Il focus Galizia dedicato quest’anno dal Festival, rivela un’opera prima dura, densa e altamente espressiva.
Il regista galiziano Xacio Baño con Trote costruisce alla perfezione un primo lungometraggio che pennella senza alibi alcuno la durezza di un popolo, le leggi umane spietate dentro una natura selvaggia, addomesticata con un alto prezzo da pagare.
Una famiglia di un piccolo paesino della Galizia vive un lutto improvviso: Carme (María Vázquez) ha portato anche il fardello di una perdita intrisa di senso di colpa. Un incidente d’auto ha coinvolto la donna e sua madre che ha perso la vita. In concomitanza della Rapa Das Bestas, festa tradizionale, il fratello di Carme, Luis e sua moglie Maria tornano a casa.
Trote: ritratto di famiglia
Trote disegna dinamiche emotive con la forza di un visivo dominato dal silenzio. María Vázquez, suprema, con il suo sguardo trascina una verità che è durezza della tradizione, rassegnazione ad un esistere confinato, in cui i sentimenti sono tarpati, guidati imprevedibilmente e occasionalmente dall’istinto. Immobilismo e voglia disperata di cambiare vita si scambiano il posto negli scarni dialoghi che guidano i rapporti tra i protagonisti. Una economia anche di gesti, che lascia spazio ad un linguaggio del corpo più veritiero, rivelatore. Che genera una connessione emotiva diretta.
Rapa das Bestas
La festa dedicata all’antica lotta fra uomo e cavallo è il sottotesto visivo che connette l’interno con l’esterno, la dimensione familiare con quella universale. La sua preparazione, come una minaccia incombente, apre Trote. La sua conclusione è il momento liricamente e visivamente più alto del film.
Un eden occupato, violentato, dall’uomo. La sua impronta predatoria, bestiale, è racchiusa nel grido terrificante dell’occhio di un cavallo terrorizzato che ci guarda e ci condanna.
Xacio Baño
Un nome già noto nel circuito dei festival di cortometraggi, con Trote il suo primo lungometraggio, Xacio Baño ottiene nel 2018 la selezione al Festival di Locarno e la partecipazione al 66° Festival di San Sebastian nella sezione Zabaltegi-Tabakalera.