“Perfect Days”: il sapore genuino ed appagante della quotidianità
Dopo qualche anno dedicato prevalentemente alla produzione di documentari, il grande regista di Dusseldorf torna a confrontarsi con il cinema di fiction attraverso una intensa opera intimista che cattura, incanta ed emoziona
Dopo il Festival di Cannes 76, ecco che Perfect Days arriva dal 23 maggio in prima tv su Sky Cinema e in streaming su NowTv.
Il grande regista tedesco Wim Wenders descrive la quotidianità di una persona semplice che ha trovato, attraverso la sua umile mansione di manutentore di servizi igienici nel centro di Tokyo, un equilibrio in grado di conferire armonia alla propria esistenza di uomo solitario. Grazie all’arte l’uomo trova sempre uno o più momenti per stupirsi e provare gradevoli sensazioni ( un brano musicale rock americano anni ’70 e ’80 d’annata, o attraverso la lettura di libri di seconda mano).
Perfect Days La capacità di saper cogliere l’attimo entusiasmante che rende possibile avvicinarsi alla felicità
Hirayama, un solitario uomo non più giovane, vive in una modesta casa circondato da libri e piante di cui prendersi scrupolosa cura.
Ogni mattina all’alba l’uomo si sveglia, sistema il giaciglio che lo ha accolto, si lava i denti e parte in furgone per recarsi al suo posto di lavoro.
L’uomo è manutentore di servizi igienici in una zona centrale della metropoli. Un’attività che esegue con uno scrupolo certosino, assicurando una pulizia ed un’ igiene impeccabile in un luogo solitamente destinato ad apparire tutto il contrario.
Una professione umile che non gli permette grandi incontri se non la solidarietà di due colleghi più giovani.
Il resto della giornata viene scandito da azioni abitudinarie, quasi rituali, come pranzare nel medesimo chiosco, cenare nella trattoria prescelta, ascoltare classici della musica rock anni ’70 e ’80 attraverso il vecchio mangianastri incorporato al cruscotto del furgone.
Nel pomeriggio si reca nei bagni pubblici per lavarsi e rilassarsi presso una sauna dedicata agli uomini, osservando con serena lievità chi lo circonda, intento a prendersi cura di se stesso e a ritrovare quel sentimento di pudica intimità che rasserena e placa corpo e mente dalle fatiche della giornata lavorativa.
La sera si prepara al sonno leggendo avidamente un libro dietro l’altro tra quelli a poco prezzo acquistati presso un vecchio rivenditore di volumi usati.
Nel parco adiacente ai bagni pubblici che accudisce, Hirayama trova sempre un attimo per scattare una foto dall’alto verso il basso che possa immortalare la magia del rigoglio della natura che lo circonda.
Il giorno in cui una nipote gli si presenta dinanzi casa, l’uomo saprà accoglierla e qualcosa di ulteriormente positivo riuscirà a fornirgli quell’equilibrio in più che una prescelta solitudine probabilmente gli impediva di raggiungere in modo completo.
Perfect Days – la recensione
Se il paradiso terreno è un luogo utopico che la caotica modernità rende ancor più impossibile da raggiungere nella esagitata modernità tutta ritmo e connessioni alla rete, per il dolce e riservato Hirayama l’equilibrio del proprio corpo e della propria mente non è poi così impossibile da intravedere.
Come può un uomo solitario, collocato alla base di una piramide economico-sociale che lo relega quasi ad un paria di altre civiltà del globo, riuscire a raggiungere un livello di serenità così ottimale ed impossibile per qualsiasi altro?
Wenders si trasforma in cittadino del mondo e prova a farci riflettere su come la pace interiore sia possibile quanto più ci si riesca ad allontanare dai ritmi caotici e snervanti che la vita della metropoli pretende come regola primaria per sopravvivere e non soccombere.
Erano ormai anni che il grande autore di Paris, Texas e de Il cielo sopra Berlino non eccelleva a tal punto in un’ opera di fiction.
Perfect Days riesce a concentrarsi in modo esemplare sulla quotidianità di un uomo qualunque slegato quanto più da una modernità esigente e castrante, catturando l’essenza di un’anima pura che diventa un simbolo di reale saper vivere.
Recitare in sottrazione
In questa azione di vitale sottrazione, ecco che il grande regista si concentra unicamente sulla persona del protagonista a cui il grande interprete giapponese Kôji Yakusho riesce a dare una perfetta connotazione intima, affrontando in sottrazione la dinamica sfaccettata del proprio incedere quotidiano.
Un personaggio, quello reso dal grande attore nipponico già apprezzato con maestri come Hirokazu Koreeda (Il terzo omicidio), Takashi Miike (Hara-Kiri: Death of a Samurai e 13 assassini), Kiyoshi Kurosawa (Tokyo Sonata) e molti altri ancora, che ricorda a tratti il minimalismo di un Jacques Tati, per quanto meno orientato allo sketch comico quanto proteso a rendere palese la meraviglia di vivere ogni attimo della propria esistenza con lo stupore di un infante.
Ne scaturisce un film intenso, sorprendente, genuino che riporta Wim Wenders, da qualche anno più a suo agio nel documentario piuttosto che in opere di fiction, quasi alla forma smagliante e all’ ispirazione pura dei titoli sopra citati.
La felicità che si cattura dalla musica
Parte del piacere di vivere che il film di Wenders riesce a rendere contagioso nei confronti degli spettatori, è anche merito dell’ eccelsa colonna sonora che scalda il film, ricreando attimi di incanto che nascono dalla sensibilità del protagonista, un vero e proprio intellettuale costruitosi dal basso, e si diffondono tra la sala cinematografica.
La splendida colonna sonora che cattura lo spettatore si fa carico di brani quali Perfect Day di Lou Reed, proseguendo per Sunny Afternoon di The Kinks, Feeling Good di Nina Simone, Brown Eyed Girl di Van Morrison.
E poi ancora Janis Joplin, Patti Smith, Rolling Stones, tutti rigorosamente ascoltati su musicassetta … perché il “negozio” Spotify al tenero Hirayama nessuno ha fino ad ora detto dove si trova.
Vedere per credere, e soprattutto per emozionarsi.
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’
Perfect Days
Anno: 2023
Durata: 123
Genere: Commedia
Nazionalita: Giappone/Germania
Regia: Wim Wenders
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