Nella sezione K-Women del Florence Korea Film Fest 2023 c’è anche Gyeong-ah’s daughter di Kim Jung-eun. Un dramma che, intrecciando due narrazioni e due traumi, riesce a tratteggiare tematiche importanti facendone emergere tutte le sfaccettature. La mano non sembra quella di una regista emergente, ma quella di chi sa padroneggiare abilmente la macchina da presa per raccontare più di una semplice storia.
La sinossi di Gyeong-ah’s daughter
Gyeong–Ah (Kim Jung-Young) è una donna di mezza età che vive da sola e lavora come badante. Ama sua figlia Yeon–Soo (Ha Yoon–Kyung), che lavora come insegnante, ma non riesce a vederla spesso da quando si è trasferita. Quando Yeon–su rifiuta le avances del suo ex fidanzato, lui manda un video hard fatto in casa a tutti i suoi cari, compresa sua madre, che non sapeva che avesse una relazione. Yeon–su va a vivere con la madre, riavvicinandosi a lei scoprirà presto che anche lei ha dei segreti. (Fonte: Korea Film Fest)
La recensione
Un doppio filone è quello che accompagna questo dramma che, solo apparentemente, riguarda madre e figlia. In realtà a essere colpiti da tutto ciò che accade sono anche gli altri personaggi che transitano intorno alle protagoniste.
Quello del video è solo un escamotage per approfondire un legame già da tempo sul filo del rasoio. E proprio questo ha permesso alla regista di Gyeong-ah’s daughter di portare alla luce più tematiche.
La relazione madre-figlia in Gyeong-ah’s daughter
Il rapporto tra le due protagoniste è messo alla prova ancora prima della diffusione del video. Quel video incriminato, quindi, se, da una parte, ferisce entrambe e le allontana, dall’altra è anche il solo mezzo in grado di avvicinarle e riunirle perché dà modo a entrambe di affrontare i propri demoni, le proprie paure e le proprie insicurezze.
Una violenza, una violazione della propria privacy, della propria intimità e del proprio essere. Questo è il punto di partenza del dramma coreano di una regista esordiente che vanta una mano più decisa di quanto si possa pensare. Punto di partenza nel senso di perno della storia attorno a cui ruotano le diverse sfaccettature che un dramma del genere si porta dietro. Non è solo la violenza (fisica e morale) subita dopo la diffusione del video. Prima c’è anche la violenza, per certi aspetti anche più forte, sia da parte della madre nei confronti della figlia che viceversa. Una violenza che viene analizzata e sviscerata per tutta la durata del lungometraggio.
Un lungometraggio che aiuta, indubbiamente, a riflettere.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli