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‘Please baby please’: il lato sommerso della sessualità di coppia

In anteprima su Mubi arriva il film-scandalo di Amanda Kramer

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Su MUBI è disponibile il trasgressivo Please baby please, diretto con estro ed eccentriche ambientazioni teatrali da Amanda Kramer che studia i lati più oscuri e inconfessabili della sessualità di una coppia di sposini messi alle strette dalla presenza di una banda di violenti vestiti in pelle.

MUBI: guarda e scopri film

Il film, in cui vittima e carnefice utilizzano i rispettivi ruoli per trarne una soddisfazione fisica e soprattutto un appagamento sessuale,  ha un cast di tutto rispetto, in mezzo al quale svettano i due straordinari protagonisti: Andrea Riseborough e Harry Melling nei panni della coppia composta da Suze e Arthur.

Degno di nota pure Karl Glusman, il capo clan Teddy, mentre nel ruolo della estrosa e agiata vicina di casa Maureen troviamo niente meno che Demi Moore.

Please baby please. Lo shock che risveglia i desideri sessuali repressi

Una coppia di sposini nella metropoli newyorkese in pieni anni ’50, è testimone di un pestaggio a sangue che finisce con l’uccisione di una coppia di coniugi. I due testimoni, tuttavia, vengono lasciati in vita, dopo aver confessato alla gang assassina il proprio numero civico di abitazione.

L’episodio  scuote sia Arthur che la compagna Suze, ma nello stesso tempo attiva in ognuno dei due un tipo di sentimento che entrambi non erano consapevoli di possedere.

L’uomo scopre l’irresistibile attrazione verso il proprio stesso sesso che si esprime con una relazione, invero piuttosto platonica, nei confronti dell’aitante capo banda Teddy.

La consorte al contrario scoprirà di provar piacere attraverso il dolore, specialmente quello inferto ad altri piuttosto che subito. Forti di queste due nuove consapevolezze, i due riusciranno, nonostante tutto, a far andare avanti come se niente fosse il loro più che mai stravagante tran tran coniugale.

Please baby please – la recensione

L’originale film della regista statunitense Amanda Kramer affronta la tematica della liberazione dalla repressione sessuale imposta alla coppia per motivi di etichetta, di immagine e circostanza.

Girato con l’eccesso scenografico che ricorda una commistione, per certi versi azzardata, tra West Side Story e Querelle de Brest, il film della Kramer vive di atmosfere labirintiche dai colori esagerati e coreografie ridondanti, che da un lato rappresentano il motivo per cui il film merita di essere ricordato.

Ma tali peculiarità finiscono anche per rivelarsi le cause più eclatanti della debolezza narrativa di una vicenda che strizza l’occhio allo stile e alle tematiche squisitamente queer, divenendo tuttavia a lungo andare succube di questo schema un po’ troppo forzato.

Certo, alla complessiva sostanziale riuscita di un’opera in sé almeno formalmente piuttosto singolare, tutta ritmo e suoni di tamburo, contribuiscono non poco le esemplari performance degli straordinari attori coinvolti.

Andrea Riseborough, ‘pittata’ in modo eccessivo soprattutto nello sguardo, deviato e alterato da colori e solchi di fondotinta senza ritegno, appare quasi irriconoscibile, ma bravissima nella sua travolgente scoperta di come l’atto violento possa risultare edificante e soprattutto in grado di appagarla sessualmente.

Le fa da contraltare un tenerissimo Harry Melling, fino ad oggi visto in moltissime produzioni, magari relegato in parti impegnative, ma di secondo piano, qui davvero bravo a far risaltare l’emotività pudica, ma nello stesso tempo prepotente, che lo coglie senza preavviso.

Un sentimento, quello che investe i due sposini, fuori da ogni controllo e che fa loro compiere passi improvvisati, iniziando entrambi a seguire, per la prima volta nella vita, il richiamo della propria più genuina e segreta sessualità.

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