Checché se ne dica delle ultime opere a lui dedicato, Spider-Man é un personaggio che continua a stupire generazione in generazione. Dalla golden age dei suoi celeberrimi fumetti, alle gloriose trasposizioni di Raimi, fino alla sua entrata in pompa magna nell’MCU.
L’Uomo Ragno è sempre sulla bocca della gente di cui si fa eroe, ed il successo planetario di Spider-Man: Un Nuovo Universo (quasi 400 milioni di dollari!), con tanto di Oscar al Miglior Film d’Animazione, non è certo un caso.
Christopher Miller e Phil Lord, i geniacci dietro a questo e tanti altri film, tra cui l’encomiabile The Lego Movie, prendono la palla al balzo per dare il via ad una loro trilogia sul RagnoVerso.
E dopo cinque anni di lavorazione danno vita a Spider-Man: Across The Spider-Verse, sequel diretto dal trio Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson e scritto da Lord & Miller assieme a David Callaham.
Il film è prodotto da Columbia e Sony Pictures Animation (I Mitchell contro le Macchine, Hotel Transylvania) e sempre distribuito da Sony Pictures. È ora disponibile in streaming su Prime Video.
La trama di Spider-Man: Across The Spider-Verse
Spider-Man (Shamiek Moore) in Columbia Pictures and Sony Pictures Animations SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE.
Nonostante la loro vittoria nel precedente capitolo, gli universi di Gwen Stacy (voce in originale di Hailee Steinfeld) e Miles Morales (Shameik Moore, voce) sono ancora in pericolo. Le anomalie dimensionali spuntano in continuazione e tra di loro compare La Macchia, ridicolo quanto pericoloso avversario.
Per fermare l’enorme minaccia, Miles dovrà lasciare Brooklyn e seguire Gwen nell’universo dove tutti gli Spider-Men si riuniscono, capitanati dal tenebroso Miguel O’ Hara (il noto Spider-Man 2099 interpretato da Oscar Isaac). Riusciranno i nostri eroi, con l’aiuto di vecchi e nuovi alleati, a salvare tutti gli universi, o almeno il loro?
Ispirare l’animazione del domani (di nuovo?)
Gwen Stacy in Columbia Pictures and Sony Pictures Animations SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE.
La motivazione principale per cui Spider-Man: Un Nuovo Universo è definibile come film di rilevanza storica sta tutta nella sua rivoluzionaria tecnica di animazione.
Sovrapponendo disegni e bozzetti in due dimensioni a fotogrammi reindirizzati in CGI, viene creato uno stile completamente nuovo, fluido in maniera unica e reso ancora più spettacolare dall’aggiunta di ogni forma di artificio fumettistico, da onomatopee strabordanti a vere e proprie immersioni negli albi comics.
Riuscire nell’impresa di cambiare ancora il corso artistico dell’animazione tutta non è probabilmente l’obiettivo del sequel, ma non in alcun accezione negativa. Spider-Man: Across The Spider-Verse non resetta o rinnova nulla, ma amplia ed espande.
Per quanto dipendente dall’originalità del proprio predecessore, il film sfoggia ogni possibile intuizione con caleidoscopici tripudi di stile, realizzando lunghe sequenze di rara complessità e bellezza tecnica.
Ogni universo è corredato da un lavoro di fotografia incredibile, in particolare nei momenti più coinvolgenti legati alla nostra Gwen Stacy e ai momenti intimi col padre (ma proseguiamo oltre per non spoilerare altro!).
Ci sarebbe da lodare la creazione dei costumi, dei modelli, dei dipinti-scenografie, ma su tutte queste derivazioni ogni parola è inessenziale, sta solo al pubblico constatarne la possenza col proprio sguardo.
Persi nel Ragnoverso
Jessica Drew (Issa Rae) and Miguel O Hara (Oscar Isaac) in Columbia Pictures and Sony Pictures Animations SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE.
Il lago di citazioni (fumettistiche e non) generato da Lord e Miller col primo capitolo della trilogia si riempie e quasi esonda in questo nuovo film. Difatti, risulta quasi impossibile riuscire ad elencarne l’interezza se non dopo numerose ed attente visioni.
