Festival del Cinema Iberoamericano di Firenze

‘Mirror Effect’: una superficie che riflette mondi

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Eva Navarro Salat, in “Mirror Effect”, presentato al Festival del cinema Iberoamericano di Firenze, cristallizza in poco più di sette minuti l’intera storia degli specchi, e tutte le leggende che ruotano intorno ad essi.

Che si tratti di strumenti per la cui realizzazione si sia arrivati ad uccidere, o semplici superfici naturali riflettenti come quelle delle acque che stregarono Narciso, il concetto legato al vedere la propria immagine non ha fatto altro che affascinarci dalla scoperta di tale tipo di effetto ottico.

Gli specchi divengono simbolo di mistero, scoperta, esplorazione. Mezzi per viaggiare nel tempo e nello spazio, per imparare a conoscerci e (ri)conoscerci, qualcosa che non manca di spaventare, a volte.

Essi sembrano anche vestire i panni di canali per la sfortuna, perchè rompendone la superficie sono assicurati sette anni di guai; eppure ognuno di noi ne possiede almeno uno in casa propria.

Ci viene sussurrato dalla voce narrante questa verità, quasi che il rischio renda questi oggetti ancora più preziosi ai nostri occhi, pronti a vestire altri panni, avere altri “effetti”, stuzzicare la nostra fantasia, aprirci a mondi sconosciuti e, forse, fare anche a pezzi la nostra superficie per mostrarci la nostra essenza.

 

 

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