‘Deadloch’ di Kate McCartney non è solo una serie crime

Deadloch di Kate McCartney su Prime Video non è solo una serie crime, ma piuttosto una fiction che analizza la storia culturale e sociale dell’Australia, nello specifico  della Tasmania, e il modo in cui le classi sociali sono percepite e trattate attraverso indagini poliziesche che sono una sorta di fil rouge o pretesto  più che l’essenza stessa della serie.

Su Prime Video la serie tv Deadloch

Lo sceneggiato esplora la nozione di “white trash”, un termine dispregiativo usato per descrivere persone di origine bianca considerate di bassa classe sociale ( White Trash- Nancy Isenberg-Minimum Fax).

La serie, consapevole o meno, offre una panoramica storica e sociologica che traccia le origini  dell’isolazionismo rurale culturale e sociale, evidenziando il modo in cui si guarda alle persone considerate “white trash”, come inferiori e indesiderabili, anche quando i personaggi della serie non sono così superiori da poter giudicare, ma quelli che vengono giudicati sono così rozzi , socialmente instabili e chiusi in se stessi da risultare abietti, grotteschi fino a renderli comici.

A volte questo processo è portato a termine brillantemente. A volte l’umorismo di “bukowskiana” memoria è talmente forzato o talmente già sentito da risultare un po’ stucchevole. La serie esamina inoltre il ruolo delle politiche governative nel perpetuare la disuguaglianza e l’oppressione delle classi sociali più basse, con un piglio piuttosto accattivante in quanto attenua l’indagine sociologica con quella delle due poliziotte  e nel confronto tra queste due protagoniste e le loro differenti personalità.

Trailer Deadloch

L’Australia raccontata dalla serie

I dialoghi risultano brillanti, ma a volte esasperati per nascondere qualche buco di trama o mancanza di pathos giallistica. La parte da comedy “screwball” rimane quella più fresca e interessante da cogliere all’interno della serie.

Deadloch è un buon prodotto e documentato bene, che offre una prospettiva interessante del continente australe e della persistenza delle divisioni di classe nella società contemporanea, basata molto spesso non su impossibilità realizzative derivanti dall’origine socio-economica dell’individuo  o su un apparato statale menefreghista, ma sulla pigrizia e una sorta di segregazionismo personale che sfocia in razzismo sconclusionato. Che gli showrunner,  giocando così bene con il lato comedy, incastrano con precisione all’interno dell’indagine di polizia, tirando fuori il grottesco che è l’anima stessa della serie.

La prima stagione è ambientata comunque in una zona dell’Australia in cui l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione è ampiamente garantito. La Tasmania è anche considerata una delle regioni più sicure del continente. Non a caso i tutori dell’ordine, nella serie, più che combattere il crimine sembrano  decisi a combattere la noia e l’apatia del vivere nella periferia del mondo e certi drammi personali.

Le prime tre puntate sono già disponibili, le prossime cinque che andranno a costituire l’intera prima stagione invece usciranno con cadenza ogni venerdì sulla piattaforma Amazon Prime.

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