Bella. Bionda. Carismatica, Amber Heard sbarca con, In the fire, al 69Taormina Film Fest. Si concede però al pubblico, ma non alla stampa.
Il film scritto da Silvio Muraglia per la regia di Conor Allyn, da lui stesso definito un ‘Period Wester’, è stato presentato al pubblico taorminese.
Contrasto tra fede e scienza, tra psicologia e credenze religiose arcaiche, il film è narrato attraverso una fotografia ottima di Matt Bendò e Simone Mogliè. Nitida e luminosa come le idee illuministe in contrasto con quelle medioevali di chiesa e ritualità arcaica, ben alternano il chiaroscuro non solo delle menti, ma anche fisico della fotografia in contrasto tra luce, ombra e buio.
Non a caso il regista racconta di aver viaggiato molto in sud America col padre da piccolo e di essere stato a scuola dai gesuiti, due elementi decisivi per l’idea e la sua formazione visiva che, nel film, oppone scienza a religione e ragione a spirito, fede o sentimento. Egli racconta inoltre di essere un nerd appassionato di storia, western e giochi tra culture.
Così la storia si sviluppa tra un gruppo di personaggi che sono molto diversi tra loro e hanno innalzato un muro fatto dalle loro stesse convinzioni. La vicenda li porterà ad essere in grado di riconoscere le loro paure e abbattere i propri muri. Questo fa si che si conoscano meglio e riescano poi a connettersi tra loro
E’ interessante da questo capire come una storia di 130 anni fa abbia un legame storico con l’attualità. Un Fil Rouge odierno di schermi, chiusure e antagonismi anche religiosi è ahimè perpetuo.
Dopo una gestazione di circa 10 anni il film è riuscito finalmente ad essere prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment con Paradox Studios e Angel Oak Films. Il film sarà distribuito nei cinema italiani in autunno da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos.
Amber Heard entra a far parte del 69° Taormina Film Fest
Much more on Taormina film fest