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Sky Film

‘La quattordicesima domenica del tempo ordinario’ Recensione

Pupi Avati ci parla di sogni non realizzati in una storia privata, ma che vorrebbe riguardasse un po’ tutti noi

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Sarà disponibile su Sky e Now TV dall’11 ottobre La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avati, tornato dietro la cinepresa dopo lo struggente Lei mi parla ancora (2021) e la scommessa, vinta, di Dante (2022).

Una storia di bilanci e rammarichi, di ricordi e difficili aggiustamenti con il passato, di un presente in solitudine e una possibile apertura verso il futuro.

Interpreti: Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Nick Russo e Cesare Bocci.

La quattordicesima domenica del tempo ordinario La trama

Bologna, anni 70. Marzio, Samuele e Sandra sono giovanissimi e ognuno ha un sogno da realizzare. La musica, la moda, o forse la carriera. I due ragazzi, amici per la pelle, fondano il gruppo musicale I Leggenda e sognano il successo. Sandra è un fiore di bellezza e aspira a diventare indossatrice. Qualche anno dopo, nella quattordicesima domenica del tempo ordinario, Marzio sposa Sandra.

Poi un giorno, all’improvviso, la burrasca, un vento contrario e ostile che tutto spazza via. Li ritroviamo trentacinque anni dopo. Cosa è stato delle loro vite, dei loro rapporti? Ma soprattutto cosa ne è stato dei loro sogni? (Sinossi ufficiale del film).

La quattordicesima notte del tempo ordinario

Foto ufficiale del film (Filmitalia)

La quattordicesima domenica del tempo ordinario: Gabriele Lavia un personaggio statico

Ne Il sol dell’avvenire Nanni Moretti dice che nella vita non si cambia mai veramente: è qualcosa che si vede solo nei film. Non sempre, almeno a giudicare dal protagonista dell’ultimo film di Pupi Avati. Marzio (Gabriele Lavia) è un personaggio statico dall’inizio alla fine, accompagnato da una nevrosi che non accenna ad attenuarsi. Per lui gli anni hanno portata ben poca saggezza.

Sei entrato in un’età difficile della quale un po’ ci si vergogna e dalla quale tutti si aspettano che prima o poi ci si arrenda”, gli dice Sandra (Edwige Fenech), la più bella ragazza di Bologna, ritrovata dopo decenni. Marzio invece non cede. Si sono affievoliti i sogni di grandezza e le cadute spaventose, stemperati però in una tristissima quotidianità.

La quattordicesima domenica, canzone sua e dell’amico Samuele, non ha sfondato. Samuele, più aderente alla realtà, ha fatto carriera in banca e Marzio suona ora in situazioni svilenti che lui cerca di edulcorare agli occhi di Sandra, senza riuscirci. Ma non smette del tutto di sognare.

La quattordicesima domenica del tempo ordinario

Gabriele Lavia ed Edwige Fenech (foto ufficiale del film)

Una storia molto privata

Non lo sapevamo e ora, sì, dopo il film di Pupi Avati. La quattordicesima domenica, secondo l’anno liturgico, è quella che segue la Quaresima. Per il regista è anche l’anniversario del suo matrimonio, ma gli spunti privati non finiscono qui.

Prima di tutto l’ambientazione in una Bologna molto riconoscibile: Tutto nella mia vita comincia in un posto speciale di Bologna. Era un posto dove tutte le cose che sognavi accadevano”. Un luogo della coscienza, anche perché, come dice Gabriele Lavia, la macchina da presa è sempre la coscienza del regista.

È un chiosco di gelati, davanti al quale l’ultima foto dei titoli di testa si anima, ad iniziare il film. Sono immagini in bianco e nero che richiamano i ricordi collettivi: la vespa, la Seicento, Miss Italia e la prima pagina del Resto del Carlino con la notizia dell’uccisione di Kennedy. Una data che si riferisce chiaramente all’infanzia, o l’adolescenza, dei protagonisti.

Finisce qui però la condivisione del passato. Nessun riferimento politico, né allusioni alle conquiste sociali di allora. Il percorso di Marzio, Samuele e Sandra è tutto personale, con ambizioni molto più simili a quelle dei ragazzi di oggi. E del tutto privata la storia di Marzio, nel quale Pupi Avati dice di riconoscersi.

Il rapporto con il padre

Visitazioni oniriche, fantasma o proiezione della mente? Il padre di Marzio compare due volte e forse avremmo preferito fare a meno del dialogo in cui sembra che il figlio abbia ancora bisogno, alla sua età, di pareggiare i conti. Come se i suoi insuccessi fossero ancora attribuibili alla figura ingombrante del padre (Cesare Bocci), quando Marzio era ancora bambino.

Non esistono figli innocenti, diceva Pasolini ne Le lettere luterane, nel senso che tutti siamo responsabili delle nostre scelte, almeno per la parte che ci riguarda. Troppo comodo l’alibi di delegarla interamente ai genitori!

A meno che la scena del confronto col padre ne La quattordicesima domenica del tempo ordinario non sia da leggere come unica apertura possibile nei confronti del futuro, che si vorrebbe augurare a Marzio perché fa male vedere un protagonista che non cresce in consapevolezza.

La musica ne La quattordicesima domenica

Fu un rapporto brevissimo e di lui mi ricordo che era un uomo bellissimo, pieno di carisma e di fascino, di una grandissima simpatia e che soprattutto faceva ridere le donne”. Così Pupi Avati rievoca la figura paterna in una recente intervista.

La morte del padre, che gli è molto mancato nel corso dell’esistenza, è un altro elemento che lo accomuna a Marzio. Oltre alla grande passione per la musica, al sogno che condivide pienamente con lui,  ripreso nel film per la tv, Jazz Band, nell’ormai lontano 1978. Avrà sentito il bisogno di ritornarci, Pupi Avati, adesso che gli anni continuano a scorrere inesorabili.

La musica è molto importante, non solo per i giovani  Marzio e Samuele (Lodo Guenzi e Nick Russo), e per Marzio poi in tutta la sua vita. Ma perché la colonna sonora di Sergio Cammariere e Lucio Gregoretti è davvero di grandissima qualità. La quattordicesima domenica, scritta da Cammariere e da lui cantata sui titoli di coda ci accompagna anche dopo la visione del film.

Il messaggio di Pupi Avati

Ovunque nella stanza ci son sogni non realizzati recita l’esordio della canzone. Di questo vuole soprattutto parlare Pupi Avati, delle mete che tutti noi non siamo riusciti a raggiungere, di un fallimento che ci accomuna: negli affetti o nel lavoro, nell’amicizia o nell’amore.

La scommessa di stare per tutto il film in una dimensione privata per rappresentare l’incontentabilità dell’uomo, qualcosa di decisamente universale, non sempre è stata vinta, secondo noi.

Ci sarebbe piaciuta qualche spiegazione in meno e qualche ellissi in più, perché sembra che questa volta il regista abbia voluto dire troppo, soffermandosi su dettagli superflui e amplificando alcuni toni, là dove un maggiore discrezione sarebbe stata preferibile.

La quattordicesima domenica del tempo ordinario è una produzione DuoA Film, Minerva Pictures, Vision Distribution, Sky, con il contributo del Ministero della Cultura.

Distribuzione: Vision Distribution (Italia)

I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’

 

La quattordicesima domenica del tempo ordinario

  • Anno: 2023
  • Durata: 106 minuti
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Pupi Avati
  • Data di uscita: 11-October-2023

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