‘Sorcery’ Recensione dell’horror di Christopher Murray

Il film segue il ritmo lento e compassato dell’isola, il ciclico mutare del clima, la marea e lo scoppiettare dei focolari che, come orologi, scandiscono ogni momento. La fotografia cupa e naturalistica di Maria Secco mantiene il film legato alla dimensione del razionale, trattando la stregoneria come un qualcosa di esoterico, sì, ma strettamente legato al popolo e alla natura. Gli oggetti magici sono bastoni intrecciati, animali comuni o erbe locali, che rendono i rituali un’allegoria della lotta indigena contro le efferatezze dei coloni, il vero ‘diavolo’ di questa storia. Non a caso il personaggio più affine a Rosa, da subito comprensivo nei suoi confronti, è Mateo (Daniel Antivilo), l’uomo a capo degli stregoni che prenderà a cuore la ragazza e la sua ricerca di vendetta.

Rosa (Valentina Véliz) in una scena del film

Nascondersi nella notte

Sorcery si svolge per lo più in spazi stretti e angusti ma, nonostante ciò, i momenti di maggiore apprensione si hanno alla luce del giorno, quando la protagonista è circondata da persone, al centro dell’attenzione. Nascondersi, restare all’ombra delle ramificate foreste di Chiloé, diventa, per Rosa, la scappatoia da una realtà nella quale è meglio non farsi mai notare e che punisce chi, invece, emerge dall’oscurità e si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Sono gli stessi attori di Sorcery, tra cui Sebastian Hülk, Daniel Muñoz e Neddiel Muñoz Millalonco, i quali si aggiungono ai già citati protagonisti Véliz e Antivilo, a donare al film quel senso di angoscia costante che funge da contraltare allo stile di vita per lo più calmo e silenzioso di una piccola comunità, attenta nel nascondere i propri ‘scheletri nell’armadio’. I personaggi sono insofferenti, rassegnati alla loro condizione, spesso riducono al minimo le interazioni e si comportano in maniera disturbante. La capacità nella direzione degli attori di Murray, già riconosciutagli per le sue opere precedenti, è fondamentale nella riuscita rappresentazione di queste sensazioni e nella creazione di una comunità chiusa, controcorrente rispetto alla protagonista Rosa.

Il sentito ritratto dei fantasmi di un paese

Sorcery è un film brutale sin dall’inizio, apertamente schierato contro la colonizzazione europea del Sud America, ne vuole rievocare le barbarie, rivendicando la memoria di una storia spesso dimenticata in occidente. In questo film c’è sia il passato oscuro del paese natale del regista, che ha co-sceneggiato il film con Pablo Paredes, sia il suo trascorso personale, nella crescita di Rosa, repentina e causata dagli eventi; Da questi elementi ne scaturisce una regia coraggiosa che, in diverse sequenze, concitate, osa molto con i movimenti di camera.

Christopher Murray, con Sorcery, non si allontana dalle opere precedenti, creando una favola dark e misteriosa con elementi del Coming-of-age inseriti nel contesto dei più classici Revenge Movies, entro cui la trama è spesso costretta. Sorcery è parte del filone degli horror immersi nella natura che, negli ultimi anni, hanno donato nuova linfa al genere. ‘The Witch’ (Robert Eggers, 2015), su tutti, è sicuramente stato di forte ispirazione, mentre l’energia e il coraggio, spronati dalla sete di vendetta, di Rosa, ricordano la giovanissima Hailee Stainfeld de ‘Il grinta’ (Joel e Ethan Coen, 2010).

La locandina di Entre Dos Mundos 2023