Biografilm

Luci per Ustica. Ancora necessario parlarne

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Sulla tragedia di Ustica tutto è stato detto, raccontato, spiegato, indagato. Dossier, approfondimenti, su giornali, tv, in teatro. Ottantuno vittime svanite negli abissi, e con loro, inabissata per molti anni la verità.

Il documentario Luci per Ustica – Le luci per Ustica sono le 81 lampadine che si accendono e si spengono al ritmo di un cuore volute dall’artista Christian Boltanski nel museo bolognese in ricordo della tragedia dell’aereo caduto il 27 giugno 1980 – firmato da Gigi Riva e Luciano Mannuzzi (prodotto da GIANGIACOMO DE STEFANO per SONNE FILM con il sostegno di EMILIA – ROMAGNA FILM COMMISSION, COMUNE DI BOLOGNA in collaborazione con RAI DOCUMENTARI) – presentato in anteprima al Biografilmfestival – uscita Rai 27 giugno – offre uno sguardo nuovo.
Partendo dal Museo della Memoria di Bologna, dove Boltanski (scomparso nel 2021) costruisce un’installazione emotivamente coinvolgente attorno al relitto recuperato solo tra il 1987 e 1991 a 3700 metri di profondità, gli autori scelgono di focalizzarsi sulla necessità della memoria e dell’elaborazione di un lutto ingiusto e improvviso, violentato da anni di omertà, depistaggi, bugie.

Attraverso le parole di alcuni membri dell’Associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica, giornalisti, avvocati, politici, scrittori etc (Andrea Benetti, Daria Bonfietti, Raffaella Bruni, Marco Damilano, Tiziana Davanzali, Danilo Eccher, Alessandro Gamberini, Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli, Luigi Manconi, Vito Mancuso, Marco Paolini, Romano Prodi ,Andrea Purgatori, Walter Veltroni, Walter Vitali, Monsignor Matteo Maria Zuppi e Mariangela Gualtieri) si ricorda e si riflette, si sfiora un dolore mai sopito e si ripercorrono i momenti della tragedia e delle indagini, si sente il bisogno di vedere, toccare, i pezzi del relitto, tomba collettiva distrutta, ma unica testimonianza di un evento tragico reso ancora più doloroso e oscuro da lunghissimi anni di non verità.
Così, tra i bauli neri che custodiscono gli oggetti personali rinvenuti, per non esporli ma proteggerli nell’intima segretezza, tra le voci che pronunciano frasi quotidiane, piene di immediatezza e normalità, si percepisce questo “dolore lunghissimo, un pianto secco” – come dice la voce di Mariangela Gualtieri – “questi morti che non smettono di morire”, e questi vivi che con tutta la loro forza ne tengono vivo il ricordo, per lenire il bruciore delle ferite, facendoci sentire tutti “parenti” di questa assurda casualità della morte sopraggiunta in volo verso le vacanze, per un atto di guerra di fatto e non dichiarato.

Le luci su Ustica sono anche le luci che hanno rischiarato il buio sui motivi dell’abbattimento del velivolo. Fino ad arrivare a una verità giudiziaria seppur ancora parziale.

Un documentario, ancora, necessario.

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