‘Il Grifone’. Recensione della serie fantasy su Prime Video
L'adattamento dell'omonimo libro di Wolfgang Hohlbein e Heike Hohlbeindal del 1989 per raccontare l'epopea di tre giovani contro un mostro divoratore di mondi
Il Grifone (Der Greif nella versione originale) è una serie TV tedesca di genere fantasy diretta da Sebastian Marka e Max Zähle. Tra gli showrunner figura anche Erol Yesilkaya, che ha contribuito alla genesi dell’idea.
La sceneggiatura de Il Grifone è interamente tratta dal romanzo fantasy omonimo annata 1989 di Wolfgang Hohlbein e Heike Hohlbein. La serie è prodotta da Wiedemann & Berg (produttori di Dark, grande successo Netflix) e da Dog Haus, con il supporto di FilmFernsehFonds Bayern, German Motion Picture Fund e Medienboard Berlin-Brandenburg GmbH.
La vicenda ruota intorno a un gruppo di amici adolescenti che si trovano catapultati in un mondo fantastico chiamato la Torre Nera.
Il protagonista Mark scoprirà ben presto di essere l’unico in grado di sconfiggere il Grifone, una besta malvagia spargitrice di morte tra le creature viventi. Un outsider destinato a diventare un eroe contro ogni suo pronostico.
Disponibile su Prime Video da venerdì 26 Maggio 2023.
Il Grifone, la trama
Una cittadina tedesca degli anni ’90. Mark (Jeremias Meyer) non sa se sogna o soffre di allucinazioni in pieno giorno. È un giovane solitario e schivo, alle prese con la scuole e la prima cotta. La musica è il suo salvagente; infatti condivide un negozio di dischi con suo fratello (Theo Trebs), dalla personalità opposta alla sua. La famiglia non è un luogo ameno: madre e fratello non hanno più rapporti, il padre è scomparso. La colonna sonora fornisce le coordinate spazio-temporali del racconto, mentre la realtà vera resta sullo sfondo.
Basta poco ad accorgersi che tra le pieghe grigie di quanto si vede si cela un mondo fantastico che spinge per farsi notare. Un libro eridatato dal padre ed entrambi, Mark e Thomas, si trovano scaraventati nella Torre Nera, un universo in cui regna il Grifone, una creatura maligna assetata di mondi.
Suo malgrado, l’outsider Mark dovrà fare i conti con il destino, quello che non ha scelto. Il ruole dell’eroe non gli si addice, ma si svela presto il solo in grado di sconfiggere il mostro. Quando suo fratello scompare, l’unica destinazione possibile diventa la Torre Nera: affrontare il pericolo sarà un’avventura da vivere insieme ai suoi amici fidati.
Il Grifone, il cast
Si tratta di un’opera corale con un mix equilibrato di figure femminili e maschili:
Jeremias Meyer è Mark
Zoran Pingel è Memo
Lea Drinda è Becky
Theo Trebs è Thomas
Sabine Timoteo è Petra
Samirah Breuer è Maya
Thorsten Merten è Dr. Peters
Il Grifone, la recensione
La serie rispecchia i connotati dal genere di riferimento, con il tratteggio del viaggio dell’eroe in perfetto stile fantasy. Mark rappresenta il giovane fuori dagli schemi, disincantato rispetto ai suoi coetanei, anti-popolare e piuttosto a disagio in contesti collettivi. Si rifugia nella musica come meta e come cibo quotidiano, tracciando un’aderenza chiara al quadro storico nel quale si inserisce la storia.
La dualità delle ambientazioni, da una parte la semplice routine di un adolescente e dall’altra la spettacolarità del mondo che lo attende, corrisponde al sottotesto di prodotti come questo: il destino ci precede e l’eroismo è una veste che chiunque può indossare, se e quando è chiamato a farlo. La passione per l’immaginario fantastico dipende da questa apertura agli scenari impossibili, come un tocco sognante, che sorvola la verosimiglianza e al contempo la centra in pieno nella sua matrice democratica. Dal punto di vista didascalico, Il Grifone coglie la sfida di mantenersi in equilibrio tra l’irrealtà (l’appartenenza al genere fantasy) e la concretezza di personaggi come questi che camminano tra i corridoi di scuola forse già spogli del loro avvenire ma capaci di fare grandi cose quando suona la campana.
Per quanto concerne l’estetica della serie, alcune tra le piu influenti riviste cinematografiche e televisive tedesche, come Prisma.de o Wunschliste.de concordano nell’affermare che gli effetti visivi, anche se talvolta raccapriccianti, sono molto convincenti. L’atmosfera sembra inoltre richiamare la maestosità di Stranger Things o, per rimanere in casa nostra, I Viaggatori, ultimo film di Ludovico di Martino.
Gli appassionati di fantasy non possono mancare a questo appuntamento, fatto di sei episodi esaltanti di grande aderenza all’opera letteraria. Si suggerisce la visione anche agli amanti degli anni ’90: specialmente la scelta dei brani è un viaggio interstellare che ricalca a pennello l’immaginario musicale dell’epoca. Dolce si fa la nostalgia.
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