parte bambina di se stessi diviene motivo di allontanamento dai valori che contano.
Il film perde un po’ di smalto durante il secondo atto, anche a causa di alcuni stereotipi del mondo delle fiabe e della recitazione di Julia Roberts, un’interpretazione distante dai livelli raggiunti dai suoi colleghi. L’epilogo, invece, si presenta all’altezza del nome di Spielberg, riuscendo a far breccia nell’anima dello spettatore.
Hook – Capitan Uncino è un film per il pubblico di ogni età, dal più piccolo al più anziano sognatore. Un film divertente, famigliare, che fa tornare bambini e che, in alcuni momenti, riesce anche a fare emozionare. Un film da vedere almeno una volta nella vita.