Bolzano Film Festival

‘Stams’ il documentario per sognare le Olimpiadi invernali

Uno spaccato di vita di giovani che sperano di diventare dei grandi sportivi

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Per scoprire come si diventa un campione degli sport invernali il film documentario Stams di Bernhard Braunstein fa entrare lo spettatore in un collegio d’élite austriaco. Con una regia, talvolta cinematografica, talvolta fin troppo dettagliata a raccontare i vari esercizi e i vari momenti degli atleti, il film Stams cerca di dare una propria visione di quello che è il duro allenamento al quale sono sottoposti tanti giovanissimi, nella speranza di diventare qualcuno. Il film è presentato al Bolzano Film Festival Bozen 2023.

Stams: la sinossi del film

Stams è il collegio d’élite per gli sport invernali di maggior successo in Austria, dove ogni anno i giovani atleti sognano le Olimpiadi. Il percorso è lungo e rischioso, sia fisicamente che mentalmente. Chi ha la forza e la resistenza?

Un anno dietro le quinte di Stams, un luogo pieno di speranze e di insuccessi. (Fonte: Bolzano Film Festival Bozen 2023)

La recensione

Non il classico film sportivo o sullo sport. In Stams, infatti, lo sport (nello specifico lo sci) è solo un pretesto per parlare di altro e per poter approfondire tutto ciò che c’è dietro. Quello che uno sport porta con sé nella vita di un giovane adolescente è qualcosa di incredibile che sarebbe impossibile descrivere a parole o cercare di raccontare in maniera fantastica. Per questo motivo Bernhard Braunstein ha scelto il genere del documentario. E per questo motivo ha realizzato un documentario diverso dagli stereotipi.

Non c’è la classica narrazione dell’eroe che, seppur con difficoltà e dopo aver superato determinate prove, riesce a raggiungere il suo obiettivo, il suo sogno. C’è semplicemente il racconto della vita di giovani adolescenti, tra paure, insicurezze, sogni e determinazioni. Tutti vogliono diventare qualcuno. Ognuno di loro è messo costantemente a dura prova. E, anche se non sono troppo evidenti le regole alle quali sono sottoposti, si percepisce comunque una sorta di malessere.

La luce in fondo al tunnel nel film Stams

Non è tutto oro quel che luccica.

Il fatto di essere all’interno di una prestigiosa scuola d’élite per gli sport invernali non vuole assolutamente dire che questi ragazzi diventeranno necessariamente dei talenti di quel determinato sport. Anzi. Alla base c’è comunque tanto lavoro, tanto impegno e tanta determinazione. In assenza di questi elementi non si arriva da nessuna parte. Questo lo si percepisce, più o meno chiaramente, attraverso tutti i ragazzi che si vedono all’interno del documentario.

Ed è così evidente da diventare quasi opprimente. La routine quotidiana dettata dagli insegnanti è molto rigida e severa e mette a dura prova chiunque, anche i più concentrati e convinti verso il proprio obiettivo. In questo ambiente si fa largo, in alcuni casi, la sensazione di non essere mai abbastanza. Una sensazione che può portare anche all’esaurimento e alla frustrazione, nonostante la giovane età.

In questo è molto abile il regista che sembra come soffocare anche il pubblico stesso. Nessuno, né lo spettatore, né i protagonisti riescono a vedere la luce in fondo al tunnel.

Analizzare il problema da vicino

Un punto a favore del documentario è anche la decisione di soffermarsi moltissimo sulle espressioni e sui corpi dei giovani atleti. In più occasioni sono i volti dei ragazzi a essere in primo piano, in modo da coglierne ogni sfumatura e ogni emozione. Molto spesso riescono a trasmettere più di quanto si possa fare a parole. E poi sono parte della vita quotidiana. Così come nel film Stams lo sono i numerosi infortuni con i quali si trovano ad avere a che fare i giovani.

Se da una parte, quindi, c’è questa sensazione quasi di inadeguatezza che opprime, tanto i personaggi quanto lo spettatore, dall’altra c’è anche quella sensazione di tranquillità che ben si percepisce quando ci sono momenti, anche se non evidenti, di confronto e condivisione. Il fatto di essere tutti all’interno di questo collegio fa sembrare che tutto sia all’interno di un mondo senza via d’uscita, ma, al tempo stesso, fa anche capire quanto il supporto e il sostegno dell’altro possa davvero aiutare. Più di quanto si immagini.

Una sofferenza e un supporto che vanno a braccetto e si intersecano attraverso il silenzio, altro grande protagonista del documentario che accompagna le riprese e la quotidianità, in modo da non interferire con ciò che si vede e con ciò che si deve comprendere.

Qui è lo sci a essere il protagonista, ma Stams è un film che si può tranquillamente allargare a molti altri scenari (così come a molte altre discipline sportive). Purtroppo il sistema adottato da questo collegio sembra essere sempre più all’ordine del giorno. E questo documentario sembra urlarlo, silenziosamente, al mondo. Senza mai giudicare.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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