All’Euganea Film Festival, evento cinematografico dedicato al cinema indipendente, sarà possibile vedere The Visitors, il documentario di Veronika Lišková.
Una giovane antropologa, Zdenka, si trasferisce alle Svalbard, in Norvegia, per studiare come sta cambiando la vita nelle regioni polari. Zdenka scopre che nell’Artico non stanno scomparendo solo gli iceberg e il permafrost. Attraverso le interviste ai residenti, inizia a percepire l’eterogeneità della piccola comunità locale, rivelando anche le tensioni che si celano sotto la superficie.
Il dramma di stare bene in un posto che non ti vuole
Zdenka sta svolgendo uno studio antropologico a Longyearbyen, la città più settentrionale d’Europa. Ci troviamo alle Svalbard, arcipelago norvegese situato appunto tra la Norvegia e il Polo Nord. La giovane studiosa si trasferisce in questa città con la sua famiglia, intenta a riportare il comportamento degli abitanti della città all’interno di questo ecosistema tramite delle interviste.
Longyearbyen conta un alto tasso di popolazione non norvegese, e ciò dovrebbe comunicare una sorta di libertà e non pregiudizio per quanto riguarda le persone che si trasferiscono. Basti pensare che chiunque può stabilirsi nelle Svalbard senza un visto, abitando e lavorando liberamente fino a quando si abbia un lavoro e un posto dove vivere.
Infatti, la protagonista si sente subito a casa in queste lande bianche e fredde. Riesce a respirare – come dice proprio nel voiceover iniziale – ed è felicissima di vivere lì con suo marito e i suoi tre figli.
Le sue fasi iniziali di studio riguardano il drastico cambiamento climatico nel Polo Nord. Le Svalbard sono vittima di alluvioni, scioglimento di ghiacciai, piogge forti. Iconica è la frase di una delle intervistate in cui dice come il paesaggio tipico nevoso fosse diventato fangoso e marrone. La regia in questa fase, infatti, accompagna le interviste con delle inquadrature suggestive e stupende del paesaggio che circonda la protagonista.
Nonostante i problemi, però, quasi tutti gli intervistati rispondono che sono molto affezionati alla città, e che rimarrebbero comunque, anche con condizioni avverse.
Sebbene sembri una situazione idilliaca, che ci riporta una realtà che noi conosciamo poco – ovvero quella dell’integrazione – piano piano un’ombra tra le persone originarie del posto avanza, e si manifesta proprio a metà della pellicola. E’ una realtà, a Longyearbyen, la necessità di dover parlare in inglese considerando l’alta fetta immigrata del paese, ma una fisioterapista norvegese esprime il disagio di non poter parlare il norvegese all’interno della sua città.
L’ombra avanza e Zdenka inizia a sentirsi sempre di più una visitatrice – la popolazione norvegese si esprime nei riguardi delle persone straniere come ‘turisti a lungo termine’ – fino a quando si sente dire in maniera diretta: “tu non dovresti essere qui”.
Questa escalation giunge al culmine quando il governo norvegese prende un provvedimento drastico. Nel giugno 2022 la Norvegia decide che le persone che non avevano vissuto nella Norvegia vera e propria (la ‘Mainland’) per almeno tre anni non avevano diritto di voto nelle Svalbard. Zdenka è costretta ad andarsene.
‘The Visitors’ è un film drammatico quindi. Costituisce lo specchio di una società che ci appartiene, che ci è vicina e che conosciamo bene. Viene a galla una verità sostanziale, forse troppo folle per enunciarla nero su bianco. Il risultato però è l’amarezza e lo sconforto, entrambi sentimenti provati da Zdenka, che portano a considerazioni del tutto pessimistiche sulla deriva della società moderna.
Il trailer di The Visitors.
Per sapere di più sull’Euganea Film Festival, abbiamo un articolo dedicato qui.