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‘The Art of Love’ recensione del nuovo film su Prime Video

Dai Sex Toys alla solitudine, la nuova commedia disponibile su Amazon Prime

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The Art Of Love è uno tra i nuovi titoli ora disponibili nel catalogo di Amazon Prime Video.

La commedia frizzantina diretta da Philippe Weibel, strizza un occhio al mondo dell’autoerotismo tentando di far riflettere sulla solitudine.

The Art of Love: la trama

Eva è una donna di mezza età insoddisfatta della sua vita. Il suo matrimonio sembra aver perso la passione di un tempo, comincia quindi a scrivere recensioni di vari sex-toys, sperando di guadagnare abbastanza soldi per potersi permettere un viaggio col marito, nella speranza che si riaccenda la scintilla.

Le recensioni porteranno Eva a instaurare una strana ma dolce amicizia con un giovane influencer, re dei giochini erotici.

L’arte della solitudine

I due protagonisti di The Art of Love sono persone completamente diverse, accomunate dalla stessa condizione: la solitudine.

Lei bloccata in un matrimonio in cui non c’è più ascolto né passione. Lui un solitario che pensa solo all’apparenza e al suo seguito sui social.

Le loro vite e la loro solitudine si scontrano quando i due si ritrovano sullo stesso palco e gli viene assegnato lo stesso premio. Premio che ottengono per essersi distinti nel loro lavoro di blogger e tester di sex-toys. Toys che, tanto per cambiare, in genere si usano in solitudine.
Insomma entrambi vengono premiati per la loro solitudine e, da qui, nascerà una strana collaborazione che li porterà a testare insieme un nuovo sex-toy (una specie di evoluzione delle bambole gonfiabili che mischia AI e realtà aumentata) che promette di far sentire meno sole le persone.

E qui il film sembra perdere ogni logica o filo conduttore.

The Art of Love, una sceneggiatura non soddisfacente

Varie chiavi di lettura si aprono al pubblico.

Il film vuole parlare delle conseguenze di una vita in solitaria? Delle conseguenze di una vita vissuta solo attraverso uno schermo (che sia attraverso quello di uno smartphone, come nel caso del nostro protagonista, o dietro allo schermo di un sofisticato gioco erotico in realtà aumentata)? Probabilmente vorrebbe parlare di entrambe queste cose. Un vero peccato che la sceneggiatura non sembra abbastanza audace da scegliere una direzione e spingere verso quella. Preferisce rimanere sul vago, creando un po’ di caos, rendendo The Art of Love un’enorme occasione sprecata.

Quella che poteva essere un’interessante e divertente critica di una società che sempre più punta sull’individualismo, sulla solitudine e su vite vissute attraverso uno schermo, diventa un pasticcio un po’ frizzantino.

The Art of Love, una commedia piacevole?

Sì e no.

L’inizio di The Art of Love è accattivante: i colori, le belle inquadrature, la curiosità scatenata dall’argomento sicuramente tengono attaccati allo schermo. Almeno nella prima mezz’ora. Peccato però che il film duri quasi due ore e passata la curiosità, dopo i primi venti minuti, la scrittura perde di mordente, diventa prevedibile, a tratti irrealistica e quello che ci rimane sono solo belle immagini.

Tuttavia vale la pena parlare di alcuni punti in cui il film funziona: prima di tutto la scelta di una protagonista di mezz’età, per parlare di sex-toys. Una scelta sicuramente originale per una commedia del genere. Un taboo che questo film abbatte sicuramente.
Inoltre l’amicizia tra Eva e il giovane influencer risulta dolce, quasi materna, e per niente forzata. Un bel reminder che l’amicizia tra uomo e donna esiste e funziona. Sì, anche nelle commedie a tinte rosa.

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