Leone d’Oro al Festival di Venezia nel 1961, il film del visionario Alain Resnais è scritto da Alain Robbe-Grillet e ispirato al romanzo di Adolfo Bioy Casares, L’invenzione di Morel. Tra i due interpreti principali troviamo un giovane Giorgio Albertazzi e Delphine Seyrig. Prodotto dalla Argos Films e Cineriz, è disponibile su Prime Video.
L’anno scorso a Marienbad – Estratto –
Ricordi quando ci siamo incontrati?
Alla fine di una serata teatrale in una sontuosa villa a Marienbad, un uomo sconosciuto rivede una donna che è convinto di avere amato e di essere a tutti gli effetti il suo amante. L’uomo le rammenta con una certa insistenza la loro relazione dell’anno precedente e che, dopo essersi innamorati, erano in procinto di partire insieme, salvo aver deciso di rinviare la partenza all’anno seguente, per volere della donna. Lei, sposata e accompagnata dal marito, sembra non ricordarsene. Tra i due inizia un viaggio nella memoria occupato da frammenti del passato per convincere la donna del suo amore, e per tenere fede alla promessa di scappare insieme, evento che la donna rimanda ripetutamente. In mezzo al passato e al presente, i due protagonisti, nominati A e X, intrecciano i loro presunti ricordi senza rivelare mai se la loro conoscenza pregressa sia davvero avvenuta o meno. Alla fine A , completamente alienata dall’uomo e dalla propria esistenza, parte con X spinta dalla sua collisione mentale e incapace di capire cosa sia vero e cosa no.
Il labirinto della memoria
In Misterioso Omicidio a Manhattan il cineasta newyorkese Woody Allen cita l’opera di Resnais facendo esplicito riferimento alla sua caratteristica principale e nel contempo alla destabilizzazione della sovrapposizione, e sovraesposizione, della temporalità del passato, cifra assoluta del film. Rivolgendosi a Diane Keaton, a proposito del cult di Resnais, commenta: “Chi sapeva che erano flashback…in tutto il film!”.
In effetti la prima lettura di L’anno scorso a Marienbad risiede proprio in quanto Resnais decida di farci capire. Già nel lugubre organo di Francis Seyring nelle scene iniziali , colmate da silenzi e note accompagnate dal fuori campo del personaggio di Albertazzi, comprendiamo la natura sperimentale di un’opera che inizia dalla sua narrazione.
La divisione intellettuale dello spazio incomincia pian piano a costruire un ambiente, quello della lussuosa villa, con lentissime carrellate che ci mostrano il soffitto, il lampadario e man mano che passano i secondi, o meglio i minuti, il luogo circostante. La fine della recita teatrale, gli applausi dei presenti e un brindisi che contagia tutti gli ospiti, sgargianti e sfavillanti, si alternano alle frasi silenziose, sempre di Albertazzi, in cui si confondono temi che ricorreranno frequentemente nel corso del film: alienazione e caducità esistenziale. Un voice over descrittivo, quello di X, che con infiniti piani-sequenza ci mostra la solitudine dei corridoi, mentre intercorrono i volti marmorei degli invitati della villa, i quali parlano senza parlare muovendo solo le labbra, vocalità sostituita dal fuori campo di Albertazzi.
Confini spaziali al servizio del tempo
Nella sperimentazione di tale estetica cinematografica, assolutamente originale per i tempi, l’entrata in scena di X scombina da subito ciò che si vedrà. L’insistenza dell’uomo nel convincere la donna delle sue certezze, ossia di un amore a cui il protagonista crede ciecamente, sedimenta un lungo percorso di confronto e di accettazione del ricordo. Perché A non ricorda nulla, ma in un primo momento la giovane donna sembra divertita e curiosa di comprendere fino a che punto l’uomo si spingerà. Un gioco delle parti, a tratti morboso, nel significato più sensuale del termine, per molto della prima parte, nel loro girovagare tra l’esterno della villa e il suo cortile, A tenta di capire quando l’uomo la tenti veramente.
Ed è in questo gioco delle parti che i due protagonisti si comportano come una pallina di tennis che balza da una parte all’altra, e col il campo metronomo temporale dei loro discorsi.
