Tramas è un viaggio dentro la città di San Paolo vista dall’interno, anche attraverso chi la vive e abita ogni giorno. Augusto Contento – che si aggiudica con questa pellicola il premio come miglior regia all’ ultimo SulmonaCinema Film Festival – ce ne restituisce una visione costantemente mediata, nel senso di indiretta – perché continuamente subordinata a superfici più o meno trasparenti – e nel senso di (ri)prodotta attraverso svariati dispositivi.
Tramas è un viaggio dentro la città di San Paolo vista dall’interno, anche attraverso chi la vive e abita ogni giorno. Augusto Contento – che si aggiudica con questa pellicola il premio come miglior regia all’ ultimo SulmonaCinema Film Festival – ce ne restituisce una visione costantemente mediata, nel senso di indiretta – perché continuamente subordinata a superfici più o meno trasparenti – e nel senso di (ri)prodotta attraverso svariati dispositivi.
E’ la stessa San Paolo a narrare se stessa, per mezzo di una macchina da presa che la spia dai finestrini degli autobus, dei taxi e delle auto. La metropoli brasiliana è allora una sinfonia di immagini di monitor collegati alle telecamere a circuito chiuso delle metro, di corpi riflessi e restituiti da schermi/specchi, di interviste filmate e caricate su un mac. Lo sguardo non solo è mediato, ma disumanizzato, in una megalopoli in cui le azioni e le parole dei protagonisti passano evidentemente per una riproduzione di cui se ne denuncia la tecnica.
Nonostante San Paulo non sia avvertita né vissuta come una città a misura d’uomo – come apprendiamo dalle testimonianze dei paulisti che Contento, vero demiurgo dell’intero progetto, fa montare spesso in un rapporto non convenzionale rispetto alle immagini – nelle fitte tramas di questo gigantesco agglomerato urbano si percepisce ad ogni modo un brulichio vitale, un lavorio incessante che inizia all’alba e non conclude al tramonto.
Tramas non solo riesce a documentare una metropoli problematica continuamente agitata da forze interne e esterne, ma pure riflette sulla sua riproducibilità, affidando il tutto a un dvd, supporto capace di restituire questo viaggio dentro la città, le cui metro hanno finestrini ad oblò che ricordano proprio dei dischi. Di San Paolo allora non si afferra mai una visione panoramica, ma frammenti inscatolati, capaci di restituire dall’interno più di quanto grandi vedute riuscirebbero a fare.