Ingrid di Albert Pons è un piccolo film (appena diciotto minuti), inserito a pieno diritto tra i corti nel programma del Festival Entre dos mundos (a Firenze dal 19 maggio). Un’edizione, la sesta, di cui Taxidrivers è media partner. Tutta la femminile, offre una selezione tra la migliore produzione dell’America Latina, come del resto nei cinque anni precedenti.
I corti fanno parte del Sentiero Mexican’s Way e si possono vedere anche su Mymovies, insieme ai lungometraggi, fino al 28 maggio.
Ingrid La trama
Una giornata nella vita di una ragazza nella città di Guadalajara, dove la sensazione di insicurezza è presente in ogni momento (dal sito di Mymovies).
Ingrid e il maschio predatore
La giornata di Ingrid (Maria Cid) inizia tranquillamente, dopo una serata d’intimità senza legami con un ragazzo. I primi minuti del corto potrebbero introdurre qualsiasi tipo di narrazione. La figura maschile scelta da lei compare solo all’inizio, ma sembra lì per volerci dire che Ingrid è piuttosto libera nella sua quotidianità e che le sue fantasie non sono attribuibili a uno stato mentale di smarrimento. Affatto.
Si sveglia al mattino appagata, non sembra avere conti in sospeso e si prepara serenamente per raggiungere l’università. Ma già lo sguardo sfacciato, insolente, dell’uomo maturo sul metrò, che si sofferma voglioso sulle forme di lei, ci mette in allarme. Ingrid è di spalle, non registra l’insistenza degli occhi maschili, ma noi sì, e da quel momento cominciamo a temere per lei.
Un altro incontro, con un giovane, questa volta, nella biblioteca dell’università. Avrebbe potuto essere un approccio più disinvolto, ma non c’è ombra di rispetto. Gli occhi di lui la spogliano, prima introducendosi nella sua scollatura e poi risalendo fino alle sue labbra bellissime.

Locandina del festival Entre dos Mundos
La serata e la nottata
Non raccontiamo più nulla di ciò che succede in seguito, se non che la tensione sale fino a rendere gli ultimi minuti del corto sempre più ansiogeni. È riuscito benissimo, Albert Pons, a restituirci il primo problema delle donne a qualunque latitudine, quello di essere vissute come oggetti di piacere. Ingrid è davvero una bella ragazza, libera, desiderabile e come tale costretta a stare sempre all’erta.
Se il festival Entre dos mundos vuole creare un ponte tra le diverse culture, in questo cortometraggio non si tratta di due mondi davvero così lontani. Guadalajara è una città con un milione e mezzo di abitanti, dove le donne sono libere di studiare, organizzare il loro tempo, frequentare chi vogliono. Eppure, là, in Messico, come in Europa, devono sempre guardarsi le spalle.
Stupisce in positivo che sia stato un uomo a dirigere questo testo filmico, anche se la sceneggiatura è scritta insieme a due donne (Lucia Baiardo e Karen Varela). E che lo faccia con una sensibilità così attenta alle sfumature, nella resa di uno stato d’animo che va dal leggero avvertimento di pericolo al panico per eventuali aggressioni. In un crescendo di paura, giustificatissima.
I timori della protagonista, reali o immaginari, si fanno presto nostri, fino a vedere la presenza maschile che si avvicina come una possibile minaccia, una probabilità che si fa quasi certezza.
Poche le parole
I dialoghi sono pochi nella giornata di Ingrid, quasi assenti, fin quando non incontra l’amica di sera. Con lei, sì, che c’è da dire! Con lei si può parlare liberamente, non esitare a dirsi Te quiero. Abbandonarsi ai sogni di un futuro più libero e realizzato. Per il resto solo le parole necessarie a difendersi.
E solo quando Ingrid chiude la porta della sua stanza ci sentiamo veramente al sicuro, anche se sappiamo che il giorno dopo non cambierà nulla e ci si dovrà ancora difendere.
Un corto che suscita rabbia e disagio
Dopo la visione del corto di Albert Pons, resta una sensazione di disagio, e di rabbia per una condizione femminile che molti uomini vogliono relegare alla perenne sudditanza, anche quando non ci sono la religione e l’arretratezza culturale a legittimarlo.
Ingrid non è costretta al velo, a sposarsi sui dettami dei genitori, sottostare alle regole ferree della famiglia. Il padre è assente, la madre sembra consumare il suo tempo davanti alla televisione e forse con qualche birra di troppo.
Ma il mondo di fuori, quello della modernità, è ancora più selvaggio delle logiche familiari nelle culture lontane da noi. Che non riusciamo a capire, né tanto meno ad accettare, quando si fanno violente nei confronti delle figlie, delle mogli, delle sorelle.
Molti, troppi maschi hanno saltato il processo evolutivo delle società civilizzate, continuando ad esprimere bisogni di sopraffazione davvero intollerabili.
Ingrid è stato prodotto da Pulsar film.