Fradi miu è il cortometraggio, presentato nella sezione Dramma del Prato Film Festival 2023, diretto da Simone Contu.
Come il titolo stesso suggerisce, seppur in dialetto sardo, il film richiama fortemente l’idea della famiglia e si incentra sulla vendetta e sull’onore.
La trama di Fradi Miu
Antonio è un pastore che vive nelle montagne della Sardegna con il suo gregge di capre. L’apparente tranquillità dei suoi giorni viene sconvolta quando ha finalmente la possibilità di vendicare il fratello, ucciso tanti anni prima davanti ai suoi occhi. (Fonte: Zenmovie)
La recensione
Un film che, al di là, della storia narrata e mostrata, racconta molto anche e soprattutto attraverso simboli e uso sapiente del mezzo cinematografico. Ogni elemento ha un valore particolare e simbolico. E anche il dialetto è solo inizialmente un ostacolo. Con il procedere del racconto diventa parte integrante della vita dei personaggi che si incontrano.
A fare da contraltare al parlato e all’ampio uso di dialetto ci sono tutti i suoni, o meglio i rumori, naturali del paesaggio. Tra questi si possono citare le campane, ma anche, per esempio, i belati delle pecore che si frappongono (e fondono) con le parole umane. Sembrano quasi essere la musica dell’intero cortometraggio.
Il simbolismo
Nonostante essi rappresentino una sorta di musica, ci sono comunque nel cortometraggio lunghi e importanti momenti di silenzio legati da un doppio filo ai numerosi primi piani dei vari personaggi e alle precise, e mai sopra le righe, espressioni sui volti. Anche se le parole pronunciate dai protagonisti sono poche, assumono comunque un valore, simbolico e non, molto rilevante.
Infine merita una menzione anche il rapporto tra esseri umani e animali, legati indissolubilmente non solo dagli spesso tragici destini, ma in generale dalla vita.
FradiMiu, all’apparenza un cortometraggio non per tutti, dalla Sardegna arriva anche a strizzare l’occhio ad alcuni thriller e western.