‘6/45’ Corea del Sud e del Nord spiegate con un biglietto della lotteria

Il film 6/45 è la dimostrazione che spesso, attraverso la commedia, si possono trattare tematiche importanti con la stessa efficacia dei drammi. Park Gyu-tae racconta le differenze tra Corea del Sud e Corea del Nord attraverso un simpatico espediente. Il suo lungometraggio è presentato nella sezione Orizzonti Coreani al Florence Korea Film Fest 2023.

La sinossi di 6/45

Cheon–Woo è un sergente dell’esercito coreano. Il suo reparto si trova molto vicino alla DMZ. Un giorno scopre di aver vinto 5,7 milioni alla lotteria nazionale, ma il suo biglietto finisce accidentalmente al di là della zona demilitarizzata, in Corea del Nord. Quando col favore della notte Cheon–Woo attraversa la DMZ per recuperare il suo biglietto, incontrerà il soldato nordcoreano Yong–Ho che reclama a sua volta il premio. (Fonte: Korea Film Fest)

La recensione

Divertire utilizzando il drammatico: una pratica già vista al cinema e già ampiamente sviscerata. Ma 6/45 è astuto da questo punto di vista. Perché sviscera le differenze (punti deboli e punti di forza) di due paesi da sempre in contrasto, ma lo fa senza mai scadere nel banale e nell’eccesso.

Gli elementi che tratteggiano uno stato piuttosto che un altro vengono messi in risalto e caricaturizzati fino a rendere gli aspetti ridicoli, non il film o le intenzioni.

Dalle prove che i personaggi devono sostenere, al modo di parlare o di porsi agli altri nessuno si salva davvero.

E se si pensa che alla base di tutto c’è un biglietto della lotteria…

Qual è davvero il tema centrale di 6/45?

Anche due paesi così diversi possono coesistere? Si può imparare anche dal nemico? Mai rinunciare a sé stessi? Possono essere (e sono) tanti i temi affrontati dal film. Attraverso quella che appare come una competizione tra due fazioni, Park Gyu-tae disegna le differenze tra i due popoli e lo fa in maniera semplice, anche per un pubblico che non maneggia bene la politica dei due paesi. I riferimenti e gli elementi sono facilmente comprensibili anche da un pubblico europeo che, inevitabilmente, si affeziona alla storia e ai personaggi.

L’assenza, poi, di nomi di richiamo, se da una parte non conferisce a 6/45 la rilevanza di altri titoli, dall’altra parte, non volendo di proposito osare e rimanendo in superficie, dà vita a una storia piacevole e divertente. Una storia che non si prende mai troppo sul serio e che rimane sempre in bilico sul filo del rasoio, appassionando lo spettatore fino alla fine.

Nonostante non aggiunga molto al genere 6/45 si lascia sicuramente guardare, facendo leva su gag, situazioni al limite dell’assurdo e sulle classiche differenze che, spesso, portano a equivoci.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli