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‘How to Have Sex’: riti di passaggio purché consensuali

Su MUBI il film Vincitore a Cannes Un Certain Regard 2023

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La sezione Un Certain Regard 2023, dedicata a registi esordienti o ad opere visivamente innovative, ha spesso riservato sorprese e, come dice il titolo scelto non a caso, sguardi particolari, ma forse non si era preparati alla vittoria di un film come How to Have Sex, spumeggiante spaccato giovanilistico il cui pregio principale è aver esplicitato il tema della consensualità dei rapporti sessuali fra giovani e dell’importanza di esprimere ed esplicitare il proprio dissenso se qualcuno se ne ‘approfitta’, anche senza agiti violenti.

Il film è in streaming su MUBI.

How to Have Sex (2023) | MUBI

Il tema della ‘prima volta’ è qui trattato come rito di passaggio, con una voluta ambivalenza, dalla ventinovenne regista londinese Molly Manning Walker, già direttrice della fotografia, poi sceneggiatrice e infine apprezzata regista di cortometraggi, la quale, dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Festival 2023 con il corto Scrapper, era approdta al Festival di Cannes 2023 con la sua opera prima al lungometraggio.

How to Have Sex: prontuario per adolescenti disinibiti

Una trama estremamente easy, quella del film How to Have Sex: tre ragazze anglosassoni molto disinvolte, Tara (Mia McKenna-Bruce, perfetta con l’aria da inglesina-bionda-tutto pepe, già resa nota dal film Persuasion, prodotto da Netflix nel 2022), sua sorella Skye (Lara Peake) e la loro amica lesbica Em (Enva Lewis), dopo un esame che corrisponde più o meno alla nostra maturità, vanno a rilassarsi in un tipico villaggio-vacanze-sballo del Mediterraneo (in questo caso a Malia, sull’isola di Creta, dove il film è stato realmente girato in sei settimane, tra il settembre e l’ottobre 2022), a caccia di avventure e sesso libero: una fra loro, in particolare, va alla ricerca della sua ‘prima volta’, non importa tanto con chi – almeno in apparenza – quanto l’atto in sé, parola d’ordine ‘non restare vergini’.

Complici i ragazzi della stanza accanto, il naïf Badger (Shaun Thomas) e il suo furbetto amico Paddy (Sam Bottomley), le ragazze si scatenano fra feste in piscina, alcol e fumo, perdendo di vista il giorno e la notte, e perseguendo attivamente  l’obiettivo di fare sesso. Ma, come si vedrà, le cose non saranno così semplici per Tara e si andranno complicando vieppiù, emotivamente e psicologicamente, rispetto al modo (how) in cui avverrà la sua prima volta.

In concomitanza con il cambio di prospettiva della protagonista – da scatenata cacciatrice a silenziosa e introversa ragazzina senza trucco – si modificano le luci e l’ambientazione. Luoghi puliti e luminosi vengono ripresi come degradati, oscuri e minacciosi, lasciando intravedere, in modo non giudicante ma descrittivo, anche il lato oscuro della ‘fiesta’, e l’emergere della consapevolezza di cosa sia un rapporto non completamente consensuale, di quali tracce lasci addosso, di come possa rovesciare in un attimo le prospettive relazionali e la propria autostima.

Re-imparare ‘come fare sesso’: una violenza in termini reali

La regista non nasconde di essere stata vittima, proprio negli anni dell’adolescenza, di una violenza sessuale. Per aiutarsi ad elaborare il trauma, dopo il cortometraggio Good Thanks, You? presentato virtualmente a Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs 2020 (in piena pandemia), decide di girare How To Have Sex come un naturale prosieguo di quel lavoro, per scavare ancora più a fondo dentro sé stessa e come monito a tutte le ragazze che si dovessero trovare in situazioni analoghe.

Vero che il film assorbe e propone in realtà, con sguardo ampio, il punto di vista di entrambi i protagonisti dell’episodio chiave del film, dove il ‘sì’ femminile dovrebbe essere supportato da un coinvolgimento differente, e dove la violenza inizia già nella scarsa attenzione alla situazione del partner. Ma nella mischia non si guarda per il sottile, ed è qui che la regista affonda la lama, lasciando a ciascuno spettatore le proprie considerazioni.

Parlando con alcuni amici dei tempi della scuola, mi sono resa conto quanto le vacanze e le feste da adolescenti abbiano avuto un impatto sulla nostra idea del sesso – ha dichiarato a Cannes la regista, che ha iniziato a usare la camera filmando i concerti punk del fratello, pensando di diventare documentarista – che si tratti di violenza sessuale, aggressione, abuso o coercizione, bisogna parlarne per far sì che queste esperienze difficili portino a una nuova comprensione, aiutandoci a reimparare ‘come fare sesso’, e facendo in modo che il sesso funzioni per entrambe le persone coinvolte. Il consenso è il minimo che dovremmo aspettarci. Forse questo film disturberà alcuni uomini – che magari si sono trovati in situazioni analoghe – non volevo ritrarre l’aggressione in modo violento o eccessivo, ma come qualcosa di reale”.

How to Have Sex vince il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes

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