E ce n’è per tutti i gusti, dai più smaliziati ai palati più fini e rigidi, passando per frammenti di passati cinematografici vissuti a inaspettati camei che aprono porte a nuove teorie per i fan più smanettoni.
Con una libertà pressoché enorme, il duo-meraviglia degli sceneggiatori ha la possibilità di inserire tutto il citabile ed immaginabile, senza nascondere il lato più innocentemente commerciale di questo franchise.
Ma ciò non intacca il solito ottimo lavoro sull’intera sceneggiatura, con il consueto plauso alla scrittura dei personaggi. E’ difficile, effettivamente, riuscire sempre a costruire personalità così carismatiche ed interessanti da mettere in disparte, anche per poco, l’odissea dei due protagonisti.
In assenza del team originale, c’è spazio per l’arrivo di nuovi <<Spider-eroi>>, come lo spassoso Spider-Man India o lo sconclusionato Spider-Punk, con cui è difficile non entrare subito in sintonia, anche grazie allo stile d’animazione unico per ognuno.
Per non parlare di Miguel O’ Hara, completo opposto, sia nel carattere che nell’aspetto, al già conosciuto Miles e figlio del trauma della perdita e della dolorosa accettazione del destino.
Miles e Gwen, artefici del proprio destino
Jessica Drew (Issa Rae), Gwen Stacy (Hailee Steinfeld), Peter B. Parker (Jake Johnson) and his daughter Mayday in Columbia Pictures and Sony Pictures Animations SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE.
Un capitolo da prendere a parte è necessario per i due ragnetti principali, il bianco e nero che si attraggono come lo Yin e lo Yang. Due vite differenti ma con esiti simili, che portano alla medesima volontà di andare contro ad un destino già segnato.
Miles e Gwen vivono i momenti più belli dei loro archi narrativi in queste due ore e venti, sfidando ancora le figure genitoriali non ancora in grado di comprenderli ma, soprattutto, loro stessi.
Abbiamo modo di vedere per la prima volta l’universo di Gwen, visivamente più simile ad una concezione futurista nella sua rappresentazione della vita e dei sentimenti che la guidano. La street-art di Brooklyn si mischia appassionatamente con le avvolgenti pennellate che cingono il quartiere Chelsea della <<ragno-batterista>>.
Stili contrapposti, ma uniti nella volontà di esporsi, di mostrarsi al mondo per ciò che sono, di non accettare il già scritto. Questa coppia d’oro spezza le fila della tela universale del ragno, divenendo portavoce di una rivoluzione animata senza precedenti.
La grande portata che sa di antipasto
Spider-Man/Miles Morales (Shameik Moore) in Columbia Pictures and Sony Pictures Animations SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE.
Si parla di molte cose in Spider-Man: Across The Spider-Verse. Tanti, interessanti temi condensati in una durata non da poco per un lungometraggio d’animazione come questo, che però non raggiunge propriamente il suo apice.
Che sia chiaro, il film si conferma un lavoro di grande manifattura e necessario di una o più visioni, ma si fatica proprio a non notare la già dichiarata divisione in due parti di un macroscopico progetto filmico iniziale.
Nello specifico, l’idea originale di Lord e Miller era quella di un grande, unico sequel che ampliasse e concludesse il RagnoVerso. Ma l’enorme mole di lavoro, idee e materiale realizzato hanno portato alla divisione della pellicola in due altri film, Across The Spider-Verse ed il prossimo Beyond The Spider-Verse.
Che abbiano anche avuto paura di portare in sala un’opera d’animazione di tre ore o più, seguendo lo stile Avengers:Endgame? Oppure di non sfruttare la possibilità di capitalizzare il più possibile su questo già riuscito successo commerciale?
Tutti pensieri giusti e plausibili, ma semplici supposizioni. Ciò che è constatabile è un lieve amaro in bocca che si potrebbe sentire al termine della pellicola, più che altro dettato da un compimento del viaggio dello <<Spider-eroe>> raggiunto solo in parte.
Ma, dopo poco, quella sensazione fa spazio all’impetuosa voglia di aspettare il terzo ed ultimo capitolo della trilogia, consci di attendere un’opera audiovisiva che potrebbe impostare l’asticella per le future generazioni di cinema.