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‘Indiana Jones e il Quadrante del Destino’ La conferenza stampa

Si è tenuta via Zoom la conferenza stampa di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, alla presenza del regista James Mangold e dei protagonisti Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen.

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indiana jones conferenza stampa

Dopo aver conquistato la Croisette e in attesa dell’uscita nelle sale italiane – il 28 giugno – distribuito da The Walt Disney Company Italia, Indiana Jones e il Quadrante del Destino è stato presentato in conferenza stampa (via Zoom) dal regista James Mangold e dai protagonisti, Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino | La conferenza stampa

James Mangold apre le danze parlando di quanto sia stato emozionante e di ispirazione prendere parte al progetto.

«È stata una delle più grandi esperienze della mia vita». – James Mangold

A renderlo così importante, è stata anche la presenza di un parterre di attori eccezionali, con cui lo stesso Mangold dichiara di essere cresciuto e grazie ai quali ha modellato la forma della sua passione per il cinema.

Harrison Ford interviene per spiegare che «Indiana Jones sta affrontando una nuova fase della sua vita, è invecchiato e si sta ritirando dalla vita accademica. È a un punto in cui non lo avevo mai visto e credo che drammaticamente funzioni molto bene, anche per introdurre il personaggio di Phoebe. La sua unica debolezza sono i danni del tempo.»

Dal canto suo Phoebe Waller-Bridge descrive la sua Helena come «autosufficiente, con un grande senso dell’umorismo. La sua forza è anche la sua debolezza e consiste nel non saper come chiedere aiuto, ma aprirsi un po’ fa parte del viaggio e alla fine ci riesce.»

Conclude il primo giro di interventi Mads Mikkelsen: «Non credo il mio personaggio abbia debolezze (ride, ndr.) La sua passione per la scienza, per la storia, è la sua forza, ma essere un nazista non è certo un buon inizio. Io ho cercato di umanizzarlo, di relazionarmi con lui, anche se non lo capisco.»

«Non è il mio primo franchise, ma è il primo con cui sono cresciuto, che ha formato la nostra generazione. Io e mio fratello lo vedevamo sempre al cinema.» – Mads Mikkelsen

Harrison Ford & Indiana Jones

Ford racconta dell’emozione dopo aver saputo di questo nuovo progetto: «Era uno script molto buono, a cui ha lavorato anche Jim (James Mangold, il regista, ndr.) Non c’erano barriere per non raccontare un altro capitolo della vita di Indy.» Ovviamente si riferisce anche all’ingresso in scena di un nuovo personaggio, quale Helena: «Lei è la persona giusta in quel momento, grazie alla sua passione per l’archeologia e per l’avventura, è molto intelligente e alla fine impara ad aprirsi.

È un’esperienza che non può essere paragonata a nessun’altra, e credo sia uno splendido addio. 

Io sono semplicemente un assistente narratore. Ho imparato nel corso degli anni, non solo da questo personaggio ma dal mio lavoro. Indiana Jones per me significa quello che significa per il pubblico. Ho provato solo a dare il meglio. Per me è stato un buon affare

Le grandi sfide di Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Per quanto riguarda le sfide maggiori nella realizzazione del progetto, Mangold parla degli stunt e delle tante cose a livello logistico. «Abbiamo svolto un sacco di lavoro, anche di programmazione, ma la più grande sfida era fare in modo che il film fosse di cuore e che ci fosse spazio per l’umanità. La vera sfida per me è unire la spettacolarità, gli effetti speciali, con l’eccentricità e le meravigliose contraddizioni dell’essere umano.

Si deve proteggere questa bolla, che non può essere fatta con un computer.

Ci sono tanti ricordi legati a questi film, un’eredità a cui aggiungere elementi nuovi: questa era la sfida creativa. I cambiamenti semplici rendono i personaggi diversi. La cosa che mi spaventa di più non è fare solo un capitolo, ma rispettare l’idea di integrità, le radici. Si tratta di capire qual è la storia che possiamo dire che sia unica.

Logan parlava di un personaggio torturato, che provava a nascondersi, e la morte sembrava una specie di salvezza. Uno dei più begli aspetti di Indiana Jones è l’umorismo, l’avventura. Un sacco di film della golden age ne hanno ispirati tanti altri. In più avevo una star degli anni Settanta, ma non potevamo negare la realtà: è invecchiato ed era importante focalizzarsi su chi è adesso, e molto interessante esplorare questo aspetto dell’ultima corsa»

‘Indiana Jones e il Quadrante del Destino’ Indietro nel tempo con Indy

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui

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