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‘Madre de Alquiler’ la recensione della serie messicana

La nuova serie Netflix ci porta in Messico, tra maternità surrogata, giochi di potere tra membri di famiglie e società.

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Madre de Alquiler

In questi giorni su Netflix una serie ideata da Aída Guajardo e prodotta da Argos Comunicación, ambientata in Messico: tra dramma e soap opera. Composta da 24 episodi, ciascuno di una durata di 40 minuti circa, affronta anche temi importanti, come la maternità, il classismo, i rapporti umani e quelli di potere. Madre de Alquiler resta ancora in testa alle classifiche. Questa è la recensione dei primi episodi che danno il via alla storia, lasciando molte porte aperte e suggerendo continui colpi di scena, affrontando temi caldi nel dibattito mediatico attuale, come la maternità surrogata.

La trama di Madre de Alquiler

Julia (Leticia Calderòn) e Carlos (Luis Ernesto Franco) sono una coppia di Città del Messico che vuole a tutti i costi un figlio, sotto richiesta soprattutto della madre di lui, che comanda tutta la famiglia.

Hanno un ultimo embrione per provare con la fecondazione assistita. L’utero scelto è quello di Yeni (Shaní Lozano), una ragazza indios che accetta solo per far uscire il padre di prigione. L’uomo era stato incarcerato perché aveva commesso un omicidio in una sparatoria organizzata proprio dalla madre di Carlos, così da incastrare Yeni e convincerla ad accettare il lavoro. Dopodiché, un salto temporale ci mostra direttamente la ragazza prossima al parto e in procinto di partorire due gemelli, uno con il piede equino. All’improvviso ritroviamo Yeni su una panchina, con un bimbo tra le braccia; l’altro gemello di Julia e Carlos, apprendiamo, è morto durante il parto, soffocato dal cordone ombelicale.

 

La ragazza, ancora stordita, cercherà di capire cosa può essere successo affrontando i pericoli di chi la minaccia e chi l’ha minacciata. La famiglia di Carlos invece inizia a porsi delle domande su questioni non chiare; noi spettatori apprendiamo grazie a flashback e anticipazioni, dettagli che non conoscevamo. Con un ritmo da soap che tiene l’attenzione insieme all’arrivo di nuovi personaggi fondamentali per altri snodi narrativi, così Madre de Aquiler prende forma.

Madre de Alquiler: tinte soap a Città del Messico

Molti i temi affrontati seguendo la storia della maternità surrogata di Yeni; difficili da affrontare con serietà, senza considerare la cornice da telenovelas che per forza di cose contorna gli episodi e i personaggi. In effetti non ci si trova di fronte a un documentario, ma ad una storia che cerca di far conoscere le sue vicende toccando esistenze difficili: la vita in Messico con forti discrepanze sociali, esclusioni marginali, giochi di potere spietati modellati sulla forza del raggiro. Ci sono i “potenti” quelli che possono decidere le sorti di una famiglia ma anche delle altre genti, qui incarnate dalla matriarca (la madre di Carlos) che tiene le fila del destino della sua famiglia come una burattinaia esperta. Ha tutto sotto controllo e decide lei cosa dire a chi. Dall’altro lato Leny e la sua famiglia sono persone del popolo dalle origini umili e antiche, di quei popoli indigeni che abitavano una volta i territori del Sud America e per questo ancora emarginati e discriminati negli anni 2000, quando si svolge la storia (a tratti un po’ forzatamente, ma aiuta bene a mantenere questa scissione manichea che accresce il dramma).

Madre de Alquiler

Un passaggio molto evocativo e ben costruito segnala bene questa differenza attraverso il montaggio. Siamo nella notte di Capodanno e vediamo da un lato i “potenti” festeggiare nella loro opulenza la fine dell’anno e l’aver finalmente trovato una persona per generare il loro figlio. Dall’altro Leny che brinda con suo padre in carcere, attraverso le sbarre di una cella buia, spoglia e scarna dove l’unica fonte di luce è quella calda di una lampadina d’interno, brindando con bicchieri di carta per qualcosa che, pensano, li salverà.

La storia di Leny è calata nel dibattito attuale della maternità surrogata ma non solo: l’evento, che non è ancora possibile in alcuni stati, viene qui proposto con ricatti e raggiri, almeno da principio. In seguito, per forza di cose e ragione di trama, la storia diventa anche altro con un susseguirsi di colpi di scena intriganti e a tratti assurdi, ma richiesti dal genere. Per cui non colpisce il fatto che i macro argomenti vengano trattati un po’ “alla leggera”. Senza soffermarvisi troppo e senza dialoghi moraleggianti o filosofici da parte dei personaggi, più concentrati sul pathos e sugli eventi che mandano avanti la macchina narrativa. Il racconto della vicenda non segue un andamento lineare, ma anzi i continui salti temporali e il montaggio lento e allungato aiutano a creare la suspence e l’attenzione di chi guarda.

È possibile vedere Madres de Alquires su Netflix dal 14 giugno 2023.

Madre de Alquiler

  • Anno: 2023
  • Durata: 24 episodi - 40 min
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Drammatico, soap opera
  • Nazionalita: Messico
  • Regia: Aída Guajardo
  • Data di uscita: 14-June-2023

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