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‘Un matrimonio mostruoso’: i “vecchi mostri” di Volfango De Biasi

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Dopo Una famiglia mostruosa, il regista Volfango De Biasi riporta sul grande schermo i suoi mostri nel sequel Un matrimonio mostruoso: stessi protagonisti o quasi, la storia riprende da dove l’avevamo lasciata per esplorare nuovi orizzonti. Se nel primo film il core era l’incontro tra le due famiglie, umana e mostruosa (per poi capire che, in fondo, entrambe avevano in nuce i geni del mostro, chi letteralmente chi nell’animo), ora la natura di ciascuno è un dato di fatto, quindi De Biasi esplora nuove strade.

Il film è disponibile in streaming dal 6 novembre sulle piattaforme SKY e NOW TV.

Un matrimonio mostruoso: la trama ed il cast

Nando (Lillo) esce di scena, fuggito in un’isola tropicale con la sorella della moglie Stella, lasciando la consorte in un mare di debiti; Stella (una ottima Ilaria Spada che dà prova di un buon talento comico), dal canto suo, fa buon viso a cattivo gioco e decide di approfittare del periodo di crisi del matrimonio di Vladimiro (il sempre bravo Massimo Ghini) e Brunilde (la divertente Paola Minaccioni, che sostituisce Lucia Ocone) per conquistare e sposare il vampiro ed appropriarsi così delle sue ingenti fortune. Ma, come per Renzo e Lucia ne I promessi sposi, questo matrimonio non s’ha da fare.

Brunilde con l’aiuto dell’avvocato Remo (Ricky Memphis), innamorato di Stella, tenterà ogni trucco per far saltare le nozze. Sullo sfondo e da contorno, le vicende del resto della famiglia: i problemi coniugali del lupo mannaro Adalberto (Cristiano Caccamo) e l’umana Luna (Emanuela Rei), la nuova identità di zio Nanni (un eccezionale Paolo Calabresi), il nuovo amore di Glauco, padre di Stella (l’irresistibile Maurizio Mattioli, interprete anche della battuta, non inedita ma sempre attuale, più divertente del film (quantomeno, per gli spettatori di fede giallorossa), e finanche Greg, quasi un passaggio del testimone del sodale Lillo, nei panni di un improbabile terapeuta di coppia.

Una commedia da comfort zone costruita sulle divertenti gags

Un matrimonio mostruoso perde la verve della novità, poggiandosi su un terreno sicuro e poco scoppiettante; se l’idea di fondo è buona, lo svolgimento della trama risulta a tratti sfilacciato e poco coeso, dando spazio piuttosto a scenette spiritose, gags divertenti e alla interpretazione comica dei protagonisti, che sono il punto di forza del film, insieme alle locations curate ed iconiche. La regia di De Biasi riesce comunque a trovare il focus della commedia, riunendo i personaggi in esilaranti scene corali che fanno da trait d’union alle diverse sottotrame e tornando allo statement del primo film: chi è il vero mostro?

Il lieto fine annovera poi tesi da comfort zone, dalla classica terapia di coppia dello scambio di ruoli alla gelosia come fuoco che riaccende la passione; con una strizzatina d’occhio anche alla tematica gender fluid, accennata ma senza scadere nell’ovvio. Seppur meno brillante del primo film della saga, Un matrimonio mostruoso riesce comunque nell’impresa di divertire con leggerezza e senza pretese, con guizzi isolati di genialità, affidati alle singole gags ed agli ottimi attori.

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