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In Sala

Ghost Rider: Spirito di vendetta

Tantissima camera a mano e acrobazie da stunt-cameraman, montaggio nervosissimo e delirante, struttura a zone, quasi fosse un videogioco: il risultato è una vaccata pazzesca, buona per un 15enne, però vuoi mettere il divertimento di farlo?

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Anno: 2012

Distribuzione: Medusa

Durata: 95′

Genere: Azione/Fantastico/Thriller

Nazionalità: USA

Regia: Mark Neveldine/Brian Taylor 

Ormai è in atto l’apocalisse. Il 2012 ha decretato chiaramente la fine di tutta la civiltà come la conosciamo, e il mezzo non sono piogge di fuoco, cavalieri dell’Armageddon, esondazioni o cavallette, ma semplicemente la crisi economica definitiva. Tra chi si suicida, chi non paga e chi se ne scappa in Cina, ci sono pure alcuni che le tentano tutte per inventarsi una maniera per riclicare il rame facendolo passare per oro zecchino. Nel cinema una cosa si è capita già da tempo immemore e ecco che arriva un diktat chiaro: fare film con meno soldi possibile. Questo fattore è alla base dell’ondata dei film POV, soprattutto horror, che abituano lo spettatore a vedere film girati male, ma la Hollywood dei blockbuster non può facilmente permettersi certi lussi. Viene quindi in aiuto il cinema fatto in casa, come quello di Neveldine e Taylor, venuti alla ribalta con i due adrenalinici Crank con protagonista Jason Statham, e fautori di un cinema sì acrobatico e spettacolare, ma pensato per essere anche molto essenziale. E semplice è soprattutto la trama di questo sequel. Nicolas Cage è ancora un nevrotico Johnny Blaze alle prese con il demone che lo possiede a causa di un patto con il diavolo. Adesso il diavolo è alle prese con un ragazzino e la sua giovane madre, Violante Placido, che ha decretato come suo infernale erede. Alcuni monaci però riconoscono il buon cuore di Blaze e lo ingaggiano per salvare l’anima del bambino e del mondo.

Intendiamoci, Ghost Rider: Spirito di vendetta non è un film da due soldi, ci sono location giganti, effetti visivi impegnativi, moltissime comparse e inseguimenti mozzafiato. Però un occhio attento si accorge che bastano due come Neveldine e Taylor, che hanno i movimenti di camera e il montaggio in testa, e soprattutto l’idea della praticità senza voler rinunciare a nulla, per fare la differenza. Quindi tantissima camera a mano e acrobazie da stunt-cameraman per Neveldine, montaggio nervosissimo e delirante e struttura a zone, quasi fosse un videogioco. Il risultato è una vaccata pazzesca, buona per un 15enne, però vuoi mettere il divertimento di farlo?

Gianluigi Perrone

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