Nato a Maynooth, in Irlanda, il 2 febbraio 1996, Paul Mescal è, senza dubbio alcuno, uno degli attori più interessanti della sua generazione. Naturalmente dotato di un carisma e di una presenza scenica eccezionali, Paul ha calcato il palco sin da sedicenne, dopo aver dovuto rinunciare al football per un infortunio alla mascella.
Le prime prove di Paul Mescal
Il primo ruolo lo vede già come protagonista nel musical Il fantasma dell’opera, conducendolo direttamente alla Lir National Academy of Dramatic Arts (che fa parte del Trinity College di Dublino). Dopo la laurea, nel 2017, interpreta un altro personaggio degno di nota: Jay Gatsby de Il Grande Gatsby. La sua performance non lascia indifferenti, ma anzi riscuote già le prime critiche positive e gli apre le porte a un futuro ricco e roseo.
Il debutto sulla scena di Londra è nel 2018, con L’aratro e le stelle al Lyric Hammersmith, mentre sul piccolo schermo dobbiamo aspettare il 2020 per avere la sorpresa e il piacere di scoprirlo in quello che sarà il vero e proprio trampolino di lancio. Basata sull’omonimo romanzo di Sally Rooney, Normal People è una miniserie intensa ed emozionante, incentrata sulla relazione tra Connell (Mescal) e Marianne (Daisy Edgar-Jones), durante gli anni del College.
Grazie alla sua incredibile prova, Paul si aggiudica il British Academy Television Award come Miglior Attore. 12 episodi, durante i quali sia lui che la collega Edgar-Jones mettono in scena qualcosa di assolutamente realistico e indelebile. Il personaggio di Connell cresce e cambia nel corso della narrazione, ma è Mescal a dargli la vera linfa, la sostanza, lasciandosi attraversare completamente e rendendosi tramite di quelle emozioni.
Quando la recitazione chiama…
Acclamato da pubblico e critica, l’attore inizia la sua ascesa nel campo della recitazione. Nella sua carriera non manca nulla, dall’apparizione in un video musicale dei Rolling Stones – la canzone è Scarlet– a un cortometraggio intitolato Drifting.
Una personalità simile non può, ovviamente (e fortunatamente), sfuggire al grande schermo, ed ecco che il 2021 segna la svolta in tal senso. Ancora l’adattamento di un famoso libro, La figlia oscura di Elena Ferrante, regala a Paul l’occasione per splendere. La pellicola, scritta e diretta da Maggie Gyllenhaal, anche lei al suo esordio nella regia di un lungometraggio, tratta il tema della maternità e propone un punto di vista particolare e delicato. Mescal veste i panni del giovane e affascinante Will, e rappresenta per la protagonista (Olivia Colman) una delle poche compagnie piacevoli del luogo.
Interpretazioni da Oscar
Se in questa occasione Mescal non ha modo di distinguersi alla sua solita maniera, l’anno dopo arrivano ben due titoli che recano la sua indiscutibile impronta. Entrambi presentati al Festival di Cannes, Aftersun e Creature di Dio spingono al limite le potenzialità dell’attore irlandese, ostentandone la bravura e la passione messa in ogni suo lavoro.
Dal primo film, diretto da Charlotte Wells, ottiene, tra le altre, la nomination al Premio Oscar come Miglior Attore Protagonista: il suo Calum, padre appena trentenne di una teenager con cui va in vacanza, possiede una sensibilità e una sofferenza strazianti, che lo fanno amare sin da subito.
Nell’opera di Saela Davis e Anna Rose Holmer, invece, ha un ruolo agli antipodi, mantenendo e sfruttando quel suo fascino connaturato, per ribaltare la prospettiva e instillare dubbi che non avranno risposte.
Nel 2024 per il suo ruolo nel film Estranei ha ricevuto la sua seconda candidatura al Premio BAFTA come miglior attore non protagonista.
Paul Mescal, erede dei grandi attori del passato
Attori di siffatta specie se ne vedono sempre meno, sembrano appartenere a tempi passati, eppure Mescal ha qualcosa che li ricorda, quasi fosse un erede naturale. La dolcezza dello sguardo, che sa tramutarsi in spietato e ambiguo nel giro di pochi secondi, la prestanza fisica dovuta anche a una discreta altezza (è 1,80 m) e la capacità di passare da un genere a un altro, da un ruolo a un altro, senza mai perdere un briciolo di verosimiglianza ed efficacia, fanno di lui un esempio più che raro e da tenere in alta considerazione.
In attesa di scoprirlo nei suoi prossimi lavori, tra cui il musical Carmendi Benjamin Millepied, che reimmagina l’opera di Georges Bizet, lo vediamo nel sequel de Il Gladiatore di Ridley Scott.
Paul ha vinto persino un Laurence Olivier Award, per la sua performance in Un tram che si chiama desiderio, sul palco dell’Almeida Theatre di Londra.
Vi lasciamo con qualche curiosità che riguarda la sua vita privata: è il più grande di tre figli, parla fluentemente gaelico, suona il pianoforte e si diverte a realizzare cover con la sorella.