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‘Flashdance’: 40 anni di musica, vita e fragilità

Diretto da Adrian Lyne, già regista di 9 Settimane e Mezzo (1986), Attrazione Fatale (1987) e L’ Amore Infedele: Unfaithful (2002), il film cult con Jennifer Beals continua a farci ballare e a ispirare intere generazioni anche 40 anni dopo la sua uscita. La recensione di un piccolo cult più attuale che mai che apre la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

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Flashdance

Il leggendario film musicale Flashdance compie quarant’anni.

Flashdance è un film del 1983 diretto da Adrian Lyne e con protagonisti l’allora esordiente Jennifer Beals, Michael Nouri e Lilia Skala. Scritto da Thomas Hedley e Joe Eszterhas, il film prova a seguire il successo di classici come Saturday Night Fever (1978) e Fame (1980). Nonostante la sua trama semplice, il film non manca di momenti ricchi di balli e sentimenti, grazie anche alla sua strepitosa colonna sonora. E ancora oggi è un classico senza tempo.

Flashdance  apre la 59a edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

Flashdance, la Trama

Flashdance

La diciottenne Alex Owens, per mantenersi, lavora di giorno come saldatrice in una fabbrica a Pittsburgh. Di notte invece si esibisce come ballerina di Flashdance in un locale notturno. Il suo più grande sogno è quello di diventare una grande ballerina e di riuscire a entrare nell’Accademia di danza. Alex però ha paura del fallimento: a confortarla ci saranno la sua amica Hanna, un’ex ballerina e Nick Hurley, il suo datore di lavoro.

La musica (e la danza) come il perfetto palcoscenico

“Prova a chiudere gli occhi e potrai vedere la musica.” 

Possiamo definire così la vera essenza e il messaggio di Flashdance. Tutti noi ascoltiamo diversi generi musicali e amiamo perderci, nasconderci e sfogarci nei nostri piccoli mondi o nelle nostre camere. E, insieme alla danza, possiamo definire la musica come un’ancora di salvezza, una cura per l’anima e la mente. È vero, Flashdance ha una piccola storia semplice, ma la musica (composta per la maggior parte da Giorgio Moroder) è il vero filo conduttore e la voce narrante.

Flashdance

Non ci sono solo le splendide coreografie a fare da sfondo: ogni canzone racconta un’emozione e lo stato d’animo di Alex, alla ricerca disperata di capire cosa fare nella sua vita. Il film si apre con la splendida Flashdance: What A Feeling, cantata dalla grande Irene Cara (vincitrice dell’Oscar alla Miglior Canzone), che porta subito lo spettatore nel mondo di Alex. Bastano pochi frame e un giro in bicicletta per capire il suo stato d’animo e quanto voglia di più dalla vita.

Altre canzoni, come He’s A Dream, Maniac e I Love Rock N Roll, descrivono il divertimento e l’allenamento di Alex e dei suoi amici mentre provano a ‘sfondare’. Ma tutte creano un perfetto collegamento e il palcoscenico del locale dove lavorano Alex, Jeanie (Sunny Johnson) e Ritchie (Kyle T. Heffner) permette loro di essere sé stessi. Del resto, un mondo senza la musica risulterebbe più triste e infelice. Il palcoscenico diventa metafora di una richiesta d’aiuto, di un modo per essere ascoltati e trovare il proprio posto nel mondo, anche se per pochi minuti.

Un sogno idilliaco

‘In qualche modo bisogna vivere’.

Oltre alle splendide musiche e coreografie, anche le oscure scenografie e la fotografia accattivante di Don Peterman colgono il vero spirito emotivo di Flashdance. La regia di Lyne ci porta brillantemente nella mente e negli occhi di Alex e ci fa scoprire due mondi: uno tratta la vita vera, l’altro un sogno idilliaco, cui la protagonista fugge costantemente. Questo anche grazie all’uso dei colori grigio e rosso, che si mescolano insieme e creano uno scenario che simboleggia rabbia e consolazione.

