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‘Una pessima madre ideale’ di Sim Na-yeon e Bae Se-young, quando ad una madre è concessa una seconda possibilità

Il nuovo K-drama Netflix per una assoluzione dei peccati genitoriali, senza dimenticare la linea narrativa dinamica del revenge movie, con la coppia Ra Mi-ran e Lee Do-hyun perfettamente in sintonia

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Una pessima madre ideale di Sim Na-yeon e Bae Se-young è un dramma coreano in  quattordici episodi, prodotto da JTBC e disponibile su Netflix, con Ra Mi-ran (Reply 1988, Hope), Lee Do-hyun (The Glory) e Ahn Eun-jin (Hospital playlist, Kingdom, The night owl). La serie è scritta da Bae Se-young, che ha curato il remake coreano di Perfetti sconosciuti.

Guarda Una pessima madre ideale su Netflix

Commovente riscatto di una madre che ha commesso errori fatali nel suo tentativo di garantire al figlio una vita migliore: una riflessione che può essere sia molto personale, che sapientemente estesa a tutta una società, affannata nel costruire figli perfetti a cui non è data la possibilità di vivere e sbagliare. 

Una pessima madre ideale di Sim Na-yeon e Bae Se-young, la trama

Jin Young-soon (Ra Mi-ran) è rimasta da sola con un figlio da crescere, dopo che il marito viene ucciso e il suo caso insabbiato da un politico arrivista (Jeong Woong-in) e l’uomo d’affari che ne fa da braccio armato. Gestisce così da sola l’allevamento di maiali che il marito le ha lasciato, e cresce il piccolo Choi Kang-ho in un sistema rigidissimo, per potergli garantire un certo riscatto sociale. Cresciuto ed emancipato, l’adulto Kang-ho (Lee Do-hyun) ha avuto accesso a quella stessa cerchia di folli che avevano perseguitato il padre.

La sua vita di facciata, perfetta, si incrina quando rimane coinvolto in un incidente d’auto quasi fatale ed esce ringiovanito dal coma: la sua età mentale ritorna all’infanzia, e così alla madre spetta il compito di crescerlo di nuovo e garantirgli un futuro meno spietato di quello a cui l’aveva inconsapevolmente condannato.

The good bad mother

Colpe e rimpianti

Una cosa a cui diversi genitori sicuramente hanno pensato: se solo si potesse avere una seconda opportunità Eccolo qui il modo per riparare ai propri errori, per azzerare l’eccesso, in questo caso, e ripartire da dove ci si era persi. Una pessima madre ideale è una piacevole riflessione, a tratti commuovente, di una madre che ammette tutte le proprie colpe, una ad una, vivisezionando anche le concretissime conseguenze a cui questi eccessi di amore hanno condotto. Mai veramente intenzionata a far soffrire, il personaggio di Ra Mi-ran è una madre miope e un po’ disperata. Quell’affermazione sociale che vorrebbe per il figlio è più a garanzia di poterlo risparmiare dalle sofferenze che hanno colpito lei e il marito. Meno abbienti, meno influenti, meno potenti.

Eppure la signora Young-soon rappresenta perfettamente la Tiger mom coreana, anche se le sue motivazioni sono parzialmente diverse. Quindi in un certo senso commenta l’accanirsi sullo studio, sul successo e sull’idea di posizione sociale e di potere, come causa scatenante la crudeltà delle nostre giovani creature. Come se questo eccesso di zelo nel garantire il futuro ai figli, non faccia che creare animali in cattività la cui rabbia e ferocia poi esplodono inaspettatamente. Quindi la scalata fallita di Choi Kang-ho ben si sposa con la tradizione narrativa dei soggetti arrivisti e spietati tanto rappresentati nella drammaturgia coreana.

Allo stesso tempo, però, ci piace pensare che queste serie richiamino situazioni impossibili per incoraggiare una società con un forte conformismo, ad aspirare alla disomogeneità, alla differenza. Ra Mi-ran è una madre che ha dovuto affrontare per due volte un dolore fortissimo, ma vuole rendere questa condizione incredibile, parte di una rivincita.

Jung-Woong e Lee Do-hyun

La sfida quotidiana e il dramma corale

Come non ritrovare in Una pessima madre ideale la felice condivisione di Reply 1988, che per i drammi corali coreani ha fatto la storia della narrativa e delle nuance emotive tanto care a questo cinema! I personaggi del villaggio offrono tutti qualcosa, sviluppando le linee narrative alternative: ovviamente la commedia quasi demenziale, la storia romantica, l’ironia e la tenerezza di una famiglia allargata. Tutto per bilanciare il revenge movie che scatena tutta la storia.

Al quarto episodio già si legge il proseguo della storia, perché gli indizi degli sceneggiatori sono molteplici. Ma rimane vivo l’interesse, per capire come si risolveranno queste vendette, queste onnipresenti, immancabili e, permettetemi, ormai ridondanti, vendette.

Ecco, l’originalità di questo prodotto sta piuttosto nella riflessione genitoriale. Per scansare la monocoltura Netflix del revenge movie, le scene di commosso trasporto e presa di coscienza della madre sono oneste e interpretate con coerenza da una attrice, non a caso, dalla carriera lunga e stabile.

Per sostenere i quattordici episodi, la storia è segmentata e a volte si avverte un certo stallo. Dalla settima puntata c’è più dinamica, ma il movimento a intermittenza va di pari passo con la quotidiana gestione delle battaglie, piccole e più grandi, dei protagonisti. L’interpretazione della sinergia madre-figlio di Ra Mi-ran e Lee Do-hyun è piacevole e appassionante. Lee Do-hyun, con questo personaggio che passa dall’essere un diavolo spietato, al fidanzato ideale, e poi al bambino giocoso, mostra di aver giocato a sua volta tutte le sue armi.

Una pessima madre ideale

  • Anno: 2023
  • Durata: 14 episodi
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Serie coreana
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Sim Na-yeon e Bae Se-young
  • Data di uscita: 26-April-2023