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Figari international short film festival

‘Elisa’: la gerbera rosa sulla tomba dell’amore ossessivo

Al Figari International Short Film Festival presentato un corto dal titolo Elisa, distribuito dalla Cattive Distribuzioni e che ha come tema il sentimento morboso.

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Elisa è il titolo del cortometraggio scritto e diretto da Antonio De Gregorio (alla scrittura ha però partecipato anche Marta Di Stasi) ed è uno dei tanti corti presentati al Figari International Short Film Fest. La protagonista del cortometraggio è la giovane Elisa (interpretata da Angela Curri) che fin da subito, mediante inquadrature dinamiche (accompagnate da un sottofondo musicale che tiene ben viva l’attenzione dello spettatore), ci viene presentata insieme alla sua partner, Clara. 

Elisa: l’evoluzione del cortometraggio.

Le prime immagini che ritraggono insieme le due donne ci suggeriscono un legame intenso e profondo. Vi è però un elemento che stona in questa rosea e musicale cornice, ossia lo sguardo di un uomo. É quello di Leonardo, amico di Elisa ma soprattutto suo innamorato. Il sentimento, di lunga durata,  non è però ricambiato; sarà proprio tale rifiuto a rendere Leonardo colpevole di un gesto ingiusto e atroce. Il corto non approfondisce la durata temporale delle relazioni rappresentate ma ciò non è affatto una nota stonata, anzi: permette allo spettatore di focalizzarsi su quello che è il tema principale. 

Elisa si evolve in un mescolarsi del passato e dell’ormai deciso e triste presente della protagonista: lo spettatore, infatti, intuisce l’infausto destino grazie a scene riconducibili a un processo. Ma a renderlo intuibile non è solo tale accorgimento di natura tecnica, poiché sono soprattutto i comportamenti di Leonardo a mostrare allo spettatore che il suo è un sentimento assolutamente non sano, ricco di sfumature, frasi e sguardi morbosi. 

Leonardo è la personificazione del sentimento malato che può tramutarsi molto facilmente in violenza fisica. La macchina da presa indaga approfonditamente la sua emotività, forse anche più di quella della protagonista, che appare sin da subito vittima e non figura ingenua. Si parla spesso, infatti, della presunta ingenuità delle vittime di atti di questo tipo, volendo quasi coprire l’effettiva responsabilità dei carnefici.

La gerbera rosa: simbolo di una catena di violenza.

La gerbera di colore rosa appare all’inizio e alla fine del cortometraggio ed è un fiore che simboleggia ammirazione autentica. Questa viene posata da Leonardo sulla vaga sagoma del corpo di Elisa, ormai completamente sovrastato dalla terra. Egli le ha effettivamente costruito una tomba (che lui raggiunge con un passo quasi rituale) e le dona questo fiore per mostrarle la sua completa devozione, come a voler compiere un atto giustificativo per il suo indicibile gesto. Ciò è perfettamente coerente con la vittimizzazione che spesso i carnefici compiono nei confronti di loro stessi: la loro crudeltà celerebbe un sentimento puro e profondo. 

Il cortometraggio termina con la medesima immagine dell’inizio: ciò potrebbe essere letto come il simbolo di una catena di violenza che non ha modo di tacere.

Elisa è tratto da una storia vera, così cita il cortometraggio. Come potrebbe non esserlo, in una contemporaneità dove episodi di questo tipo sono purtroppo molto diffusi e a volte anche dimenticati da coloro che non li hanno vissuti sulla propria pelle? Il tema è contemporaneo e per questo si avvicina violentemente all’emotività dello spettatore. 

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