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‘Dead pigs’ di Cathy Yan, su MUBI una piacevole lettura dell’ incomprensibile Cina moderna

Una lettura chiara e illuminante della Cina pre-COVID, vincolata alla cultura dell’apparenza e del possesso

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Dead pigs di Cathy Yan è il film con cui la regista si è affermata a livello internazionale, vincitrice al Sundance del 2018 e attualmente disponibile su MUBI.

Guarda Dead Pigs su MUBI.

Una lettura chiara e illuminante della Cina pre-COVID, vincolata alla cultura dell’apparenza e del possesso, delle sovradimensioni e delle facce straniere. Cathy Yan in realtà coccola questa società, lasciando ai personaggi, schiacciati dal debito e dalle battaglie impossibili, una importantissima consolazione: la presenza della famiglia. Malgrado gli errori, i legami sono una cura potente.

Dead Pigs, la trama

Il Vecchio Wang (Haoyu Yang) ha perso tutti i suoi maiali, morti improvvisamente e senza una ragione evidente. Resta pure vittima di una gigantesca truffa e si trova con un debito enorme e nessuno che lo possa aiutare. La sorella Candy Wang (Vivian Wu), proprietaria di un salone di bellezza di cui a modo suo è la star osannata, porta avanti una personale battaglia come 钉子户 “casa chiodo”, resistendo alla demolizione della sua casa natale a fronte dell’implacabile mercato immobiliare. Le loro strade si incontreranno con quella di Sean (David Rysdahl), un architetto americano capitato in Cina attratto dalle facili possibilità per gli stranieri, e adesso oggetto promozionale e ignara pedina dello sfruttamento immobiliare.

Zhen Wang (Mason Lee) lavora come cameriere in un locale. Per una situazione fortuita avvicina la ricchissima Xia xia (Li Meng), e tra loro scatta una intesa ostacolata forse solo dalla classe sociale.

Yang Haoyu in Dead Pigs di Cathy Yan. Courtesy of Sundance Institute | photo by Frederico Cesca.

L’universo di Cathy Yan

Già dai primi minuti, Dead Pigs ci presenta personaggi fuori dalle righe. E a seguire, uno spaccato più che verosimile del sovradimensionamento in stile cinese: costruire appartamenti che scimmiottano la Sagrada Famiglia, davvero, può succedere solo in Cina. Si ride a denti stretti, con amarezza, nel riconoscere che l’architetto straniero è lì per violentare la terra cinese. Perché a casa sua non gli farebbero mai fare niente del genere, né se lo potrebbe permettere, mediocre professionista senza mire arriviste… quindi eccolo qui, nel luogo dove può avere successo ed essere sfruttatore in un paese che si lascia sfruttare. In seguito, però, vedremo come colui che avevamo pensato essere il villain, non è più che una pedina piuttosto imbranata, in mano a facoltosi sfruttatori.

La signora Wang è l’opposto dei due stolti, il fratello e l’architetto: lei è quella che anche con i bigodini si fa rispettare. Ha la casa segnata: 拆, da demolire, recita il gigantesco ideogramma graffiato di rosso sulla porta d’ingresso. Ricorda l’acerrima abitudine del regime nazista di segnare le abitazioni degli ebrei. Ma la tizia non se ne cura, lei è una casa-chiodo, la rediviva di una battaglia ambientale, sociale e… immobiliare!

All’allevatore ignorante di provincia, la signora (ayi) con la permanente e il laowai fallito, fa da contraltare la giovane generazione: Wang Zhen e Xia Xia, e il carico di aspettative che hanno ereditato dalle famiglie. La finzione è una condizione molto presente in Dead Pigs, che è un mondo di disperati che mentono e si ingannano per campare.

不够好!(I’m not good enough!)

La moria dei maiali

Il film si ispira ad un fatto di cronaca, e immagina una Cina di cittadini battaglieri e valorosi reporter che si impegnano per migliore la condizione delle persone. Purtroppo nella realtà  molto si arena contro le fittissime maglie dello stato, che consente ben poco di ciò che mette in cattiva luce la politica. Tuttavia, l’opera d’esordio di Cathy Yan è anche un sincero atto di affetto per questa società. È evidente nella sua narrazione la critica costruttiva; una modalità che altre colleghe dalla stessa commistione culturale, hanno sfoggiato nelle loro opere: Lulu Wang, Chloe Zhao e Nanfu Wang, che come lei devono alla Cina e agli Stati Uniti la propria esistenza di registe.

La scena finale è disperatissima: il Vecchio Wang si flagella nel tentativo di convincere la sorella a scendere dal tetto. Quella cocciuta zia con la permanente, che forse non avrà vinto la sua battaglia, ma ha decisamente creato un polverone tale da essere ascoltata, fuori e dentro le mura famigliari.

Ed ecco che, in scia con la scrittura corale del film e la fusione dei piani dei personaggi che convogliano, sul finire, tutti al cospetto della casa-chiodo, intoniamo un canto univoco. Si tratta di “I only care about you” di Teresa Teng (《我只在乎你》:邓丽君) una canzone popolare celeberrima, che è stata spesso usata come icona della Grande Cina.

Quale miglior finale, completamente andersiano o felliniano, potevamo aspettarci da un film solare, vivace e imprevedibile come Dead pigs di Cathy Yan!

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