Anno: 2012
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 84′
Genere: Drammatico/Horror
Nazionalità: GB/USA
Regia: Josh Trank
Senza stare a scomodare l’osannatissimo The Blair witch project-Il mistero della strega di Blair (1999) di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, che, assemblaggio di finto materiale visivo – spacciato per autentico – ritrovato a seguito di una tragedia dai connotati soprannaturali, ha finito per dare inizio alla moda dei mockumentary in salsa horror in cui sono poi rientrati titoli del calibro di Paranormal activity (2007) di Oren Peli, L’ultimo esorcismo (2010) di Daniel Stamm e L’altra faccia del diavolo (2012) di William Brent Bell, per parlare del lungometraggio d’esordio di Josh Trank sarebbe più giusto riallacciarsi a Cloverfield (2008) di Matt Reeves.
Già, perché, a differenza degli altri titoli citati, volti ad affrontare con taglio realistico tematiche legate a misteriose megere o possessioni demoniache, la pellicola di Trank, come quella di Reeves, sfrutta la consueta camera di ripresa in continuo movimento per porla al servizio di un soggetto dal sapore fantascientifico; lì rappresentato da una mostruosa creatura “godzillesca”, qui da tre amici adolescenti destinati a entrare in possesso di straordinari superpoteri.
Andrew, Matt e Steve, rispettivamente con le fattezze di Dane DeHaan, Alex Russell e Michael B. Jordan, i quali, come ogni ragazzo della loro età, vanno a scuola, devono vedersela con la prepotenza dei bulli e frequentano rave; fino al momento in cui il tutto si trasforma in un film con supereroi… ma non sui supereroi.
Perché, anziché infilare il trittico nell’ennesimo costume colorato per fargli compiere atti di giustizia, Trank preferisce lavorare realisticamente sul lato psicologico dei protagonisti, supportato dalla sceneggiatura di Max Landis, che spiega: “Un teenager è felice soprattutto quando soddisfa le proprie esigenze; sicuramente, userebbe i suoi superpoteri solo per ridere e divertirsi”.
Quindi, li vediamo prima di tutto impegnati a esercitare le proprie capacità di spostare oggetti con la forza del pensiero cimentandosi in scherzi ai clienti di un supermercato e arrivando perfino a provocare un incidente automobilistico, poi scoprire addirittura di poter volare e cominciare a prendersi varie rivalse.
Un’evoluzione quasi alla Kick-Ass (2010) di Matthew Vaughn, se vogliamo, destinata, però, a sfociare in una drammatica parte finale che, sfiorando addirittura l’horror, si popola di edifici distrutti e automezzi scaraventati in aria lasciando emergere in maniera evidente una certa riflessione sulla difficile gestione di una qualsiasi forma di potere.
Con ottimi effetti speciali e lodevole regia, per circa ottantaquattro minuti di visione capaci di sfruttare il genere senza appartenervi strettamente, ma fornendo, proprio come nelle intenzioni di Trank, un racconto che potrebbe essere dal punto di vista di un adulto preso a osservare i ragazzi in modo distaccato.
Francesco Lomuscio