L’horror è uno dei generi più prolifici del cinema, ma anche uno dei più difficili da trattare poiché estremamente incastrato nei suoi topos narrativi. Gli autori si pongono sempre di meno domande sul bisogno reale di una storia e sul motivo di raccontarla. Risulta sempre più rara l’esigenza creativa e viscerale di esprimere qualcosa di interno e personale, prediligendo invece la quantità e Umma ne è la conferma.
A pochi giorni dal Natale, Iris K. Shim approda su Netflix con il suo esordio alla regia, Umma, un film che parla di madri e del rapporto tossico con le figlie, trasformando l’insicurezza di non essere come i propri genitori nella matrice di un incubo su schermo.
Umma La trama
Amanda (Sandra Oh) e la figlia vivono isolate fisicamente ed emotivamente, in un’ossessione protettiva da parte della madre, che risulta innocua ma disturbata sin dal primo istante per via dei suoi incubi e della cieca convinzione che le apparecchiature elettroniche la farebbero star male.
Proprio come una seconda famiglia Mcgill, le due trascorrono una quotidianità senza contatti con l’esterno, eccetto un amico che le aiuta a vendere di più con l’apicoltura.
La tranquillità iene spezzata dall’arrivo in casa dello zio di Amanda, che le racconta che sua madre è morta e che dovrà darle una degna sepoltura, lasciandole una scatola con le ceneri e un cimelio di famiglia.
Da questo momento in poi Amanda dovrà fare i conti con i traumi del passato e con strane visioni che colpiranno sia lei che successivamente sua figlia.
Slasher di idee
Nel 1960 Hitchcock, senza neanche metterla in scena, racconta una madre che non c’è ma che attraverso la contaminazione nel figlio divora la pellicola e rivoluziona il cinema.
Nel 2018 Ari Aster esordisce e decide di raccontare Carrie, Shining e tutto il cinema che amava a modo suo, attraverso una madre, a dimostrazione che alcuni temi possono ripresentarsi all’infinito con le intuizioni giuste.
Questo manca a Umma; non esistono intuizioni, non esiste una singola scena che risulti personale.
Per più di metà film Iris K. Shim decide di regalare allo spettatore tutti i cliché del genere, con jump scare che non funzionano mai, una fotografia che non dà nessuna suggestione e risvolti di trama scontati e frettolosi.
Non c’è fame, voracità e voglia di esprimersi in inquadrature che perlopiù appaiono realizzate con incertezza e con soluzioni di messa in scena reiterate dall’inizio alla fine.
Mani che escono dal buio, maschere e fantasmi di un folklore lasciato estremamente in superficie. Non esiste alcuna regola interna e tutto appare dozzinale e casuale.
Ciò che funziona sono le due attrici e l’intesa tra loro, ma purtroppo le evoluzioni avvengono in maniera istantanea senza alcuna costruzione.
Conclusioni
Ummarisulta purtroppo un’occasione sprecata, in cui nessun aspetto viene realmente approfondito, una storia di fantasmi senz’anima e senza la grinta e la freschezza che dovrebbero contraddistinguere un esordio.
Il film sarebbe stato più compatto e coinvolgente tagliando di netto il lato horror che non osa mai, dando spazio all’evoluzione delle protagoniste e mettendo gli abusi al centro della vicenda per dare dignità quantomeno alla struttura e alla sceneggiatura.
Recensione di "Umma" il nuovo film horror con Sandra Oh
Anno: 2022
Durata: 82 min
Distribuzione: Sony Pictures
Genere: Horror
Nazionalita: USA
Regia: Iris K. Shim
Data di uscita: 18-May-2023
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