Cannes

‘Le Procès Goldman’ di Cédric Kahn alla Quinzaine

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Alla Quinzaine des Cinéastes, nuovo nome della classica Quinzaine des Realisateurs a Cannes 2023 arriva Le Procès Goldman di Cédric Kahn, nella sezione World premiere. Il film è scritto dal regista insieme a Nathalie Hertzberg. Nel cast ci sono Arieh Worthalter, Arthur Harari e Chloé Lecerf.

La produzione è di Moonshaker, distribuzione Ad Vitam.

Di cosa parla Le Procès Goldman

Il film è ispirato a una storia realmente accaduta. Il protagonista è Pierre Goldman, un militante di sinistra che colpisce l’opinione pubblica francese quando si trova sotto processo davanti alla corte d’assise di Amiens, alla metà degli anni Settanta, per aver compiuto un omicidio, sostiene l’accusa, durante una rapina alla farmacia Delaunay, nell’XI arrondissement.

Goldman è sin da giovane militante di movimenti di sinistra e ha abbracciato la rivoluzione cubana e venezuelana.

Nato da due genitori ebrei polacchi inizia ad associarsi ai movimenti studenteschi di ispirazione comunista. Poi gira il mondo per sostenere le ragioni dei rivoluzionari in diversi paesi e torna a Parigi dove vive una vita controversa e criminale, sempre seguendo i capi d’accusa, molti dei quali non respinti da lui.

Il suo caso solleva l’intervento di intellettuali come Simone Signoret, Sartre, Simone de Beauvoir.

Le Procès Goldman racconta proprio quel processo per omicidio che è l’unico capo d’accusa costantemente respinto dall’imputato. Tutto il film si svolge dentro l’aula di tribunale, ricorda un po’ La parola ai giurati di Lumet. Non c’è spazio per psicologie, intimità e quotidianità del personaggio. Tutto il racconto è lasciato ai giudici, agli avvocati e agli interrogatori.

Le scene di Le Procès Goldman sono state interamente riprese con tre macchine da presa e inquadrature lunghe e poi montate per ottenere i punti di vista e i piani voluti dal regista.

Il regista

Cédric Kahn inzia come assistente al montaggio in Under the Sun of Satan di Maurice Pialat. Il suo primo film da regista è Les Dernières Heures du millenaire (1990), un cortometraggio da lui scritto e diretto.

Il suo primo lungometraggio, invece, è Bar des rails (1991), la storia di un adolescente che si innamora di una delle clienti della madre che fa la sarta. Il film è andato anche a Venezia.

Nel 1994 ha ricevuto il premio Jean Vigo con il film Trop de bonheur, ancora una volta un film sull’adolescenza in cui quattro ragazzi cercano di opporsi alla loro predestinazione e quindi al loro passato che ancora li condiziona.

A Cannes, prima di Le Procès Goldman, ha portato nel 2001 il film Roberto Succo, presentato nella selezione ufficiale del Festival di Cannes. Il film racconta la storia di un uomo che si finge inglese, nonostante l’accento italiano molto marcato, e si imbarca in una serie di rapine a mano armata e incontra una sedicenne con la quale stabilisce un legame.

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