‘Killerobots’ la recensione del film di Mark Toia

Killerobots (titolo originale: Monsters of Man) è un film del 2020 scritto e diretto da Mark Toia.

Prodotto dallo stesso Toia assieme alla Koch Media e alla MrT Films in associazione con la HighOctane, il film è stato distribuito dalla Videa ed è attualmente disponibile sulla piattaforma Prime Video.

Nel cast figurano tra i principali nomi Neal McDonough, Brett Tutor, David Haverty, Ryan Hough e José Rosete.

La trama di Killerobots

Una compagnia robotica fa alleanza con un agente corrotto della Cia per un’operazione militare illegale e non autorizzata, che ha come fine quello di far ottenere all’azienda un redditizio contratto di fornitura militare. Sei medici di un’organizzazione benefica assistono al brutale massacro a cui sono sottoposti gli innocenti abitanti di un villaggio e, in un gioco del gatto col topo, diventano loro i nuovi bersagli da eliminare.

Tutto tutto… Niente niente

Killerobots è un film con così tanti problemi da poter essere, ingiustamente, il centro di una discussione lunga e noiosa, proprio come la smisurata e ingiustificata durata del film.

Ciò che viene purtroppo offerto è un action/survival che dimostra sicuramente l’elevata capacità tecnologica degli attuali mezzi cinematografici, ma che contemporaneamente compensa questa nobile ambizione con un editing spesso scadente e surreale, da B-movie che non ci ha creduto abbastanza.

Siamo in un’ambientazione esotica e adeguata a una trama scarna, ma attuale e potenzialmente adatta anche a film con maggiori prospettive riflessive oltreché tecnico-pratiche. Abbiamo un cast di attori non troppo noti ma comunque in grado di svolgere il loro compito (non particolarmente impegnativo sul piano drammatico). Poi abbiamo come protagonisti dei robot ultramoderni e dotati di una potentissima intelligenza artificiale. E abbiamo anche dei cattivoni abbastanza credibili, arricchitisi con queste tecnologie e insediatisi negli alti ranghi del potere… Insomma, di strumenti a disposizione ce ne sono fin troppi, soprattutto considerando le aspettative con cui questo film è stato ideato e progettato… Ma quali aspettative avevano per questo film?! Fare soldi facili (la più quotata)? Portare al centro dell’attenzione alcuni dilemmi etici? Sviluppare una possibile saga sulle più recenti tecnologie militari? Creare un racconto sci-fi? Denunciare i poteri forti e le organizzazioni militari?

Facciamo chiarezza: i problemi sono presenti fin dalla fase ideativa e scritturale, con una sceneggiatura che ricalca quelle più solide e forti di pellicole come Terminator e Predator, ma che lascia buchi un po’ qua e là, creando un film senza un vero protagonista e senza un personaggio umano abbastanza forte da emergere come centro del discorso (i complimenti vanno tutti ai quattro robot).

Non c’è una vera narrazione, nonostante si cerchi a più riprese di introdurre delle linee di racconto e di legarle possibilmente a dei dilemmi morali anche abbastanza impellenti: è tutto una spettacolare carneficina iperviolenta e iperdistruttiva di oltre due ore, dove sembra di assistere a una partita squilibratissima di Call Of Duty dopo essere stati uccisi ed eliminati. L’uso ossessivo e iperrealistico degli effetti speciali contribuisce a una messinscena esasperata e banale, penalizzata ulteriormente da un montaggio non abbastanza serrato e indulgente nei confronti di un ricercato effetto iperrealista.

Una lezione per tutti

C’è una lunga tradizione di film d’exploitation e di B-movie. Sono filoni che hanno saputo non soltanto fornire tante idee e originalità alla complessa macchina cinematografica, ma che sono stati in grado di perseguire risultati estetici di notevole fattura. Killerobots sicuramente non appartiene a nessuno dei due: è un film che resta in un limbo, annichilito dalle false speranze del team che c’è stato dietro, diventando un prodotto scadente e nemmeno godibile perché estenuante.

Tuttavia, se si dovesse cercare il lato positivo della questione, potremmo sicuramente affermare di aver imparato una lezione fondamentale proprio grazie a questo prodotto: fare film di serie B richiede una grande preparazione ed enormi capacità creative, non è dunque una cosa adatta a tutti.