X e A distaccano il tempo vivendo lo spazio come un lungo flashback che si frammenta ogni volta che i loro ricordi, quelli apparentemente sinceri dell’uomo e quelli in costruzione della donna, decidono di addentrarsi nello spazio dell’anno precedente dentro quello che stanno vivendo. Mentre Albertazzi tenta di corrompere la sua interlocutrice con l’uso incisivo di una parola cadente e sicura, lui e Delphine Seyrig usano lo spazio per presentare il passato come un presente mai trascorso. Attingono alla discontinuità per essere ora in quella stanza, ora in quel corridoio e fanno ciò seguendo le direttive di X. Il quale assurge sempre con più fermezza all’archetipo del mentore rivelatore per A, un figura per lo più criptica per come architetta e struttura ogni frammento a cui la donna crede anche se non è del tutto convinta. E questo perché il meccanismo spaziale di Resnais combacia con la tessitura di Robbe-Grillet, in cui due entità sovrappongono i loro pensieri al loro vivere nel tempo.
L’avanguardismo di Resnais e il non luogo di Marienbad
La sperimentazione del cineasta francese vive dell’avanguardia in cui monta e fa susseguire le varie scene. In una dimensione quasi barocca Resnais sovverte le regole del cinema classico attraverso il falso raccordo. Dopo il voice over perlustrativo di Albertazzi, la cinepresa inquadra prima A in compagnia del marito centralmente per poi staccare sulle invitate femminili e ritornarne sulla donna ora nel salone del teatro. Viene nuovamente spostata alla portineria, ripresa da sola e da un’altra angolazione. Una tecnica che Resnais ci riproporrà di continuo nel corso del film costringendo lo spettatore a interrogarsi circa l’unità spaziale. Ed è nel giardino e nell’esterno circostante che Resnais spinge il film verso un’assonanza metafisica alla stregua del non luogo di Giorgio De Chirico. I campi lunghi e i totali ci riportano composizioni geometriche intente a far scomparire le componenti di realtà dell’opera. Un ambiente spaziale che fa apparire Mirienbad come un luogo spazio-temporale controllato dal personaggio di Albetazzi.
X e M nella maschera bergamiana
I racconti di X progrediscono verso lo svelamento dei fatti dell’anno precedente rivelando la concausa dell’amore di A e X , e il loro legame di salvezza. Perché difatti, in un continua digressione sul passato tra evidenza degli oggetti e staticità corporea di A, ci viene rilevata la funzione della presenza del lugubre M. Se prima non riusciamo effettivamente a capire lo sparo del marito alla A del passato mentre la A del presente assiste all’atto come giudice ammonente, nel terzo atto capiamo meglio il ruolo di M e anche quello di X. Resnais confonde le varie versioni dei tre interpreti tra passato, presente e futuro, ipotizzando la mascolinità tossica di M sconfinare nello stupro a causa dell’adulterio della moglie.
Tanti sono i contatti con Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman, e non solo perché il gioco dei fiammiferi Nim è analogo agli scacchi. Resnais ricrea la Morte col personaggio di M ma ne crea anche un altro, la via di fuga dalla morte per mano dell’angelo custode X. L’alterego di Albertazzi riesce a battere la Morte , non nel gioco degli scacchi, ma aprendo una possibilità nella mente di A; nelle scene finali la donna sembra non volersi staccare dal marito, venendo confortata da quest’ultimo. Sembra voglia far intendere , M , che nulla è impedito al destino affinché si compi. Nuovamente Resnais confonde lo spettatore capovolgendo i ruoli tra M e X. Albertazzi viene ricoperto da un’ambiguità sottolineata dall’inevitabilità di A a seguirlo proprio come Bengt Ekerot fa ne Il Settimo Sigillo. La donna e l’uomo si lasciano alle spalle la villa mentre le luci delle finestre illuminano l’oscurità della notte.
L’anno scorso a Marienbad è una pura opera di esegesi concettuale. Resnais utilizza i mezzi dell’anarchia neorealista francese pur rinunciando al cinema verità nell’infinita contemplazione del perdersi attraverso il tempo. Un punto di rottura straordinario nella razionalità filmica.
Anno: 1961
Durata: 94
Distribuzione: Amazon Prime Video
Genere: thriller psicologico
Nazionalita: FRA
Regia: Alain Resnais
Data di uscita: 25-June-1961
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