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‘Une vie comme une autre’, la biografia affettiva di un’incompresa routine

La storia di una famiglia scorre parallella nell'occhio della macchina da presa di due generazioni apparentemente differenti

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Faustine Cros realizza un’opera biografica che, pur essendo strettamente personale e profondamente intima, attiene a ognuno di noi, alla memoria di quello che è stato e che sarà, il nostro sentire e il nostro dire nel pensiero per i nostri cari. La difficoltà di una donna nel vivere i propri sogni professionali e il suo essere madre. Il disincanto di un tramonto che la vita inevitabile prospetta e la ragione del cuore rifiuta a priori. Un lento e modulato primo piano dell’esistenza che si interroga continuamente su cosa valga davvero e su cosa sia meglio tralasciare. Vincitore del premio Hera Nuovi Talenti nell’edizione Biografilm 2023 di Bologna, Une vie comme une autre è prodotto da Dérives di Julies Freres et Les Films d’Ici di Camille Laemlé.

Une vie comme une autre, la trama

Faustine Cros racconta la storia della sua famiglia descrivendola con le immagini che prima Jean-Louis, suo padre, regista di lungometraggi, e poi lei stessa, girano cercando di cogliere lo spirito di una vocazione familistica forse mai veramente preponderante o espressa. Faustine filma i suoi genitori quando la tempesta è ormai passata e ha lasciato ovunque le sue tracce, in particolare su sua madre. Valerie, ex truccatrice molto apprezzata in tutti i set cinematografici. Con la nascita dei figli ha abbandonato quel mondo per rifugiarsi in uno stato depressivo che la consuma lentamente, come le immancabili sigarette che continuano a scandirne il tempo dei rimpianti.

Comprendre

Quanti di noi si sono chiesti del perché di rapporti famigliari mai nitidamente definiti e lasciati cadere, o decadere, senza aver provato a modificarne il corso?  Senza sforzarsi di comprendere il momento in cui tutto è cominciato a cambiare, a non essere più lo stesso, a deteriorare ogni aspetto, a frammentarsi sino a dissolversi nella routine quotidiana della vita. Un vie comme une autre, con delicata e spietata irriverenza, affonda il suo sguardo proprio lì dove la condizione umana flette e indugia, avvolta nelle trame indecifrabili del passaggio del tempo. Incapace di comprenderne appieno il disegno narrativo esita, si incupisce, si dissocia fino a mutare per sempre.

Silence

La macchina da presa è la silenziosa compagna di un sentimento complicato, quello che certifica la natura inquieta di un’umanità vittima della propria sensibilità. Una fonte di instabilità emotiva che affonda le sue radici nel significato stesso dell’esistenza. Una porzione di mondo raccolta in quell’ inquadratura fissa che paziente attende un moto, una ribellione, una voce che spieghi la ragione di un malessere imperscrutabile. Mentre il rumore delle cose di tutti i giorni, quelle che governano i nostri piccoli e indispensabili gesti, discrete e suadenti, compone la colonna sonora che avvolge la scena e declina ogni significato.

Oublier le temps Des malentendus Et le temps perdu À savoir comment

Jacques Brel

Dimenticare

Residui scarlatti di un drappo che era stato reale emergono qua e là tra le pieghe di quello che avrebbe potuto essere e non è mai stato. Sono forse la traccia di quello che non è visibile, del tempo che né Faustine e né Jean-Louis sono riusciti a catturare. È la sceneggiatura non scritta, la deduzione che nessuno vuol conoscere, relegata per sempre nell’oblio, quella che conserva il segreto inconfessabile del male oscuro che consuma l’anima e ne mina le ambizioni. Come la luce che non è mai costruita, la fotografia è l’essenza di uno stato di cose che sembra ormai cristalizzato, parte integrante della vicenda di una famiglia che attende l’onda del Destino e non vi si oppone.

  • Anno: 2022
  • Durata: 68 minuti
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Belgio
  • Regia: Faustine Cros