Appena presentato all’ Entre Dos Mundos, Festival del cinema iberoamericano di Firenze, Alis è un delicato documentario di Clare Weiskopf e Nicolas Van Hemelryck. Girato interamente nella comunità Arcadia di Bogotà, un luogo ibrido, una fusione tra una casa famiglia e un carcere minorile femminile.
Alis La trama
Come immaginare il proprio futuro quando si nasce senza opportunità?
Dieci giovani donne risiedono in una casa per ragazze delle strade di Bogotá. Parlano della loro coinquilina, Alis. Alis è la somma delle loro esperienze, dei loro desideri, delle loro lotte. Alis è un’invenzione collettiva e allo stesso tempo uno spazio protetto che permette di esprimere verità dolorose.
Alis speranza nel futuro
Il progetto di Weiskopf e Van Hemelryck è più intenso rispetto all’idea che se ne può avere dalla sinossi.
A tratti è straziante, ma il sentimento che fa da fil rouge è la speranza. Alis non è solo un pretesto per indagare la percezione che queste giovanissime ragazze hanno della vita.
Alis è l’idea del futuro possibile. Alis è il punto di partenza di ognuna di loro. Alis è la speranza di accogliere amore nelle loro vite e riconoscerlo nella convivenza coatta. Alis è la personalità che ha subito. Alis è le lacrime delle adolescenti colombiane. Alis è tutte loro, a cui è stata sottratta l’infanzia troppo presto.
I due autori hanno passato cinque anni all’interno della comunità Arcadia, prima di riuscire a raccogliere materiale per raccontare la condizione femminile in Colombia. Si sono dovuti far accettare da questa “fragile” tribù, per poter accogliere le loro confidenze e i loro sogni.
La compassione
Weiskopf e Van Hemelryck hanno scelto un linguaggio “monografico”: un approccio centrale, dove ognuna di loro potesse descrivere Alis non solo verbalmente, ma dando spazio al corpo e ai silenzi. L’occhio della mpd infatti, indugia sui volti infantili. Non c’è pietà, ma compassione.
Nei rari momenti in cui non sono protagoniste le ragazze, la fotografia sceglie gli azzurri del cielo che sembra infinito o gli ambienti sgombri della comunità. Un immagine costante è legata all’aula e ai banchi. Le ragazze se ne prendono cura. É un luogo centrale, pregno di significato, lo stesso significato che le ragazze hanno compreso fino a rinunciare alla loro libertà.
Attualmente in Colombia muore un bambino ogni nove ore, tra microcriminalità, violenza domestica e sessuale. L’86% degli abusi sessuali su minori che si registrano nel mondo avvengono in Colombia.
Delicato e straziante allo stesso tempo, Alis è portatrice di speranza, di amore e soprattutto di immaginazione, che per queste ragazze è l’unica forma di libertà.