Flashdance

La fotografia ‘fredda’ ci mostra prima la solitudine e la condizione lavorativa di Alex, che di giorno svolge con poco interesse. Di notte invece prevalgono il colore rosso, il blu e il nero, insieme a tanti giochi di luce ed esibizioni dal carattere erotico e glamour (che quasi ricordano Chicago, di Rob Marshall). E non hanno paura di rendere i protagonisti per come sono veramente.

In tutto questo, Lyne cerca di mostrare i tratti e i lati della crescita, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e come imparare ad assumersi le responsabilità. A volte ci riesce, altre volte no, per la mancanza di beat e per le intenzioni ‘deboli’. Ma in qualche modo, Lyne ci invita a fare il tifo per loro e a prendere una posizione.

Prendere o Lasciare (Take It Easy)

‘Chi rinuncia ai proprio sogni è costretto a morire’.

In qualche modo, Flashdance ricorda A Star Is Born (2018), perché parla di desideri, ambizioni, paure, incertezze e trasformazione. Ma è anche un film che, ancora oggi, è più attuale che mai. È la storia di Alex e dei suoi amici che hanno sogni, ispirazioni e piccole follie. Sono giovani, hanno tutta la vita davanti e non vogliono commettere errori. E hanno timore a buttarsi subito nell’avventura.

Flashdance ricorda molto anche l’opera teatrale per eccellenza del Novecento Waiting For Godot, di Samuel BeckettAlex infatti si prende il suo tempo per pensare, ma a volte sembra aspettare che qualcosa o qualcuno giunga in suo soccorso.

Questa metafora sociale ricorda un po’ la condizione dei giovani adolescente di oggi, ma anche gli adulti. Spesso, quando si presenta la grande occasione, ci tiriamo indietro e aspettiamo una seconda occasione, che quasi sempre non arriva.

‘Tu esci, la musica attacca e tu cominci a sentirla; e anche il corpo comincia a muoversi da solo. So che può sembrare assurdo, ma dentro di te qualcosa fa click.’

Non possiamo non riconoscerci in Jeanie, la migliore amica di Alex: si allena duramente per diventare una brava pattinatrice sul ghiaccio. Ma quando arriva la sua unica opportunità (con sottofondo Gloria, di Umberto Tozzi), a causa delle continue cadute, si arrende e si lascia andare. Anche Alex vorrebbe arrendersi, ma alla fine, anche grazie all’aiuto di Hanna, un ex-ballerina, la sua passione per la musica e la danza prevalgono.

Ebbene sì, nella vita ci saranno sempre delle cadute (sia fisiche che morali), ma se abbiamo un sogno (anche impossibile), crediamoci e lottiamo, perché ne varrà la pena. Come diceva anche Morphius in Matrix, la pillola, o meglio, la scelta sta a noi.

Cosa si lascia Flashdance 40 anni dopo

Quello che doveva essere un flop, Flashdance, è diventato un film cult e ancora oggi continua a stupire e suscitare tante riflessioni. Nonostante la sua semplicità, Flashdance è un film intenso, potente, emotivo e uno dei migliori musical mai realizzati. Dopo 40 anni, le musiche e le melodie di Giorgio Moroder, Joan Jett and The Blackhearts, Michael Sembello, Donna Summ, Shandi e tanti altri non hanno perso la loro magia. E insieme ad altri capolavori come Footloose e Dirty Dancing, il film fa sentire la nostalgia degli ormai lontani anni ’80.

Sembra assurdo, ma Flashdance era ispirato a una storia vera: quella di Maureen Marder, operaia di giorno e ballerina di notte a Toronto che nel 1982 concesse i diritti alla Paramount per 2.300 dollari.

Tuttavia, questa è la storia di ognuno di noi, perché siamo tutti artefici del nostro destino; e sotto una buona stella, abbiamo sempre la possibilità di diventare ‘autentici’. Una favola romantica, essenziale e intramontabile da vedere e rivedere.

 

Flashdance

  • Anno: 1983
  • Durata: 95 minuti
  • Distribuzione: Paramount Pictures
  • Genere: Film Commedia, Musicale
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Adrian Lyne

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