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In Sala

‘Sanctuary’ e di quanto la recitazione entri nella vita. Ovviamente assieme al sesso!

Svincolato in primi piani che entrano nei pensieri e nei corpi dei due protagonisti eccelsi, girato con colori primari, lisergici fatti di abiti verdi, muri rossi, divani gialli e boiserie blu all'interno di una 'suite' di un albergo di lusso a New York, questa diviene il territorio di un Risiko animico tra due giocatori. Lui fa il gioco. Lei fa le regole. 'Sanctuary' si scioglie, come una chiave nella Coca Cola, tra potere, sesso, abusi, gioco e, 'finally', forse una forma contorta ed embrionale di amore.

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sanctuary

‘Sanctuary’ è un film eccelso, in uscita  dal 25 maggio 2023 con I Wonder.

Già presentato al Festival di Roma il film è girato da Zachary Wigon in modo molto originale, per riprese capovolte e molto altro.

La pellicola vede il binomio perfetto tra Margaret Qualley e Christopher Abbott in un’attrazione – repulsione, padronanza e schiavitù – in roleplaying che ammorba e stuzzica.

Sanctuary una Margaret Qualley in versione dominatrix

La recensione

L’uso sapiente e sofisticato del colore, con grande fotografia, unito a un fortissimo potere mentale che assolda anche lo spettatore, basterebbe a rendere sublime questo film. Ma c’è molto, molto di più.

‘Sanctuary’ è quindi un’opera intensa e affettuosa, prepotente e contorta, come l’amore. E come i suoi traumi. O come il cinema e i suoi anfratti.

Qui la metafora scrittura e recitazione, ideazione e messa in scena, innesta gli stessi giochi di potere tra cinema e realtà, così come avvengono tra regista o scrittore e attori.

Chi conta di più? – ci si chiede in automatico. La paura del dipendere dall’altro, del lasciarsi andare ad emozioni mai provate è un altro dei temi interessanti del film e sempre più diffuso tra i giovani che tendono a cristallizzare, anziché vivere i sentimenti.

Aspirare lo spettatore come un tubo di un Dyson è la prerogativa di questo film che, alla fine, riduce comunque tutti in polvere.

Per forza visiva.

Per forza mentale.

Per forza di scrittura.

Per genialità espressiva delle anime di questi due attori e del rapporto che li lega.

Inoltre, fin dall’inizio il film sterza continuamente, facendo sbandare se stesso contro continui cambi di marcia, di pendenza, di idee, di ambiti, di carreggiate. Lo spettatore va fuori strada e rimane in mutande. Come spesso avviene anche al sexy protagonista!

Realtà e finzione, realtà e appartenenza, finzione, apparenza e gioco sono le mosse sulla scacchiera emotiva in cui si muovono le pedine dei due personaggi, fino allo scacco matto finale. 

La ri-lettura dei protagonisti

Margaret Qualley è intensa, elegante e prepotente ma, a caduta di maschere avvenute, è tutto il contrario di sé stessa. Fragile come una foglia che volteggia in autunno, si mostra gerarchica come un ussaro scappato dal brigante – pirata che c’è in sè.

Christopher Abbott invece, appare un ricco annoiato e devastato da una famiglia dove la ricchezza preclude la presenza. Dove la ricchezza crea i traumi dell’assenza, dove la ricchezza preclude la conoscenza vera di un figlio, il quale inevitabilmente sviluppa nevrosi. In questo caso solo casualmente sessuali/emotive.

Sanctuary segna l’esordio alla regia di Zachary Wigonun, sceneggiatore per The Thriller Machine, giovanissimo critico cinematografico e regista.  

La pellicola vede tra i protagonisti due attori del momento del ‘nuovo cinema americano’. Margaret Qualley figlia di Andie McDowell, lanciata soprattutto grazie al ruolo scritto per lei da Tarantino per C’era una volta a Hollywood. La Qualley è stata anche nominata ai Golden Globes per la miniserie Netflix Maid. Prossimamente la vedremo anche nel nuovo film di Yorgos Lhantimos, Poor Things.

Christopher Abbott è stato interprete di Vox Lux, Possessor di Brandon Cronenberg (figlio di David) e The World to Come.

La locandina

Sanctuary poster

 

‘L’ho scritto io, tu interpreti solo’ – dice il protagonista – determinando una volta per tutte che fantasia, scrittura e parole definiscono una vita e i suoi contorni, anche foschi.

Il tema più spinto e ossessivo è quello reale. Osé oggi è la capacità di pagare per tutto. Anche per i sentimenti. Amore e denaro, binomio da sempre inscindibile qui propone una virata da capogiro. Purtroppo questa non è finzione, ma bieca e sempre più attuale realtà.

Scritto da Milan Bloomberg, la scrittura è penetrante e decisa e riesce a creare uno scivolo verso la totale riuscita del film. Se a questa uniamo ottime scenografie e costumi e recitazione intensa il gioco, in tutti i sensi, è fatto.

Il trailer

La sinossi

SANCTUARY si svolge in una suite d’albergo di lusso, dove due personaggi agli antipodi – il ricco e impacciato rampollo Hal e la vorace e irrefrenabile Rebecca, interpretati dalla coppia di star emergenti Margaret Qualley (C’era una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott (Comma 22, Possessor) – si avvicendano in mille ruoli. Tra realtà e finzione, in un perverso gioco al massacro che non conosce attimi di tregua, Rebecca e Hal si troveranno pericolosamente invischiati nell’estremo tentativo di conquistare il potere e avere il controllo dell’avversario.

sanctuary

Rebecca è una dominatrice, una professionista del sesso e Hal è il suo cliente, un ottimo cliente. Fa infatti parte di una ricca famiglia di cui sta per ereditare le fortune e non può più permettersi di avere una pericolosa relazione con una donna che conosce i suoi segreti e le sue perversioni. Così decide di vederla per un’ultima volta e dirle che tra loro è tutto finito, ma il suo tentativo di tagliare i legami gli si potrebbe ritorcere contro. Rebecca è tutt’altro che d’accordo e farà tutto il possibile per fargli cambiare idea.

SANCTUARY di Zachary Wigon, con protagonisti assoluti Margaret Qualley e Christopher Abbott, arriverà nei cinema italiani dal 25 maggio con I Wonder Pictures.

'Sanctuary'

  • Anno: 2022
  • Durata: 1:38
  • Distribuzione: I wonder
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Zachary Wigon
  • Data di uscita: 25-May-2023

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