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One more time su Netflix: la recensione

Una commedia svedese ci riporta insieme alla protagonista Amelia nel 2002

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Dal 21 aprile è disponibile su Netflix One more Time una commedia svedese di Jonatan Etzler, a tratti romantica che ci riporta agli anni del liceo.

La trama di One more time, disponibile su Netflix

L’età è solo un numero. Avrei preferito il 18 come numero

È il 13 giugno, la scuola è finita e Amelia (Hedda Stiernstedt- Tindra Källström) sta per compiere 40 anni: il primo regalo è il licenziamento dal negozio di abbigliamento dove lavora. Vive ancora nella città di provincia in cui è nata e incontra in un bar Fiona ( Miriam Ingrid), sua ex amica che compie gli anni lo stesso giorno e si prepara a una festa con diversi invitati. L’investimento di un camion porta Amelia in una sorta di sogno: rivivere il suo 18esimo compleanno. È il 2002 e all’epoca, ricorda, era davvero molto felice: è una ragazza bella e popolare con il suo bel ragazzo Max (Maxwell Cunningham) e la sua briosa migliore amica Moa(Elinor Silfversparre). Fiona (Tove Edfeldt) invece conduceva una vita più nell’ombra e ai margini, accompagnata da una chitarra e dalle sue canzoni che nessuno voleva ascoltare. Dopo un po’ di spaesamento iniziale, riesce a lasciarsi andare e godersi la giornata, non senza i soliti guai di ragazzi alle prese con le prime volte. Il giorno dopo, al suo risveglio è ancora nella sua stanza ed è ancora il suo 18esimo compleanno.

Dal One more time si fa presto a passare al No more: la ragazza sarà intrappolata in un tunnel temporale dal quale uscire sarà difficile, ma non impossibile, tra simpatici eventi, incomprensioni e feste del liceo. Soprattutto scoprirà tante verità sulla vita di ieri e quella attuale.

One more time-Back to the 2000s

Il film si inserisce nella grande e fortunata serie dei “ritorni” al passato o al futuro: i riferimenti vengono spontanei, al punto di essere (per forza) citati all’interno della pellicola; in particolare “Ricomincio da Capo” con Bill Murray servirà ad Amelia per capire come uscire dal loop del compleanno. Un cast ricco e seducente che mostra una continuità spontanea, sia nel 2023 che nel 2002.

Oltre a questo, si tratta anche di una piacevole occasione per tornare all’inizio degli anni 2000, per il pubblico e per la protagonista. Oltre alla colonna sonora, il film esplode di dettagli teneri e nostalgici, caratteristici dell’epoca. Dai pantaloni a vita bassa, calati e con le scritte sul lato B, le acconciature alla Disney Channel con mollette e nastri fluorescenti, un tuffo nel passato per chi ha vissuto l’adolescenza in quegli anni tra poster alle pareti e i primi Ipod che riproducevano Sk8er Boi.

Se rivivere ogni giorno lo stesso giorno è per Amelia una condanna, come scoprirà da subito, è anche un gustoso stratagemma per mostrare al pubblico diversi look, da giorno e da festa, contornati da mille accessori. Al di là di ogni nostalgia, ogni periodo più bello della nostra vita resta tale con i ricordi: vivere ogni giorno quella giornata fa capire ad Amelia che si tratta di anni passati, felici o meno. Aveva tutto quello che poteva desiderare, ma ora è una persona diversa, in una fase diversa della vita. Con la sua nuova testa di adulta può analizzare meglio quel periodo e capire le sue scelte.

One more time: tornare indietro per guardare avanti

Quando finisci il liceo hai tante idee sul tuo futuro. Poi, un giorno, ti svegli e hai 40 anni.

Spesso la vita ci dà una seconda possibilità: Amelia ha bisogno di tornare indietro nel tempo per vedere delle cose che non aveva visto nel passato e che continua ancora a non vedere nel presente. Basta un “non detto” per impedire a qualcuno di vivere la sua esistenza in modo diverso. È quello che scoprirà nel suo viaggio nel passato dove, nonostante i suoi sforzi, non ha la possibilità di cambiare la sua vita attuale (contrariamente alla fantascienza legata, talvolta, a questo tipo di cinema). Interessante invece che il viaggio le serva soltanto per guardare i suoi 40 anni con nuovi occhi: quello è il momento in cui agire, chiedendo scusa e offrendo una seconda possibilità, a lei stessa ma non solo. Se tornare indietro nel tempo è una possibilità remota e più complicata, il film ci mostra proprio che questo non è necessario: basta aprire gli occhi, scegliere chi essere e, perché no, chiedere scusa. Alcune scelte a 18 anni sono state fatte perché era anche giusto così: non è necessario fare troppe ammende e prendersela con i sé stessi di ieri. Quello che conta è il presente; non è mai troppo tardi per ricominciare.

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