Tra il 26 e il 28 maggio nella zona di Viale Molise a Milano, tra i resti di un vecchio macello, avviene un festival particolare: il SSFF (Surf and skate film festival) sponsorizzato da House of Vans. Appena messo piede all’interno del luogo, si viene accolti dalla musica e da decine di adulti, ragazzi e bambini con in mano i loro skate, pronti per mettersi alla prova. Vagando per il posto, si trovano stand di vestiti vintage come quelli da spiaggia, perfetti per andare in surf, ma ci sono anche stand che fanno challenge con mini-skate su una mini-piattaforma e quelli che insegnano ai più piccoli a fare i loro primi passi nel mondo dello skateboard. Per i più esperti, invece, una rampa sovrasta l’intero luogo e lì possono dare spettacolo con le loro acrobazie.
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Ragazzi, bambini e adulti con lo skate al SSFF
Andando più avanti si trova un cartello che conduce alla nostra meta, con scritto “cinema”. Attraversando una via laterale si arriva, quindi, a un salone dalle pareti scrostate e completamente spoglio, se non fosse per le sedie in plastica e un proiettore. È qui che vengono proiettati tutti i film del concorso.
Il cortometraggio Finding Skateboarding
Per Finding skateboarding, il regista Dries Vanherwegen, è presente in sala. Dopo la visione, ha voluto commentarlo e spiegare le sue ragioni riguardo alla produzione del film.
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Incontro con il regista di Finding Skateboarding
Il cortometraggio della durata di dodici minuti si apre con Nora, una giovane ragazza belga che va sullo skateboard da ormai sei anni. Lo skate è diventato la sua più grande passione, nella quale si rifugia per allontanarsi almeno per un po’ dai suoi problemi.
Dice lei stessa che tutti quelli che hanno questa passione, quando vanno in skate, sono sempre felici, ma quando tornano a casa i brutti pensieri tornano.
Nora ci racconta la sua vita, parla della comunità che ha trovato attraverso lo skate e di come questa l’abbia aiutata in ogni aspetto della sua esistenza, primo fra tutti, imparare a cadere.
Nello skate, infatti, si cade continuamente. È l’unico modo per diventare bravi e questo accade, non solo in questo sport, ma anche nella nostra vita di tutti i giorni.
Quello che Nora sembra voler creare è una connessione tra lei e lo spettatore che ha la possibilità di fare parte della di mondo, anche se per pochi minuti.
Tutto il cortometraggio fatto di filmati amatoriali sembra girare intorno allo skate e alle persone che, come Nora, non possono più farne a meno.
Nel complesso è stata un’esperienza a tratti surreale. Pochi sanno che esiste a Milano un simile festival ed è stato interessante assaporare ogni parte di questo luogo. Meriterebbe ancora maggiore visibilità.
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Rampa al SSFF