Si aprono le danze di uno dei festival maggiori della penisola coreana, il Jeonju International Film Festival, che è sopravvissuto al biennio della pandemia e torna con l’edizione del 2023, la ventiquattresima, a pieno ritmo e senza più restrizioni. Verranno proiettati 247 film da 42 nazioni.
Film d’apertura l’opera emozionante dei fratelli Dardenne, Tori e Lokita, che introduce una sezione internazionale non scontata: dall’Argentina in bianco e nero di María Aparicio, alla scena techno parigina (After di Anthony Lapia), passando per Turchia e Danimarca. Nella sezione World Cinema, spazio al prezioso cinema d’essai in anteprima asiatica: tra questi Clorindo Testa di Mariano Llinas, il candidato all’Oscar come Miglior Documentario A House Made of Splinters di Simon Lereng Wilmont, e il vincitore dell’Hong Kong Film Festival Stonewalling della coppia Huang-Otsuka.
Nella sezione Master, le ultime produzioni di Laura Poitras, Wang Xiaoshuai, Paul Schrader, Claire Denis, Lav Diaz.
Di rilievo anche tutta la sezione Cinephile del Jeonju International Film Festival, che nella solida convinzione condivisa con Godard che “Il futuro del cinema risiede nel suo passato”, propone prestigiosi recuperi accanto a ritratti di registi che hanno fatto la storia del cinema. Dalla citazione ad un omaggio vero e proprio, Godard si presenta con due documentari recenti, GODARD CINEMA (2022), e Godard is Here (2023).
Illustri sono gli italiani di questa sezione, Sergio Leone – L’italiano che inventò l’America (2022), il film di Francesco Zippel vincitore del Nastro d’Argento. Con lui anche il Pasolini della Vardà, Agnès Varda – Pier Paolo Pasolini – New York – 1967 (1967). Bellissima anche la collaborazione con l’Harvard Film Archive che porterà non solo una selezione d’autore ma numerose iniziative ed eventi.
I film coreani in competizione offrono registi di ritorno al festival e volti noti dello star system. Tra loro, Han So-hee (My name, Nevertheless) in Heavy Snow di Yun Suik. E ovviamente il film di chiusura, Where Would You Like to Go? della regista Kim Hee-Jung. Molto attesa la versione per i cinema della mini-serie queer The New Employee: The Movie.
Gli italiani vengono rappresentati dalla premiere coreana di Tornatore e del suo Ennio, atteso nei cinema asiatici, e Paolo Strippoli e la sua opera Piove, presentata nella sezione Midnight Cinema.
Il festival si chiuderà il 6 maggio con l’assegnazione dei premi nelle sezioni competitive e ben quattro premi speciali Documentary Award, J Vision Award, NETPAC Award e Cineteca Nacional México Award.