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Vertigo Film Fest

‘L’ombra del Padre’. La recensione

Aria Bodio e la sua visione del “padre”

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Siamo a Milano, in particolare alla rassegna del Vertigo Film Fest, giunto oggi alla sua terza edizione. All’interno della sezione Academy dedicata agli studenti, la giovane regista Aria Bodio, della scuola Mohole di Milano, partecipa con il cortometraggio scritto in punta di piedi, L’Ombra del Padre, sul delicato rapporto tra padre e figlio.

Manlio è il figlio

Il Padre è Il Padre: la rivelazione del nome appare solo nei titoli di coda, quasi come fosse un’epifania. Ma a noi poco importa: il padre è il padre.

Manlio non solo è il figlio ma è il figlio “contenitore”, proiezione del padre, di una vita piena di successi;  ago di bilancia, incastrato tra la propria vita e quella auspicata da altri.

Manlio qui, in questi dodici minuti, si racconta diretto dalla regista e lo fa per la prima volta, seduto, con gli occhi puntati a una camera rumorosa un po’ come si sentirà rumorosa, per tutto il cortometraggio, l’ombra del Padre. Il figlio si prende tutto il suo tempo, respira e fa pause dettando i propri spazi; prova a narrare di sé con gli occhi del Padre facendo l’incredibile sforzo di parlare senza giudicare.

Con una calma apparente modella la sua esistenza a favore della camera, lasciando ad acuti flashback l’onere di completare ciò a cui lui stesso non può arrivare.

Mosso da una riverenza quasi non dovuta (o forse dovuta in toto perché comprensiva fino in fondo dell’anima del Padre) Manlio rende allo spettatore in 4:3 la sua/del Padre ragione di vita: lo scherma. Sfilando una spada, in un flashback dai retrogusti alla Kitano, per la prima volta irrompe come in una poesia la violenza astratta: un’arma. Una lama protagonista che divide e in un modo tutto suo diventa, al contempo, trait d’union tra padre e figlio.

Nei dodici minuti del cortometraggio la vera protagonista è l’assenza, la sottrazione. Nonostante si parli di legami, di rapporti, quello che emerge è sempre il grande vuoto, il rumore che invade l’inquadratura in cui Manlio si racconta, gli spazi ampi che paiono mangiarsi quello che viene messo in scena, la camera che, come una penna, scrive e riscrive passi senza piedi.

La fine sarà proprio la risposta a questo vuoto, a queste continue rinunce, a questo voler lasciare per arrivare dove forse nemmeno voleva davvero. Una fine in linea con la poetica dell’opera, che non fa sconti ma che più violentemente di qualsiasi lama mette di fronte Figlio e Padre in spazi troppo vuoti per proiettare ombre.

Un’opera, questa presentata al Vertigo Film Fest,sulla volontà dell’agire, sul peso delle scelte e sull’ascolto indiscusso di chi ci fa ombra nella vita.

Un’opera alla fine giudica, con un dito puntato in una precisa direzione, le scelte fatte con l’ardire di mettere in discussione lo spettatore ponendolo alla ricerca della bontà delle ombre che lo circondano  oggigiorno.

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L’Ombra del Padre

  • Anno: 2022
  • Durata: 12'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Aria Bodio