Wim Wenders torna al Festival di Cannes 76 con Anselm.
Cannes 2023 il debutto del Festival
Ma in realtà non solo con questo, bensì con due film. Il suo film di fiction, Perfect Days, verrà presentato nei prossimi giorni in Concorso, mentre Fuori Competizione arriva questo suo seducente documentario dedicato al talentuoso artista figurativo Anselm Kiefer, tedesco pure lui, coetaneo o poco meno, da almeno tre decenni trasferitosi in Francia ove ha trovato la culla più fertile per una creatività in grado di generare quadri e arte figurativa dai connotati insieme inquietanti e affascinanti.
Un viaggio visivamente ammaliante alla scoperta dei turbamenti che ispirano l’artista
Il viaggio di Wim Wenders alla scoperta del lavoro e della maturazione dell’artista ripercorre una carriera che nasce con l’età acerba e si sviluppa attraverso una spiccata percezione di accostamenti e oggetti inanimati che escono dalla tela (sotto forma di macerie o di discariche a cielo aperto, solcate da busti di figure femminili in abito da cerimonia), che rappresentano muri diroccati, sterpi rinsecchiti, torri e campanili pericolanti.
Tutto ciò cerca di comunicare allo spettatore un sentimento di vergogna o di orrore, come dinanzi ad una metafora sull’imminente disfacimento di una umanità inaridita e in grado solo di autodistruggersi.
Anselm – la recensione
Wenders ripercorre la maturazione dell’artista e della sua monumentale opera partendo da sprazzi di una infanzia turbata da sentimenti e stimoli ricettivi verso la creazione, espressa e tradotta attraverso la manipolazione e talvolta la distruzione della materia prima.
Gli elementi decomposti e destrutturati diventano una forma d’arte che riesce a far avvertire allo spettatore il sentimento di urgenza e di precarietà che lo circondano. Wenders filma con la nota tecnica che lo ha reso un autore eccelso, e le riprese in 3D riescono a rendere quasi tattile l’esperienza entro cui Anselm conduce lo spettatore.
L’arte visiva di un maestro, tradotta in immagini da uno dei più geniali registi viventi, è un viaggio ammaliante che aiuta chi guarda a porsi nell’angolatura più corretta per affrontare una complessità creativa talvolta sin troppo complessa da decifrare.
Nel ruolo dell’artista bambino, lo splendido Anton Wenders, probabilmente figlio o nipote di Wim.