Il documentario Inner Lines di Pierre-Yves Vandeweerd ha già percorso una fitta rete di festival come Vision du Réel di fine aprile 2023, dove ha partecipato in Concorso, e il Mirage Film Festival in Norvegia, ove il film si è aggiudicato il premio al Miglior Sound design e il prestigioso Festival dei Popoli edizione 63.
Ora ritroviamo questo intenso e drammatico documentario alla 22° edizione dell’Euganea Film Festival, in partenza da Monselice a partire dal 21 giugno prossimo.
Un festival internazionale che predilige opere incentrate in particolare sul legame tra territorio e l’uomo che lo vive, valorizzando in particolare i contesti naturali, storici ed artistici che si contraddistinguono come qualcosa di ben più forte e determinante di un semplice sfondo scenografico.
Lungo i sentieri che portano alla tanto agognata salvezza
Lungo le amene valli che cingono il Monte Ararat, si snodano centinaia di drammatiche vicende quotidiane di esuli e perseguitati appartenenti al ceppo yazida, nel tentativo di lasciarsi alle spalle quei territori ostili e trovare finalmente un po’ di tanto agognata pace.
I sentieri sono pericolosi e pieni di insidie. Chi conosce la strada più utile e meno pericolosa si affretta a comunicarla agli esuli attraverso una serie di piccioni viaggiatori addestrati a compiere voli e a portare a destino il messaggio di vitale importanza.
Nella strategia militare, le linee interne sono vie di fuga situate vicino alle linee nemiche. In quanto tali, forniscono un modo per passare inosservati e fuggire.”
Il noto documentarista filma e riprende i testimoni di questo silenzioso esodo sottotono, in quel punto alle pendici del celebre monte teatro di un eccidio che non sembra aver mai fine ora che si innesta nella lotta contro l’Occidente da parte del Daesh islamico.

Ma Vandeweerd non riprende né documenta mai gli orrori, limitandosi a renderli palpabili nella memoria di chi racconta e testimonia storie che hanno rigurdato e spesso ancora coinvolgono amici e conoscenti, nell’impegno profuso a cercare di dare scampo a chi ancora fugge per la libertà e per garantirsi una salvezza.
Inner Lines – la recensione
Lo yazidismo è ancora oggi una delle comunità religiose meno note tra quelle del Medioriente.
Tutto ebbe inizio nell’agosto del 2014, quando i combattenti dello Stato Islamico dell’Iraq occupano il Sinijar, vicino al confine con la Siria.
Da quel momento inizia il genocidio: l’alternativa è una sola: o la conversione o la morte per gli uomini, mentre alle donne è riservata la deportazione e la schiavitù.
“Solo una manciata di sopravvissuti di questo genocidio è ancora viva oggi tra Turchia e Armenia.”
Alla base di questa tragedia poco nota, il documentario di Pierre-Yves Vandeweerd parte da una osservazione fatta in loco dallo stesso regista, che notò tra le pendici del noto monte tristemente associato ad un altro episodio atroce come il genocidio degli Armeni, un susseguirsi di anime solitarie ed erranti, in procinto di fuggire alla ricerca di salvezza.

Da questo particolare, si sviluppa un racconto fatto più che altro di testimonianza indirette, riprese mozzafiato di luoghi isolati attraversati da sentieri appena accennati, e di tentativi di volo praticati a piccioni ammaestrati, istruiti a consegnare messaggi utili a far trovare il percorso meno pericoloso ai pellegrini in fuga.
Il regista non si cura del fatto che spesso gli interlocutori si rivolgano alla macchina da presa nel raccontare le tragedie di cui sono stati testimoni anche solo indiretti e si rende artefice di un resoconto stringato ma commovente e toccante incentrato sull’ennesima persecuzione storica a danno di un popolo che qualcun altro intende cancellare dalla faccia della terra.
Lettere di chi ha vissuto l’orrore dell’essere braccato, o la canzone tradizionale che racchiude in una melodia l’essenza di una tragedia che continua a ripetersi nel corso della storia umana sul pianeta, finiscono per dare un senso quasi lirico ad un resoconto che, diversamente, avrebbe rischiato di svilirsi in una serie episodica di fatti, decisamente meno incisivi e suggestivi di quanto invece avviene in questo film.