Parte la 24a edizione dello ShorTS – International Film Festival. Dal lontano 2000 l’Associazione Maremetraggio si occupa di organizzare un festival dedicato a cortometraggi e cinema indipendente internazionale. Lo scopo è quello di far conoscere e apprezzare le migliori produzioni con una selezione accurata e varia, e con altre attività collaterali come conferenze, workshop e didattica professionale. L’attenzione al pubblico in età scolastica e alle nuove frontiere tecnologiche sono elementi aggiuntivi che conferiscono un taglio innovativo alla proposta di settore.
La rassegna si svolge a Trieste dall’1 all’8 luglio 2023 e ha già annunciato che assegnerà il Premio Interprete del Presente 2023 a Fabrizio Gifuni, attore eclettico in ambito cinematografico e teatrale. Taxidrivers segue il festival come media partner.
In questo contesto si inserisce Don’t You Go Nowhere, il nuovo lavoro diretto nel 2022 dall’americano Bryan Poyser, che lo ha scritto qualche anno prima. Il regista due volte candidato all’Independent Spirit Award per Love & Air Sex e Lovers of Hate gira il corto in un jazz club (C-Boys), dove un veterano jazzista duetta con una donna presente nel pubblico. Nelle vesti del protagonista troviamo la leggenda musicale di Austin Mac Mcintosh, mentre la cantante che lo accompagna è interpretata dall’altrettanto famosa Taméca Jones. La curatela musicale è di Eddie “Cleanhead” Vinson.
Il corto è prodotto da Jon Michael Simpson, V. Marc Fort, Cameron Malone e Dwayne Washington.
Don’t You Go Nowhere, di cosa parla
Luci soffuse. La cinepresa procede piano e l’atmosfera è calda. Benvenuti in un jazz club di Austin, Texas. Il Michael Hale Trio sta suonando sul palco, c’è un viavai di alcolici ai tavoli, il pubblico partecipa alla festa. Il cantante (Mac Mcintosh) è carismatico, ha una voce incredibile, la melodia tiene in una morsa lo spettatore. Inizia con il suo microfono a coinvolgere l’audience, prima un gruppo di ragazze, poi una giovane donna (Taméca Jones). Le loro voci si mescolano, sono talentuosi, si attraggono vicendevolmente. Sembrano conoscersi, forse è così, ma non sembrano entrambi dello stesso parere.
In realtà sono più un fan del blues, anche se mi piace il jazz. Sono venuto a conoscenza del Michael Hale Trio e di Mac attraverso un vostro elenco nell’ottobre 2019. Mia moglie ed io eravamo fuori per la sua cena di compleanno e avevamo ancora un paio d’ore. Ho visto questo annuncio su una jazz band che suonava all’Half Step in Rainey Street. Siamo andati e rimasti semplicemente scossi da Mac, dalla sua voce, dal suo carisma e dalla solidità della band ed entrambi abbiamo avuto lo stesso pensiero: qualcuno deve pur mettere questi ragazzi in un film!
La musica è la vera stella del corto. Quando il regista scrive la sceneggiatura nel 2020, ha già in mente di proporla ai due attori protagonisti, che nascono e permangono come musicisti. La scelta di porre al centro della scena due icone incontrastate del jazz coincide inequivocabilmente con il farsi da parte, lasciando spazio ad una direzione asciutta e generosa, con uno sciabordio dietro le quinte.
La canzone intonata dai protagonisti è Wait a minute baby di Eddie “Cleanhead” Vinson, il cui testo corrisponde appieno alla dinamica tra i due e al titolo del film. “Aspetta un attimo piccola, non andare da nessuna parte”, il verso si ripete con insistenza, ma dolcemente. È una sorta di esitazione reciproca a trattenere il momento o quello che lo precede, in un domani incerto.
Don’t You Go Nowhere, la musica vince sulla storia
Solo nel suo anno di lancio, il cortometraggio ha partecipato a 16 rassegne cinematografiche con un ottimo riscontro di critica. Tra i premi di cui è stato insignito ricordiamo gli ultimi, l’Austin Movie Gear Texas Short Filmmaker Award all’Austin Film Festival e il Best Narrative Short Award al Lone Star Film Festival.
Bryan Poyser si è definito un regista indipendente. In effetti le premesse ci fanno intuire che si tratta di un film low budget, prodotto da appassionati di jazz e frequentatori dell’industria musicale di Austin. L’ambientazione ha reso la produzione molto semplice, con tutta la strumentazione di base presente per un corto in cui la musica primeggia nel suo habitat naturale. Don’t You Go Nowhere ha una struttura che ruota intorno al pezzo di Vinson e alla presenza dei due jazzisti. Pertanto, il margine d’azione del plot è ridotto a poche battute e ad un tessuto narrativo misterioso di impatto immaginifico, certo, ma poco chiaro. Gli otto minuti corrono veloci e la relazione tra i personaggi sta appena al giro di boa quando il film si chiude.
L’uso della luce, la qualità del suono e i movimenti di macchina showy strizzano l’occhio ad un’estetica da videoclip, che rischia di trasformare il corto nella ripresa di una bellissima esibizione, ai danni della storia.
Gustoso nella forma e piacevole nella linea melodica, nella sostanza avremmo voluto vedere qualcosa in più del tratteggio dei personaggi e del loro vissuto per immergerci dentro a ciò che li divide, detto che è la musica ad unirli.
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers