The Mandalorian: la recensione della terza stagione. Su Disney+

The Mandalorian è la terza stagione della serie prodotta dalla LucasFilm e ideata da Jon Favreau (che ne è lo scrittore). È distribuita dal 2019 su Disney+, ed è la prima serie in live-action dell’universo di Star Wars. La storia inizia cinque anni dopo il film Il Ritorno Dello Jedi (seconda trilogia) e 25 anni prima de Il Risveglio Della Forza (terza trilogia)

IN UNA GALASSIA LONTANA LONTANA…

Dopo la caduta dell’impero galattico, un solitario cacciatore di taglie chiamato il Mandaloriano accetta di recuperare una creatura di 50 anni chiamata solo il Bambino, appartenente alla stessa specie di Yoda e capace di controllare la Forza.

Mando deve catturare il Bambino per un cliente, ma nel momento della consegna si pente e decide di fuggire insieme alla creatura, inseguito da tutti i migliori cacciatori di taglie e da guarnigioni di Imperiali.

Nella seconda stagione, il Mandaloriano è alla ricerca di altri suoi simili per avere informazioni sul Bambino. Dopo diverse traversie, spera di aver trovato in Ahsoka qualcuno che possa addestrare il Bambino all’uso della Forza, ma lei rifiuta e gli suggerisce di portarlo sul pianeta Tython. Quando però viene assediato da Moof Gideon, Mando viene salvato da Luke Skywalker che si fa largo tra i nemici con la spada laser, e prende con sé il Bambino (che Ahsoka ha rivelato chiamarsi Grogu) per addestrarlo lui stessi.

La terza stagione si apre dopo gli eventi della serie The Book of Boba Feet, dove Grogu è tornato con il Mandaloriano. L’Armaiola informa però il cacciatore di taglie che ormai, avendo tolto l’elmo, è diventato un apostata. Per redimersi deve immergersi nelle Acque viventi di Mandalore, pianeta natio della sua gente.

NUOVA NARRAZIONE, NUOVA REPUBBLICA, NUOVI SPUNTI

Mandalorian ha spianato la strada per capire come rinforzare e ricreare l’universo di Star Wars. Se però sullo schermo qualcosa ancora non va per il verso giusto (la terza trilogia è stata controversa e altalenante, convincendo solo dove risultava un calco dell’originale), le serie hanno giovato dall’insegnamento dello show di Jon Favreau: The Book of Boba Feet ha seguito quasi pedissequamente la trama, risultando positiva fino ad un certo punto, e se Obi Wan non ha centrato per nulla l’obiettivo distorcendo il sentiero narrativo e drammaturgico, Andor ha creato invece un altro eroe declinato in grigio proprio come Mando proponendo una serie ottima.

The Mandalorian con la sua terza stagione allora continua imperterrito nella sua strada senza perdere un colpo, con un solo difetto, grande o piccolo a seconda dell’angolazione da cui si guarda: proprio come un vero romanzo a puntate, è comprensibile solo a chi ha visto le prime due serie e Boba Feet.

È però solo un problema produttivo e decisionale, che non tocca la qualità dello show che resta altissima. Finalmente, le creazioni interne all’universo di Star Wars ampliano i propri punti di vista e si calano in prospettive differenti, mischiando i generi restando però ancorati al thriller di formazione. È soprattutto la maniera che rielabora lo storytelling originario di George Lucas a dare aria fresca ad un franchise che spesso sembra la pallida ombra di quello che era: in questo senso, Mandaloriano vince perché oltre a mantenersi coerente con i suoi percorsi narrativi di fondo sposta leggermente la sua messa a fuoco centrandola su interessantissime disgressioni sulla Nuova Repubblica, arrivando addirittura all’apparente controsenso di interessare molto di più per questi approfondimenti laterali che per la trama orizzontale.

The Mandalorian si conferma quindi un’opera raffinata e pensante, ma soprattutto pensata in tutte le sue componenti, facendo sempre ben sperare nel futuro di Star Wars.

Ecco il trailer completo:

02