Su MUBI è possibile recuperare l’ennesima trasposizione della tragedia shakespeariana Macbeth, nella versione psichedelica a cura del regista australiano Justin Kurzel, noto per Nitram (2021), The Kelly Gang (2019), Assassin’s Creed (2016) e Snowtown (2011).
Nel variegato parterre che comprende il nutrito cast, impossibile non menzionare gli affascinanti Michael Fassbender e Marion Cotillard nei panni dei coniugi Macbeth, molto ammirati all’epoca in cui il film venne presentato in Concorso al Festival di Cannes – edizione 2015.
Cieli rosso fuoco sovrastano vallate verde smeraldo di una Scozia trascinata in fondo a un Medioevo buio e terrificante
Il condottiero Macbeth risulta trionfatore nella battaglia decisiva per la cacciata dei nemici norvegesi ed irlandesi, e, nonostante il massacro che ha fatto seguito allo scontro, il valoroso combattente può far ritorno al suo castello, passando prima a ricevere le lodi da parte del suo re Duncan.
Per strada, Macbeth incontra tre streghe che lo ammaliano predicendogli l’immortalità e il suo glorioso futuro di re. Circostanza a cui l’eroe non può smettere di pensare, incalzato tra l’altro dalle mire e dai calcoli di sua moglie, appena ripresasi dal lutto in seguito alla perdita del figlioletto appena nato.
La vendetta tramata fa posto all’azione, il re viene ucciso, Macbeth si impossessa della corona con uno scaltro stratagemma che fa ricadere la colpa dell’agguato su alcuni membri della guardia del re, assolutamente innocenti e ignari di tutto.
E siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, la tragedia lascerà il posto a una sciagura ancor più grande, che scongiurerà per sempre la supposta immortalità di quello che un tempo era un valoroso e fedele condottiero, sporcato dalle mire di gloria malsane e tentato da una moglie folle di dolore, e da tre regine della malvagità.
Macbeth – La recensione
Dopo la versione di Orson Welles del 1948, quella di Polanski del 1972, quella ungherese meno nota rigorosa e teatrale a cura di Bela Tarr, e prima della più recente versione di Joel Coen del 2021 con Denzel Washington e Frances McDormand, Kurzel affronta la tragedia accentuandone i toni ed i colori.
Fa scorrere il sangue come in un horror senza rinunciare alla solennità, opportuna in una trasposizione da una tragedia shakespeariana.
Le streghe tentatrici appaiono come tre zombies maliziosi e infingardi, mentre Lady Macbeth racchiude dentro di sé il dolore di una madre inconsolabile e il desiderio di rifarsi progettando delittuosi sogni di gloria. Marion Cotillard, col suo inglese perfetto, è stupefacente a rappresentare le due facce della follia-cattiveria, e della dolcezza- vulnerabilità di un pentimento tardivo, quando il massacro più atroce dopo ai danni dell’intera famiglia del valoroso e fedele MacDuff.
Solennità, atmosfera sanguigna e perversa, insieme a valide scene di combattimento al ralenti quasi esasperato, sono i pezzi forti e più suggestivi di una trasposizione non proprio indimenticabile, ma senz’altro glamour, ad alto tasso di erotismo e in fin dei conti piuttosto riuscita. L’interpretazione virile di Michael Fassbender, possente nel fisico come nella voce, appassiona e rende più uomo, e quindi almeno a tratti più umanamente accettabile, una figura ferina e vendicativa, che in realtà nasconde dentro di sé la dannazione più esasperata e senza possibilità di redenzione.
Impeccabile pure il resto del cast, stavolta quasi tutto anglosassone doc, tra cui citiamo senza esitare David Thewlis nel ruolo del re Duncan, Sean Harris in quello del fedele MacDuff, e Paddy Considine in quelli del guerriero valoroso Banquo.